Il 2 aprile 1982 l'Argentina, dopo avervi fatto sbarcare un contIngente militare,
rivendicò il possesso della colonia britannica delle isole Falkland (Malvinas
in spagnolo), un arcipelago dell'Atlantico distante circa 13000 km dalla Gran
Bretagna. Il governo inglese mal digerì il sopruso e, il 5 aprile, decise di
opporsi con le armi all'Argentina. Nel corso del breve conflitto furono impegnate
soprattutto le forze navali e la Royal Navy subì perdite consistenti.
In realtà, qualche giorno prima del 2 aprile i servizi segreti britannici avevano
allertato il governo circa la possibilità di un'invasione ed esso aveva già deciso di
inviare a sud una forza navale d'impiego. Pertanto, proprio mentre le truppe
argentine sbarcavano nelle Falkland, i sottomarini Spartan e Splendid partivano
dalle loro basi (rispettivamente a Gibilterra e in Scozia) e si dirigevano a sud; 4
giorni più tardi li seguì il Conqueror.
Nello stesso tempo la Royal Navy ordinò al comandante della squadra (13 unità) che
stava effettuando un'esercitazione al largo del Marocco di distaccare 8 navi (2
cacciatorpediniere della classe County, 3 cacciatorpediniere Tipo 42, 1 fregata Tipo 22 e 2 fregate polivalenti) e con esse dirigere a sud. Il 2 aprile, accompagnato da una nave rifornimento combustibile, il gruppo partì verso l'isola di Ascensione, che si trova nell'Atlantico Meridionale a poco più di metà strada fra la Gran Bretagna e le Falkiand, e che era stata prescelta come base avanzata inglese. Nel frattempo iniziavano, a ritmo serrato, i preparativi per l'approntamento delle altre navi da guerra.
Il compito della Royal Navy era quello di trasportare gli uomini dell'Esercito
britannico e i propri Marines sulle isole, fornirgli copertura, viveri e munizioni una
volta sbarcati e, contemporaneamente, infliggere al nemico il massimo delle
perdite. La forza d'impiego doveva, quindi, comprendere elementi difensivi e offen-
sivi, disporre di navi cisterna e per trasporto munizioni,nonché requisire navi di
linea e traghetti per trasferire,dove necessario, truppe e merci: vettovaglie, pezzi di
ricambio e tutto ciò di cui un esercito ha bisogno per muoversi, combattere e vivere
in un territorio distante migliala di chilometri dalla madrepatria. L'Argentina
sperava che, data l'esigua posta in gioco (le Falkland «non valevano la nafta per
farvi arrivare una nave da guerra»), l'Inghilterra non si sarebbe mossa; invece,
essa aveva approntato una forza navale imponente (113 unità, tra cui 2 portaerei),
che già il 9 aprile era in navigazione verso le Falkiand.
Il 1° maggio il gruppo d'attacco delle portaerei entrò all'interno della Zona di
interdizione marittima (una fascia di 200 miglia attorno alle Falkiand, che la Gran
Bretagna aveva dichiarato tale 3 settimane prima), guidato dai cacciatorpediniere
Tipo 42 dotati di armi difensive antiaeree a lungo raggio, cui seguivano le 2 portae-
rei Hermes e Invincible con il loro schermo protettivo composto da unità per la
difesa antiaerea di punto e da fregate polivalenti.
Subito dopo l'alba, 18 V/STOL SeaHarrier si levarono in volo per dare inizio al
conflitto:12 aerei d'attacco, decollati dalla Hermes per bombardare i campi
d'aviazione di Stanley e di Goose Green, e 6 nella variante da caccia, partiti dalla
Invincible per costituire lo schermo protettivo.
Nella stessa mattina il cacciatorpediniere Glamorgan, della classe County, e le 2
fregate Tipo 21, Alacrity e Arrow, procedendo su una direttrice lunga 12-16 km al
largo di Stanley, bombardarono obiettivi terrestri,fino a quando la Arrow non fu
raggiunta dal tiro delle armi di bordo di un aereo argentino e le unità si ritirarono.
