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Discussione: Racconti del primo lancio (brevetto o abilitazione militare)

  1. #1
    Sparkly Speirs01
    Guest

    Predefinito Racconti del primo lancio (brevetto o abilitazione militare)

    salve ragazzi ho pensato sarebbe bello raccontare le esperienze di chi ha fatto il brevetto o l'abilitazione militare (sarebbe bello sentire anche chi ha fatto l'AFF), inizio io.

    dopo tre mesi di corso anpdi finalmente arriva il giorno tanto atteso: latina ore 07:00 arrivo all'aeroporto con la mia famiglia, c'è solo un'altro allievo oltre a me, parliamo del lancio per cercare di allontanare la tensione, poi alle 07:30 arriva finalmente l'istruttore, lo seguiamo verso l'hangar tutti e quattro (nel frattempo erano arrivati gli altri due allievi parà) vediamo l'aereo, un cesna che nn sembra proprio il top... ma che cavolo, noi ce dovemo lancià, viene portato fuori il materiale (set 10+aux) nel contempo è arrivato anche il DL ke ci ripete le procedure, il comportamento da tenere con il vento, come si sale sul vettore, la tecnica di uscita ecc, poi torniamo all'hangar e cominciamo a imbracarci, stranamente trovo il materiale "comodo" (o almeno così ricordo ora ma non ne sono sicuro) poi appena il tempo di sentirselo addosso che siamo già a bordo del cesna, per me è stato anche il battesimo dell'aria ma non ho avuto nessun problema, quota 650 m, primo giro per il derivometro, poi il DL annuncia "1 minuto al lancio" indosso gli occhiali dato che porto le lenti, dopo poco il DL mette una mano sul braccio del primo (io ero il terzo) e urla "5 secondi, alla porta" via 1, via 2, tocca a me il vento mi investe le gambe fuori dal portellone, ricordo solo il via, la pacca forse nn l'ho neanche sentita e nn sò se sono stato io o il DL a spingermi fuori, poi il vento a 200 km/h mi investe conto "1001,1002,1003-sento un bella spinta in verticale-1004-1005" controllo la calotta "1,2" tutto ok, afferro i comandi faccio il giro, cerco la manica a vento e mi metto contro-vento, un mio collega, il secondo, mi supera a sx finendo più indietro di me, mi concedo un attimo per godermi il lancio, dopo il casino dell'aereo il silenzio è quasi irreale, torno con la mente al lancio controllo la torre, sono più basso assumo la posizione pronti per l'atterragio poco dopo, nonstante il controvento stò avanzando quindi capovolta in avanti, è una bella notizia perchè le posteriori sono comunque le più difficili e se si può non si vorrebbero fare al primo lancio; impatto al terreno leggermente più duro rispetto al trespolone ma nulla di impressionate, solo che l'atterraggio avviene sul bordo di una stradina rialzata e quindi un pò in obliquo, poco vento che gonfia il paracadute, tiro un comando e si sgonfia del tutto. mi alzo, mi tolgo l'imbracatura, apro la valigia di trasporto, e ci metto imbracatura ed emergenza, stendo il paracadute in una spece di fuso, faccio il bressage, stivo il tutto nella valigia me la metto in spalla e torno agli hangar (alla fine dei lanci ho capito perchè le marce zavorrate con gli anfibi sono toste; i miei erano nuovi, e non avevo letto i consigli di non ricordo chi, mi scuso, al riguardo, anche se bisogna dire che la valigia non è come uno zaino), agli hangar trovo il compagno che si è lanciato per primo e quello che si era lanciato per ultimo, il secondo come ho detto era dietro a me, ma non capivo come l'ultimo era riuscito a tornare prima di me, presto detto era finito fuori zona, in un campo, e lo avevano recuperato con la jeep; alla fine rientra anche il secondo e cominciamo a parlare e a rilassarci, l'istruttore ci richiama "signori, questo è solo il primo di una lunga serie, mantenete la concentrazione" subito ci prepariamo per il 2° lancio anche se il vento si è un po' alzato, saliamo di nuovo sul cesna ma mentre rulliamo sulla pista la torre ci informa che il vento è oltre gli 11 nodi, il DL ferma tutto, torniamo agli hangar, ci sediamo; dopo circa un'ora il vento è nei limiti si parte, il secondo è meno gradito a tutti noi, anche perchè io e un collega finiamo sulla pista e abbiamo un trascinamento, io me la cavo con poco, un buco sul sedere della tuta e non so come sulla schiena, il mio collega invece riporta una brutta abrasione alla spalla; sono contento però di aver "provato" la pista anche perchè non è così terribile, e ho effettuato tempestivamente lo sgancio del one-shot l'allenamento è servito, dopo il secondo lancio però il vento è troppo forte, andiamo a mangiare sperando che cada ma niente, si rimanda a domani, il giorno dopo facciamo il terzo lancio, è il più bello dei 3, dopo il ritorno agli hangar i parenti, si congratulano con noi ma l'istruttore in un momento ci richiama "anziano a terra" andiamo anke noi a terra per le pompate più felici dall'inizio del corso alla trentesima c'è l'alt risaliamo e finalmente anche l'istruttore ci stringe la mano e si congratula con noi (lui però ha la stella, come molti istruttori) poi una doccia e tutti a festeggiare.
    è stata una bellissima esperienza e invito chi fosse indeciso in questo senso a viverla al più presto.

