oggi ho tempo e racconterò la mia esperienza con il brevetto da civile ANPD'i. Debbo fare alcune premesse:
- a mio avviso con 3 lanci meglio non ritenersi dei parà veri e propri, forse dei cuccioli di parà.
- la spilletta appuntata sulla pelle è un onore, ma non la metterò durante il servizio da vfp1, non debbo ostentare nulla e quello di cui vado fiero preferisco portarlo dentro di me.
-inizialmente ho scelto quel brevetto per questione di punteggio e rapidità (ci ho messo una dura settimana a fare la teoria).
- un ringraziamento doveroso lo debbo ai miei maestri, che oltre a esser stati di paracadutismo sono stati maestri di vita, almeno a me hanno instillato dei valori che avevo in misure più basse (solo perchè ho già fatto la vita di caserma, ma da pompiere). Giuseppe de A. e Tiziano, di fermo e ascoli, vi ringrazio di cuore.
l'inizio
A poco più di un mese dalla scadenza della domanda per il terzo blocco 2013 per vfp1 trovo nel mio conto in banca dei soldi inaspettati, forse insperati. Decido di investirli su di me, sul mio futuro, sui miei sogni. Cerco subito il corso parà più vicino e dopo alcuni giri di telefonate trovo la sezione di Fermo e contatto Peppe (Giuseppe de A. ), il quale mi illustra tutto quello che c'è da sapere per il brevetto, il corso, i pagamenti e l'assicurazione. Capisco subito di parlare con una persona preparata e decisa, un duro. Scelgo la sezione di Fermo per il mio futuro ricordando nella mia mente le parole di Peppe: " se c'hai la capoccia dura non riuscirai mai a prendere il brevetto in un mese, ma ho avuto dei ragazzi bravi e intelligenti che ce l'hanno fatta, lo sai tu quello che puoi fare". Avevo deciso che avrei completato il brevetto entro un mese e avrei fatto di tutto per riuscirci.
il corso
Il lunedì appena dopo la telefonata mi reco a Fermo, a circa 60 km da casa mia, prendo la mia 600 a gpl e parto. Li trovo i miei compagni e Peppe, mentre studiavano e ripetevano a menadito la libretta ANPD'i. Mi viene spiegato che prima di fare qualsiasi cosa bisogna leggerla e saperla quasi a memoria, bisogna sapere cosa si fa, con cosa, perchè e quando va fatto. Un intera giornata la abbiamo passata quasi esclusivamente a studiare e ripetere. Il secondo giorno ripetiamo e facciamo le capovolte, mi devo abituare a snaturare le cadute del judo che ho nella testa da moltissimi anni. Le giornate scorrono veloci, tornavo a casa alle 9, mi cucinavo, lavavo i piatti e studiavo fino alle 23:30 circa, ricorderò sempre gli insulti "terapeutici" di Peppe, sia quando facevo le capovolte, sia quando mi appendeva per provare malfunzionamenti in volo e tanto altro: "butta via sta panza!";"magna de meno"; "guarda che mozzarellina! non riesci a staccarti su per sganciare il one shot?!". Dopo circa una settimana ero pronto per l'esame teorico, insieme ai miei compagni di corso, che avevano iniziato prima di me. Lo supero. Il giorno dopo si va ad ascoli e facciamo l'orale, lo supero. Ce l'ho fatta, ho superato il corso in tempo e la soddisfazione più grande è stata il mio maestro soddisfatto del mio risultato. Un appunto: dal primo giorno lui ha sempre cercato di instillarci lo spirito di squadra, lo spirito del condividere, dell'aiutarsi l'un l'altro, del non essere egoisti e nel rispettare la sezione e le regole della sezione. Disciplina e rispetto, valori fondamentali che si stanno perdendo nel tempo.
i miei lanci, paracadute a fenditure di spinta e direzione set 10 strong
6 aprile 2013
il tempo è buono, non c'è troppo vento. Il mio maestro non può essere li con grande dispiacere per tutti, dovremo lanciarci senza la radio con la sua voce rauca a darci qualche dritta. Insieme a noi c'è la sezione di Terni, con il grande Enrico, anche lui una bella persona conosciuta grazie all'ANPD'i. Un intoppo ci fa temere il peggio, l'aereo della sezione è in riverniciatura (è un pilatus)... rischiamo di non lanciarci quel giorno. Un grande della sezione però riesce a fare il miracolo, trova in extremis un elicottero e ci da la possibilità di lanciarci da elicottero. Non era comune il lancio col tondo da elicottero e sono nati dei dubbi tra chi muoveva le redini della giornata: funi di vincolo corte o funi di vincolo lunghe? Mi sembra che si scelsero le funi più lunghe per evitare l'apertura troppo sotto alla "pancia" dell'elicottero. Avevamo perso parecchio tempo a pensare e sostituire le funi, eravamo 13 e i decolli erano da 4. Il DL mi dice che ero il 13°, il nostro gruppo era composto da 5 e affermo che per me non sarebbe stato un problema essere il 13°, non so perchè, forse non volevo pensare al mio comodo a discapito di un compagno. Vien da se che son stato l'ultimo a fare il primo lancio, grazie ad Enrico che dopo aver parlato con Peppe mi ha trattato come un suo allievo. Enrico quella mattina si sarebbe dovuto lanciare con altri veterani del tondo, alcuni ex folgore altri semplicemente molto esperti con alle spalle moltissimi lanci. Ha rinunciato al suo posto in elicottero per me, per farmi lanciare e mettermi a paro con gli altri. E' stato carino sentirmi il novellino tra i "vecchi", qualche piccola battutina, qualcuno ostentava, qualcuno non mi si cagava di pezza. Sarei stato il secondo a buttarmi, quindi coi piedi gia fuori dal momento del decollo. Appena salito Enrico arriva e mi incita, mi sprona, mi carica, ma sinceramente non avevo paura, ero solo irrequieto, volevo che tutto fosse perfetto, son uno preciso ed esigente verso me stesso io. L'elicottero si alza dopo un paio di minuti di attesa, una potenza mostruosa, la terra si allontana rapidissimamente. Il DL lancia il derivometro, e finalmente la celebre frase: "un minuto al lancio". Si butta il primo e la sua fune di vincolo si attorciglia ai miei piedi nonostante li avessi alzati sotto direttiva del DL, si sbriga a divincolarmi le gambe, pochi secondi dopo la pacca sulla spalla, avevo pensato già mentre ci alzavamo cosa fare: SGUARDO ALL'ORIZZONTE, PIEDI UNITI, SPINTA CON LE BRACCIA PIU FORTE POSSIBILE,MANI SULL'EMERGENZA E POSIZIONE RACCOLTA, CONTEGGIO 1001-1005, CONTROLLO CALOTTA.....
