Caduto nell'adempimento del Dovere
Cassarà Antonino
(Ninnì)
Vice Questore
della Polizia di Stato
Questura di Palermo
6 Agosto 1985
37 Anni
Fu ucciso insieme al collega Antiochia Roberto il 6 Agosto in un agguato mafioso in viale Croce Rossa a Palermo.
Ninni Cassarà era il vicedirigente della Squadra mobile di Palermo ed era riconosciuto come uno dei migliori investigatori della Polizia del capoluogo siciliano . Aveva guidato insieme ai colleghi americani l’operazione denominata “Pizza Connection” che aveva portato all’arresto di decine di mafiosi tra Italia e Stati Uniti e guidato molte operazioni contro la mafia, insieme al suo amico e stretto collaboratore Beppe Montana ( assassinato dalla mafia il 28 Luglio ) , sotto il coordinamento del pool antimafia della procura di Palermo.
Intorno alle 14,30 del 6 Agosto il vicequestore Cassarà stava facendo rientro a casa, in Viale Croce Rossa a Palermo, insieme a tre collaboratori della propria sezione, uno dei quali era l’agente Roberto Antiochia, il quale, pur prossimo al trasferimento per Roma, dopo l’omicidio del commissario Montana aveva deciso di rimanere accanto al proprio dirigente. Quando l’Alfetta blindata con i quattro poliziotti entrò nel cortile del palazzo dove abitava il vicequestore Cassarà, dall’ammezzato di un edificio vicino, le cui finestre davano sul cortile interno una decina di mafiosi armati di Kalashnikov fecero fuoco. Il vicequestore Cassarà e l’agente Antiochia morirono sul colpo, falciati da decine di proiettili. Un terzo agente venne gravemente ferito. Il quarto agente, l’assistente Natale Mondo, si salvò per miracolo riparandosi sotto alla vettura.
Almeno tre degli assassini vennero eliminati dalla mafia negli anni successivi, altri vennero arrestati e condannati all’ergastolo per l’assassinio di Ninni Cassarà e Roberto Antiochia.
I mandanti del delitto vennero arrestati negli anni successivi ed attualmente stanno scontando l’ergastolo.
L’Assistente Natale Mondo, sfuggito alla morte insieme a Cassarà e Antiochia venne assassinato dalla mafia il 14 Gennaio 1988.
Il vicequestore Ninni Cassarà era sposato e padre di due figli.
L’agente Roberto Antiochia avrebbe dovuto sposarsi pochi mesi dopo. Per onorarne la memoria la Scuola POL.G.A.I di Pescara è stata intitolata al suo nome.
Fonte: “Da cosa nasce cosa” di Alfio Caruso, ed. Longanesi &c
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su Ninni Cassarà:
Fu un Vice Questore Aggiunto della Polizia di Stato in forza presso la questura di Palermo e il vice dirigente della squadra mobile. Fu ucciso dalla mafia nel 1985, all'età di 37 anni.
Nel 1982 andava in giro per Palermo insieme all'agente Calogero Zucchetto per indagare sui clan di Cosa nostra. In quest'occasione lui e Zucchetto riconobbero i due killer latitanti Pino Greco e Mario Prestifilippo ma non riuscirono ad arrestarli perché scapparono. Tra le numerose operazioni cui prese parte, molte delle quali insieme al commissario Giuseppe Montana, la nota operazione "Pizza Connection", in collaborazione con forze di polizia degli Stati Uniti.
Cassarà fu uno stretto collaboratore di Giovanni Falcone e del c.d. "pool antimafia" della procura di Palermo e le sue indagini contribuirono all'istruzione del primo maxiprocesso alle cosche mafiose. Era sposato e padre di tre figli.
L'assassinio
Il 6 agosto 1985, rientrando dalla questura nella sua abitazione a via Croce Rossa (al civico 81) a Palermo a bordo di un'Alfetta e scortato da 2 agenti, scese dall'auto per arrivare al portone della sua abitazione quando un gruppo di nove uomini armati di fucile AK-47, appostati sulle finestre e sui piani dell'edificio in costruzione di fronte alla sua palazzina (al civico 77), sparò sull'alfetta. L'agente Roberto Antiochia, che era uscito dall'auto per aprire lo sportello a Cassarà, venne violentemente colpito dagli spari e morì, e Natale Mondo restò illeso (ma sarebbe stato ucciso anch'egli il 14 gennaio 1988). Cassarà, che era stato colpito dai killer quasi contemporaneamente ad Antiochia, spirò sulle scale di casa tra le braccia della moglie Laura, accorsa in lacrime dopo aver visto l'accaduto insieme alla figlia dal balcone della sua abitazione. È seppellito nel Cimitero di Sant'Orsola a Palermo.
su Roberto Antiochia:
nato a Terni il 7 giugno 1962, vi aveva vissuto fino al 1967. Arruolatosi in Polizia a 18 anni, dopo il corso di formazione venne assegnato dapprima alla Questura di Torino, poi alla Criminalpol di Roma ed infine alla Squadra Mobile di Palermo. A Palermo collabora con il dottor Peppe Montana, Capo della Sezione Catturandi, e con il dottor Ninni Cassarà, Capo della sezione investigativa; funzionari ai quali era legato da sincera amicizia.
A luglio del 1985, poco prima dell’omicidio del dottor Montana, Roberto Antiochia viene trasferito a Roma ma, appresa la notizia dell’agguato mortale al dottor Montana, avvenuto sulla banchina di Porticello il 29 luglio, Roberto decide di ritornare a Palermo, aggregato alla squadra Mobile, per concorrere nelle indagini sull’omicidio del funzionario e per essere vicino al dottor Cassarà, considerato oramai prossimo obiettivo della mafia. Durerà poco questo suo impegno di amore straordinario, perché una settimana dopo l’omicidio Montana, alle 15.20 del 6 agosto 1985, a Palermo, in via Croce Rossa 81, un commando già organizzato e appostato, uccide Cassarà ed Antiochia ferendo altri due agenti. Roberto Antiochia muore subito perché con il suo corpo ha cercato di proteggere il suo commissario dai colpi di Kalashnikov sparati dai Killer della mafia. Il Presidente della Repubblica il 26 settembre 1986 lo ha insignito della medaglia d’oro al valor civile.
Nel 1997 alla sua memoria venne intitolata la nuova sede del Commissariato di Orvieto e successivamente la via della nuova Questura. Alle due cerimonie partecipò la mamma di Roberto, la signora Saveria, scomparsa nel 2001, che per anni è stata una delle donne che a Palermo e in Sicilia hanno portato avanti l'impegno antimafia e numerose battaglie per la legalità , con grande dignità e forza d' animo, impegnandosi strenuamente nella denuncia e nell' impegno contro la mafia e per la libertà della Sicilia. Da allora, la signora Saveria ha investito ogni minuto del suo tempo e ogni energia scaturita dalla sua indignazione per ricordare a tutti il valore civile della memoria e l’irrinunciabilità della giustizia (si veda Associazione Saveria Antochia OMICRON Onlus - Osservatorio milanese sulla criminalità organizzata al Nord). I mandanti e gli esecutori materiali dei due omicidi, tutti appartenenti a Cosa Nostra, sono stati individuati e condannati da tempo all’ergastolo.
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