    Lorenzo

    p.s. : non sono degno di lanciare l'urlo dei parà, ma invito chi può a lanciarlo al posto mio io lancio il motto del mio corso 136° ROMA "MEMENTO AUDERE SEMPER"



    RIPROPONGO QUI' L'ARTICOLO SUL CORSO ANPdI PRESENTE ANCHE NEL TOPIC DELLA FOLGORE

    Abilitazione al Lancio ANPd'I (ossia come ottenere il "Brevetto Civile")
    Questo è per tutti coloro che cercano info sul brevetto ANPdI. Tanto per cominciare è l’unico brevetto di paracadutismo che un civile (o un VFP1) possa conseguire per ottenere un punteggio nei concorsi (2pt. per il VFP1 e 0,5 per il VFP4). L’ente che lo rilascia è l’Associazione Nazionale Paracadutisti d’Italia (l’associazione degli appartenenti ai paracadutisti in servizio e in congedo). Il corso punta a portare un allievo a potersi lanciare con materiali e procedure simili (se non uguali) a quelle della Brigata Folgore. Il corso dura all’incirca 11 settimane (ne vengono organizzati 2 o 3 all'anno anche a seconda del numero di iscritti) con una frequenza di 3 volte a settimana (la frequenza e la durata sono a discrezione della sezione dove andrete) e le singole lezione hanno durata di 3 ore che si dividono in 1h e1/2 di preparazione fisica, una pausa di circa 15’ per la doccia e il cambio di vestiti e infine una parte teorico tecnica sulle procedure di lancio (nel primo periodo si farà più teoria , col proseguire del corso si passerà anche a esercizi pratici). Ora spiegherò ogni parte della lezione:
    1) Preparazione fisica: prevede esercizi volti ad aumentare la resistenza e la forza dei muscoli, in particolar modo i muscoli delle gambe (fondamentali per l’atterraggio) ma anche la parte superiore del corpo non è trascurata. A pieno regime (quindi dopo circa 2 settimane) si corre su distanze dai 5 ai 7 km, di seguito si fa stretching e infine esercizi a corpo libero a volontà: flessioni (i paracadutisti le fanno per ogni cosa: esercizio, punizione festeggiare ecc.), addominali e ogni altra cosa passi per la mente degli istruttori (e non mancano certo di fantasia)
    2)Parte torico/tecnica: prevede in un primo tempo lezioni sugli argomenti della libretta (che probabilmente vi verrà fornita altrimenti scaricatela dal sito dell’ANPdI), quindi: materiali in uso (paracadute principali e di emergenza dei quali si devono imparare dimensioni, velocità di discesa ecc.), procedure a bordo degli aeromobili (civili e militari ma purtroppo questa parte è quasi del tutto inutile dato che non sono disponibili vettori militari), comportamento durante il lancio (uscita dall’aeromobile, procedure di “navigazione”, emergenze e collisioni), atterraggio (cioè capovolte, ovvero dei contorcimenti che solleveranno solo le critiche degli istruttori fino al giorno dei lanci). E’ previsto inoltre che si imparino le canzoni dei parà (fondamentali come il resto, da cantare durante il volo) e la storia della Folgore. La parte pratica prevede in sostanza capovolte ripetute all’infinito prima da terra e quindi da punti rialzati (trespolo) e infine dalla carrucola e simulazione delle procedure di lancio da un falso imbraco (detto pollaio) sul quale simulerete tutto il lancio dall’uscita dal vettore all’attimo prima della capovolta
    3)Esami finali: a fine corso verrete sottoposti a esami di resistenza (5000m in 25 min.), di conoscenza teorico/tecnica (esame orale e scritto sugli argomenti della libretta) e prova pratica di capovolte
    4)Lanci: la conclusione del corso è il momento più atteso da ogni allievo, farete 3 lanci di abilitazione da aeromobile civile (per saltare da uno Spartan o da un Hercules dovrebbe esserci un miracolo), con materiali simili a quelli della Brigata Folgore (i paracadute sono solo meno porosi, quindi hanno minore velocità di discesa), ma senza equipaggiamento militare (cioè zaino e arma).