Così è stato, guardo l'orizzonte col monte conero che mi osservava, spingo con le braccia e mi butto, a 1003 si apre il paracadute, nessun giro di avvitamento, calotta perfetta, veleggio verso dove volevo atterrare con Enrico che mi dava pochi consigli da terra col megafono perchè stavo andando abbastanza bene. Atterraggio perfetto, bressage. Stupenda esperienza. Ricorderò sempre cosa ho pensato quando il paracadute si è aperto e mi son fatto il giro d'orizzonte: "che figata!".
il secondo lancio è come il primo, ma essendo l'ultimo dei tondi lo effettuo con un ragazzo che aveva gia il brevetto, insieme a noi altri 3 parà che però sarebbero andati in alta quota a fare l'AFF, un olandese e due italiani, simpaticissimi, durante il volo battute e risate, altra bellissima esperienza, ovviamente inneggio alla "patata" quando siamo decollati.
Il tempo peggiora, si continua con i lanci, ma io essendo ultimo resto fuori e torno a casa con due lanci invece di 3 come i miei compagni.
13 aprile
ce la faremo a fare sto terzo lancio? Questa volta c'era il pilatus appena tornato dalla verniciatura, giallo e rosso fiammante, romanista, come me. Effettuo il lancio con i ragazzi della sezione di Grosseto, e sono il primo della seconda passata, eravamo 6 in aereo e ogni passata era composta da tre persone.
Stavolta mi avrebbe seguito il mitico Tiziano, con la radio al mio petto, non mi cambiava molto, mi ero lanciato da solo e non avevo paura, ma ero comunque contento di essere seguito da lui. Alcuni ragazzi di Grosseto che si lanciavano con me mi chiedevano dritte o se avevo paura, gli sarò sembrato sborone ma io non ho avuto mai paura in nessuno dei 3 lanci! Non potrei dir bugie per far contento qualcun altro!
L'aereo decolla, è molto diverso dall'elicottero, più dolce e lineare, l'elicottero trasla, ti sbatacchia a destra e sinistra e ha una potenza enorme. Avrei sperimentato la differenza tra aereo ed elicottero, in pochi hanno avuto questa fortuna (almeno tra i civili). Arriva il mio turno, pacca sulla spalla e via, noto subito la grossa differenza, vengo risucchiato fuori come quando lanci un fazzoletto dal finestrino della macchina. Da elicottero sembra quasi di cadere dritto da aereo vieni schizzato via e risucchiato sotto la coda, per lo meno questo mi è sembrato! Conto 1001,1002,1003,1004 (stavo tenendo gli occhi aperti) MA QUANDO CAZZ*** SE APRE (ho pensato), mill... pfffff si apre il paracadute, un sollievo, cominciavo a preparare un rapido controllo calotta, con la sfiga che ho magari qualche malfunzionamento ci sarebbe potuto stare. Nessun giro di avvitamento anche stavolta. Uno di grosseto mi sta per centrare in volo e Tiziano mi aiuta a scansarmi perchè io non riuscivo a vederlo, qualche insulto da parte sua e scendo anche stavolta senza problemi. La differenza tra radio e senza radio è che senza radio il cervello tuo è solo e fai quello che decidi, invece con la radio vuoi fare una cosa e invece il maestro te ne dice un altra e ti devi attenere al maestro. Ma tutto sommato bellissimo anche il 3° lancio.
cosa è il brevetto
un esperienza unica, irripetibile, che da modo di migliorare se stessi, trovare coraggio anche nella vita di tutti i giorni e conoscere nuove persone da tutta italia. Si entra in contatto con persone speciali, belle persone, dalle quali imparare molto in ogni ambito. Si incontrano nuovi amici, nuovi valori, nuove emozioni. Un esperienza che va fatta senza pensare ai 2 punti per il concorso, vedendola come un tesoro per se stessi.
Ammirazione profonda per i parà militari della folgore e di altri reparti, ci vogliono le balls quadrate per lanciarsi in quelle condizioni.
Spero vi sia piaciuto il mio racconto! Ciao, Leonida989.
Segnalibri