Le incursioni dei velivoli argentini contro le navi britanniche continuarono per tutto
il giorno e si protrassero per quello seguente, ma con scarsi risultati, poiché
effettuati da aerei di base a terra (l'attacco con velivoli della portaerei Veinticinco de
Mayo fu, infatti, annullato per insufficienza di vento). Nel pomeriggio del 2 mag-
gio si verificò uno degli episodi più importanti del conflitto: l'affondamento
dell'incrociatore argentino General Belgrano, una nave (ex statunitense) che risaliva
alla seconda guerra mondiale, ma che era stata rimodernata e armata con missili
guidati Exocet MM-38. L'unità,con il suo schermo protettivo di 2 cacciatorpediniere,
si trovava un po' a sud della Zona di interdizione ed era tallonata dal sottomarino
britannico Conqueror; tuttavia, poiché il General Belgrano, nonostante la vetusta
età, era considerato una minaccia potenziale per le portaerei inglesi, il Conqueror
ricevette l'ordine di eliminarlo. Alle 16.00 (ora locale) il sottomarino lanciò 2
siluri Mk8 a distanza di 1400 m e centrò l'incrociatore argentino:
dei 1042 uomini di equipaggio, 368 persero la vita, ed erano in gran parte giovani di
leva.
Il colpo fu durissimo per l'Argentina perché, eccettuata la portaerei Veinticinco de
Mayo (ex britannica Venerable), il General Belgrano era la sua più grossa
nave da guerra e da quel giorno la flotta non uscì più dalle acque territoriali,
delegando all'Aviazione, molto più efficiente, il compito di contrastare il nemico.
Ovviamente, i principali obiettivi degli aerei erano la Hermes e la Invincible, protette
dalle unità dello schermo antiaereo dotate di Sea Dart e Sea Wolf e dalle navi
logistiche che agivano da barriera antimissilistica.
Il quarto giorno di guerra le portaerei si trovavano in una zona a circa 180 km a
sud-est di Stanley (manovravano in avvicinamento durante l'oscurità, per poi
allontanarsi prima dell'alba) e, alle 11.04 (ora locale) del 4 maggio,2 Super Etendard, levatisi in volo dalla base aeronavale di Rio Grande, nella Terra del Fuoco,
lanciarono 2 missili antinave Exocet AM-39 e si allontanarono. Circa 2
minuti più tardi, il primo missile cadde in acqua, ma il secondo, guidato dal radar, si
indirizzò verso lo Sheffield, un cacciatorpediniere Tipo 42 che faceva da pic-
chetto avanzato al gruppo delle portaerei, e lo colpì, 2 m sopra la linea di
galleggiamento, sulla fiancata di dritta, leggermente a proravia del centro.
La testata dell'Exocet non esplose, ma il missile (che pesava quasi 500 kg e
viaggiava alla velocità di circa 1000 km/h) risultò comunque fatale alla nave
britannica incendiandola e uccidendo 20 uomini del suo equipaggio. Per 4 giorni lo
scafo abbandonato dello Sheffield rimase alla deriva, poi, per tentarne il re-
cupero, la mattina del 9 maggio la fregata Yarmouth lo prese a rimorchio; all'alba
del giorno dopo il cacciatorpediniere affondò: era la prima nave da guerra
britannica colata a picco dal nemico dalla seconda guerra mondiale.