    Per quanto riguarda i PREZZI il corso (corso palestra, lanci, tuta sportiva e forse caschetto) 650 euro, assicurazione 130 euro (bisogna stipularla con una compagni convenzionata con l’associazione) e visita medico-sportiva per il paracadutismo (qui il costo varia da medico a medico, ma in media sono 35 euro). Una cosa importante: il corso è fatto in un ambiente “para-militare” quindi disciplina e ordine sono d’obbligo (a Roma ad esempio gli allievi sono responsabili della pulizia degli spogliatoi) quindi non presentatevi capelli lunghi, orecchini ecc. non farete una buona impressione e sarete pregati di “ripulirvi” (non si chiede la testa rasata ma un taglio dignitoso). E un’altra cosa: gli istruttori vi sembreranno i peggiori bastardi della terra, perché vi chiedono magari di ripetere ancora un’altra volta un esercizio che non è perfetto (magari voi lo ritenete sufficiente ma a loro non basta), ma loro lo fanno per voi, infatti una volta fuori dall’aereo sarete soli e dovrete contare solo su quanto avete appreso (molte cose dovranno diventare puri automatismi, anche se fatti con coscienza delle vostre azioni) e se non lo avete appreso bene rischiate di farvi male (come dicono “a terra ci arriverete sicuro, ma bisogna vedere come). Quanto ho detto è il corso come si svolge nella sezione ANPdI Roma ma pressappoco è così in tutta italia.

    PARA' TIRATORE91
    Ultima modifica di Sparkly Speirs01; 29-03-11 alle 18: 39

  2. #2

    Predefinito

    Bello il racconto...


    cmq qnd si atterra sulla pista non è nulla di che...è come il terreno basta mettersi in posizone e avere il copor tonico che non si sente nulla
    SIAMO IL PASSO ROMANO E LO STESSO SALUTO SIAMO L'INNO ALLA VITA ECCO CIO' CHE è DOVUTO E TU CHE NIENTE PUOI FARE RESTA PURE NASCOSTO A SPIARE LE GESTA DI CHI VIVE DAVVERO

  3. #3
    Sparkly Speirs01
    Guest

    Predefinito

    certo ora lo sò ke la pista nn è diversa dal resto del terreno ma prova a pensare a dei ragazzi ai primi lanci, la cosa può creare qualke problema, l'unico problema è un eventuale trascinamento, come successo al mio collega

  4. #4
    Soldato L'avatar di Solider90
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    Jul 2008
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    Marche
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    bella esperienza..
    ""Altius tendo.."

    Effettivo al 3^ rgt Alpini..


  5. #5
    Sparkly Speirs01
    Guest

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    :Bellissima senza dubbio, ma dopo aver letto il raccconto di CRIOPE e del suo (momentaneo) rifiuto alla porta mi è venuta paura di avere lo stesso prob. ma x fortuna una volta venuto il momento si è acceso il pilota automatico (difatti nn ricordo molto di quei momenti) e ho fatto tutto come si deve

  6. #6

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    ma quanta sicurezza c'è ke si apra il paracadute?
    Per aspera sic itur ad astra (Seneca - Hercules Furens)

