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Discussione: La nuova Componente Unica della Croce Rossa

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  1. #14
    Caporale L'avatar di Wolf
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    Predefinito Futuro della C.R.I.

    oggi su facebook è apparso questo articolo.
    voi cosa ne pensate?
    cosa sapete in più rispetto a quanto detto?
    che clima si respira nei vostri comitati?

    Croce Rossa Italiana ha le ore contate?

    La Croce Rossa Italiana attende trepidante notizie del suo futuro. Mancano pochi giorni alla data fatidica del 4 novembre quando scadrà la Legge delega che doveva mettere mano alla ristrutturazione dell’Ente e di molti altri ancora.
    Tra voci non confermate e non verificabili di buchi di bilancio per diversi milioni di euro e un vero tesoro costituito da proprietà, lasciti e immobili, la Croce Rossa Italiana attende il suo destino senza poter avere rassicurazioni soprattutto per i suoi 1500 dipendenti civili ed almeno altrettanti militari.
    Il prossimo 25 ottobre, a Roma, si terrà un incontro riservatissimo tra i vertici di CRI e potrebbe essere presentata una ipotesi di lavoro.
    La paura per il futuro si chiama: dismissione del Patrimonio e “privatizzazione”.
    Il Governo potrebbe decidere che l’immenso patrimonio della Croce Rossa può essere sacrificato sull’altare dei bilanci da sanare e che le migliaia di dipendenti possono essere ricollocati, magari negli enti locali che chiedono disperatamente lo sblocco delle assunzioni. Si vocifera addirittura di incentivi per gli Enti che accetteranno di farsi carico di qualche dipendente.
    ma la posta in gioco, se possibile, è ancora più alta. Gli italiani si domandano cosa succederà in caso di terremoti e catastrofi naturali, chi interverrà nelle emergenze nazionali e, ancor più preoccupati, che ne sarà delle decine, centinaia di ambulanze che attualmente servono in modo egregio il territorio.
    L’ipotesi di una privatizzazione del servizio di emergenza e soccorso suscita non poche perplessità e il ventilato affidamento del servizio ai soli volontari pare poco più di un pannicello caldo.
    Ci si domanda come potrebbe un volontario sostenere le spese di manutenzione e acquisto delle ambulanze e come potrebbe essere gestito un parco macchine che necessità di garage, aree attrezzate e strutture costose.
    Le voci (si può parlare solo di queste, al momento) parlano anche di una Agenzia che potrebbe poter gestire, in modo privatistico il logo ed il marchio della Croce Rossa, una eventualità che il personale interno vede con il fumo negli occhi.
    Non si può nascondere, però, che il vero obiettivo della manovra è, però il patrimonio di CRI. Lasciti, acquisizioni e affidamenti che si sono accumulati dalla fondazione sino ad oggi. La Croce Rossa Italiana possiede fisicamente immobili, caserme militari, ex colonie e proprietà varie in tutta Italia. Un boccone goloso per le casse dello Stato sempre più a secco ma anche una preziosa “riserva” necessaria a garantire la sopravvivenza di un Ente che, da sempre, ha un blasone preziosissimo e immacolato. Chi pensa a Croce Rossa pensa immediatamente a soccorso, aiuto, interventi in situazioni di pericolo e persino nella mano amica sul campo di battaglia durante le guerre. Un valore che, certamente, non dovrebbe essere messo all’asta o, peggio, affidato a società specializzate nella liquidazione di beni e proprietà. Il riferimento ad ipotesi che vorrebbero l’affidamento del Patrimonio a società private per la “alienazione” è tutt’altro che casuale, sebbene comprensibilmente non verificabile.
    Di “certo” c’è solo che dovrebbero restare attivi i Comitati Regionali e quello centrale, con sede a Roma.
    Ovviamente per i comitati provinciali e comunali si prospetta la dismissione.
    I dipendenti interinali, a collaborazione e quelli con contratto a tempo determinato sono ovviamente a rischio. Per loro l’ipotesi più probabile è la perdita del lavoro.
    Un problema che presenta più sfaccettature. Quella dell’occupazione ma anche quella del futuro del soccorso. I lavoratori sono per lo più soccorritori, autisti di ambulanze e amministrativi.
    Nei piccoli centri, quindi, si rischia veramente di veder scomparire l’unico presidio del soccorso.
    Resta da comprendere quale reazione avrà la “sede centrale” di Croce Rossa Internazionale, con la sua base a Ginevra dalla fondazione, nel 1863.
    Il parere di CRI potrebbe essere vincolante ma i bene informati già ricordano che Ginevra ha sempre dichiarato che la Croce Rossa Italiana è una associazione di volontariato. La dismissione del personale stipendiato, quindi, non solleverebbe alcuno scandalo.
    L’incertezza regna dunque sovrana e Volontari del Soccorso, Pionieri, Corpo Militare e Infermiere Volontarie (le Crocerossine) attendono trepidanti il loro futuro.
    Ultima modifica di Wolf; 21-10-11 alle 13: 10

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