Frattanto, il contrammiraglio Woodward, comandante del gruppo d'attacco delle
portaerei, aveva deciso di provocare gli Argentini e l'8 maggio si era avvicinato
minacciosamente alle Falkland; l'11 maggio si verificò così l'unico contatto a fuoco
fra unità navali del conflitto: la fregata britannica Alacrity, in missione esplorati-
va nello stretto delle Falkland, intercettò la nave trasporto argentina Islas de los
Estados, che trasportava 325000 ltr di benzina avio, e la distrusse a cannonate. Il
12 maggio il cacciatorpediniere Glasgow e la fregata Brilliant furono mandati in
avanguardia per bombardare le postazioni intorno a Stanley; iniziarono il canno-
neggiamento di mattina, ma nel pomeriggio vennero attaccati da 4 Skyhawk
argentini e i missili Sea Wolf della Brilliant partirono automaticamente: 2 aerei furo-
no abbattuti, un terzo andò a cozzare contro i rottami ed esplose; il quarto riuscì a
fuggire. Tuttavia, quando 20 minuti più tardi le 2 navi britanniche furono prese di
mira da un'altra ondata di 4 aerei nemici, i missili Sea Dart del Glasgow
funzionarono male e il sistema missilistico Sea Wolf della Brilliant (in realtà un'arma
antimissile) non si attivò, sicché il Glasgow venne colpito da una bomba che
attraversò il locale macchine senza esplodere (il fenomeno si verificava abbastanza
di frequente, probabilmente perché i piloti argentini attaccavano al di sotto della
quota ottimale e le armi non avevano il tempo di innescarsi).
L'inverno australe cominciava a farsi sentire e ben presto le condizioni
meteorologiche avrebbero impedito alla flotta di rimanere per mare, sicché da
Londra partì l'ordine di accelerare al massimo l'occupazione delle isole. Erano stati
presi in considerazione 8 siti per lo sbarco, denominato in codice Operazione
Sutton ma,infine, fu scelto San Carlos, sulla costa occidentale della Falkland
Orientale, poiché era sguarnito e relativamente ridossato. Il 19 maggio le unità da
sbarco arrivarono nella zona di guerra; nelle 24 ore successive 2 dei battaglioni
d'assalto trasbordarono dal transatlantico Canberra alle navi d'assalto Intrepid e
Fearless;quindi, nell'oscurità del primo mattino del 21 maggio,12 unità trasporto
truppe e 7 navi da guerra doppiarono capo Dolphin ed entrarono nella parte
settentrionale dello stretto delle Falkland; dettero fondo nelle acque
prospicienti San Carlos e trasferirono le truppe sui mezzi anfibi per quella che
potenzialmente era la parte più pericolosa dell'operazione.
Lo sbarco riuscì, ma alle 10.30 i trasporti e la testa di ponte britannica furono presi
di mira da Mirage, Dagger e Skyhawk argentini nello stretto delle Falkland.
Le navi Antrim, Ardent, Argonaut e Broadsword furono attaccate e il
cacciatorpediniere Antrim seriamente danneggiato da una bomba che penetrò nel
deposito missili Sea Slug, senza esplodere, e da un'altra che rimbalzò dal castello
di prora e scoppiò nell'impatto con l'acqua. Dopo il raid i piloti argentini si
allontanarono,ma rinnovarono l'attacco, nel pomeriggio e la prima
nave a riportare danni fu la fregata Argonaut, colpita 2 volte da bombe: nessuna di
esse aveva avuto tempo di innescarsi, ma una fece esplodere 2 missili Sea Cat e
alcune munizioni, e l'altra si fermò nel locale caldaie.
Quindi i piloti, degli Skyhawk rivolsero la loro attenzione alla fregata Ardent,
colpendola con 9 bombe (e questa volta soltanto 2 di esse non esplosero); i
superstiti dell'equipaggio furono recuperati dalla Yarmouth,mentre la Ardent, a
bordo della quale era scoppiato un pauroso incendio, affondò il giorno seguente.
L'Aviazione argentina aveva colto un bel successo, anche se nelle 2 ondate
offensive aveva perso 13 velivoli, e nei giorni successivi continuò a effettuare 2
incursioni aeree giornaliere, una di mattina e una di pomeriggio,sullo stretto, che
ormai era soprannominato "vicolo delle bombe" (bomb's lane).