  7. #7
    Sparkly Speirs01
    Guest

    Predefinito

    le statistike dicono ke un paracadute di quel tipo( set10, T10 ecc.) è sicuro al 99,9% e di effetti pacchi chiusi nn ce ne sono da anni, l'ultimo incidente purtroppo mortale avvenuto a Latina (dove ho fatto i lanci) è imputabile ad un altro tipo di malfunzionamento, mi hanno detto una fiamma, cmq l'emergenza è lì apposta, gli istruttori dicono sempre ke in caso di dubbio è meglio aprire l'aux.
    del resto se il pacco chiuso è imputabile a fattori quali il mancato aggancio del moschettone (impossibile), alla rottura della fune di vincolo, del moschettone o del cavo statico la maggior parte degli altri malfunzionamenti è imputabile (quasi sempre) a errori del parà in uscita; personalmente (nn è vanteria) nn ho avuto neanke un giro d'avvitamento, e questo nn lo imputo tanto a una mia particolare bravura ma agli esercizi ripetuti in continuazione in palestra, ke permettono di lanciarsi correttamente e ai miei istruttori, ke ringrazio moltissimo per tutte le volte ke ka#####do me o un mio collega ci hanno fatto acquisire quegli automatismi, anke stupidi come tenere gli okki aperti anke quando si è stanki, ke permettono di rendere il lancio una bella esperienza e nn una tragedia
    Ultima modifica di Sparkly Speirs01; 19-10-08 alle 13: 35

  8. #8

    Predefinito

    http://www.youtube.com/watch?v=VAylN...eature=related


    qui potrete vedere l'uscita dall'aereo civile...a aprte il primo..gli altri paracadutisti che seguono non hanno effettuato per niente delle belle uscite !!!
    SIAMO IL PASSO ROMANO E LO STESSO SALUTO SIAMO L'INNO ALLA VITA ECCO CIO' CHE è DOVUTO E TU CHE NIENTE PUOI FARE RESTA PURE NASCOSTO A SPIARE LE GESTA DI CHI VIVE DAVVERO

  9. #9

    Predefinito

    Citazione Originariamente Scritto da PARA' TIRATORE91 Visualizza Messaggio
    le statistike dicono ke un paracadute di quel tipo( set10, T10 ecc.) è sicuro al 99,9% e di effetti pacchi chiusi nn ce ne sono da anni, l'ultimo incidente purtroppo mortale avvenuto a Latina (dove ho fatto i lanci) è imputabile ad un altro tipo di malfunzionamento, mi hanno detto una fiamma, cmq l'emergenza è lì apposta, gli istruttori dicono sempre ke in caso di dubbio è meglio aprire l'aux.
    del resto se il pacco chiuso è imputabile a fattori quali il mancato aggancio del moschettone (impossibile), alla rottura della fune di vincolo, del moschettone o del cavo statico la maggior parte degli altri malfunzionamenti è imputabile (quasi sempre) a errori del parà in uscita; personalmente (nn è vanteria) nn ho avuto neanke un giro d'avvitamento, e questo nn lo imputo tanto a una mia particolare bravura ma agli esercizzi ripetuti in continuazione in palestra, ke permettono di lanciarsi correttamente e ai miei istruttori, ke ringrazio moltissimo per tutte le volte ke ka#####do me o un mio collega ci hanno fatto acquisire quegli automatismi, anke stupidi come tenere gli okki aperti anke quando si è stanki, ke permettono di rendere il lancio una bella esperienza e nn una tragedia
    questo è dedicato soprattutto a chi crede che lanciarsi col paracadute sia una passeggiata... Personalmente non ho avuto modo di fare qst esperienza, ma sono sicuro che ci vuole impegno e dedizione...
    Per aspera sic itur ad astra (Seneca - Hercules Furens)

  10. #10
    Sparkly Speirs01
    Guest

    Predefinito

    Citazione Originariamente Scritto da Futurocadetto Visualizza Messaggio
    questo è dedicato soprattutto a chi crede che lanciarsi col paracadute sia una passeggiata... Personalmente non ho avuto modo di fare qst esperienza, ma sono sicuro che ci vuole impegno e dedizione...
    nn capisco cosa intendi, puoi spiegare cosa sarebbe dedicato a ki crede ke il paracadutismo è una passeggiata? di tanti ragazzi ke conosco nessuno di loro la prende alla leggera e neanke io, certo x alleggerire la tens. prima del lancio i skerza nn si può essere sempre seri anke se è un'attività riskiosa, cmq ti posso dire ke servono tanto impegno e forza di volontà per risponderti ogni volta ke ti dici "ma ki me lo ordina? xkè devo farmi un **** così?" poi ti rispondi ke al di là dei soldi spesi vuoi quelle ali xkè ammiri i valori del paracadutismo e i parà stessi e xkè vuoi essere come loro (nn intendo paragonare l'abilitazione al brevetto mil. ma kiedo ke i parà mil. nn la prendano male se faccio un simile accostamento).
    Ultima modifica di Sparkly Speirs01; 13-10-08 alle 15: 34

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