Charlie, è proprio della natura umana dimenticare i lati spiacevoli delle
cose e ricordare il resto, probabilmente una forma di autodifesa della
psiche che, sfortunatamente, non mi è concessa.-
Sulle navi, anzi sulla nave dove ho trascorso la maggior parte della mia
esistenza professionale eri perpetuamente stretto tra il formalismo
esasperato di un giardini, un battelli, un manginelli, un fusco, un zapata,
e queste realtà, perchè, come sai, era ritenuto che un comandante tetrapalluto
potesse tenere in riga qualunque soggetto. Ma sotto il ponte di coperta, ove
vi erano i camerini ufficiali, era terra di nessuno: il secondo scendeva due
volte l'anno il comandante forse una; la catena di trasmissione era affidata,
in quegli anni, agli ufficiali giovani che dovevano imparare a gestire queste
situazioni come fosse una scuola di vita... "training on job" la chiamavano.-
La questione, Charlie, è che esistevano anche gli "altri" quelli un po' difformi
dal bel marinaretto educato che veniva messo in riposto ammiraglio o comandante (la mia
nave aveva un riposto per l'ammiraglio ed uno per il comandante) quelli che
finivano a fare il serpante, in lavanderia, in cucina, in cambusa, in macchina
e, soprattutto, in caldaia, a 80°C d'estate e con un rumore che ti cascavano i denti.-
Nell'esercito si mettevano una canna in bocca e tiravano il grilletto, da noi
quando fusco gli allentava tre giorni di consegna per scarpe sporche si buttavano
dal ponte di volo (o ti tappano i locali igiene, o ti sfasciavano la lavanderia, o
ti devastavano gli armadietti di un locale).-
PS.: ore 17.00 squilla il telefono del piantone al comandante
"Nave XY, piantone al comandante"
"Mi passi il comandante"
"Il comandante è impegnato, la faccio richiamare?"
"(Urlando) Mi passi subito il comandante, sono il SOTTOCAPO!"
"(Urlando) Fra', ma che ***** ti urli, che io sono pure SERGENTE!"
(e tu lo sai che si intende per il SOTTOCAPO...)
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