Il 23 maggio la fregata Antelope fu colpita da 2 bombe che al momento non
esplosero; purtroppo una di esse scoppiò mentre gli artificieri stavano
tentando di neutralizzarla e innescò la testata dei missili. Per fortuna l'equipaggio
era stato quasi tutto sbarcato quando la nave fu troncata in due dall'esplosione
(affondò la mattina dopo). Il 25 maggio, giorno della festa nazionale argentina, il
cacciatorpediniere britannico Coventry, in pattugliamento a 30 km a nord dello
stretto, fu centrato da 3 bombe da 400 kg e affondò in brevissimo tempo.
Proprio mentre il Coventry stava scomparendo fra le onde, a 200 km di distanza 2
Super Etendard stavano lanciando missili Exocet contro il gruppo delle portae-
rei che, come sempre, erano protette dalle unità dello schermo antiaereo e dalla
linea delle navi mercantili che facevano da bersaglio-esca. Fu proprio un mercan-
tile a essere colpito, l'Atlantic Conveyor, che stava trasportando elicotteri pesanti
CH-47 Chinook e Westland Wessex di cui c'era un disperato bisogno. La testata
dell'Exocet non esplose, ma si incendiò il suo carburante non ancora consumato e
ciò fu sufficiente perché la nave prendesse fuoco (affondò 3 giorni dopo). Un
altro attacco con missili aria-superficie Exocet, questa volta infruttuoso, venne
effettuato sul gruppo delle portaerei il 30 maggio, ma fu l'ultimo perché gli Argentini
ne avevano esaurito le scorte.
Tuttavia, anche se senza missili, la guerra aerea continuava. L'8 giugno alcuni
Skyhawk sorpresero le unità da sbarco Sir Tristram e Sir Galahad a Bluff Cove e
colpirono la prima con 2 bombe: una la trapassò senza esplodere e l'altra si innescò
in un piccolo locale che attenuò gli effetti dello scoppio. La Sir Galahad, inve-
ce, non ebbe altrettanta fortuna poiché stava sbarcando gli uomini delle Welsh
Guards, che erano radunati sul ponte di corridoio della nave, quando una bomba si
infilò dal boccaporto, il suo involucro si aprì e l'esplosivo che conteneva prese
fuoco (43 uomini persero la vita e oltre 150 furono feriti, molti in maniera grave). La
nave affondò il 25 giugno. Benché avessero esaurito le scorte di missili lanciabili
dagli aerei, gli Argentini disponevano ancora di qualche Exocet superficie-superficie
e con essi effettuarono le loro ultime azioni antinave; con grande spirito di
improvvisazione, rimossero i missili da una fregata e li portarono a Port Stanley,
dove fu allestita una rampa su un rimorchio di automezzo. Nella notte
del 27 maggio lanciarono 2 missili che non raggiunsero alcuna nave della linea di
bombardamento; ma il 12 giugno colpirono vicino alla poppa il cacciatorpediniere
Glamorgan, che aveva appena effettuato tiri di cannone in supporto a un attacco di
fanteria su Stanley.
L'esplosione provocò meno danni di quanto avrebbe potuto; tuttavia,13 marinai del
Glamorgan persero la vita. L'attacco finale britannico era comunque già scattato l'11
giugno e il 13 la fanteria e i Marines, che avevano effettuato una massiccia avanzata
attraverso la Falkland Orientale,entrarono nella capitale, Stanley. Il 14 giugno
l'Argentina firmò la resa, ponendo termine al conflitto. Nella guerra per mare, la
Marina britannica aveva perso 4 navi da guerra, 2 trasporti e 103 uomini, mentre
quella argentina aveva perduto l'incrociatore General Belgrano, 1 sommergibile, un
certo numero di altre navi e 393 uomini.
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