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Discussione: DECRETO LEGISLATIVO 15 marzo 2010, n. 66

  1. #1

    Predefinito DECRETO LEGISLATIVO 15 marzo 2010, n. 66

    DECRETO LEGISLATIVO 15 marzo 2010, n. 66
    Codice dell'ordinamento militare. (10G0089)
    (GU n. 106 del 8-5-2010 - Suppl. Ordinario n.84)
    Entrata in vigore del provvedimento: 9/10/2010

    http://www.gazzettaufficiale.it/guri...=1276794333873

    Buona lettura
    "Vi sono momenti, nella Vita, in cui tacere diventa una colpa e parlare diventa un obbligo. Un dovere civile, una sfida morale, un imprativo categorico al quale non si può sottrarre"
    (Oriana Fallaci)

  2. #2
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    Citazione Originariamente Scritto da CHI OSA VINCE Visualizza Messaggio
    DECRETO LEGISLATIVO 15 marzo 2010, n. 66
    Codice dell'ordinamento militare. (10G0089)
    (GU n. 106 del 8-5-2010 - Suppl. Ordinario n.84)
    Entrata in vigore del provvedimento: 9/10/2010

    http://www.gazzettaufficiale.it/guri...=1276794333873

    Buona lettura
    Già letto a suo tempo (nonostante lo spessore del "tomo").
    Sostanzialmente ripropone la 484.
    Le cose più interessanti (che condivido e che, da militare, ho sempre sostenuto) riguardano la riproposizione dei Centri di Mobilitazione e delle relative catene di comando.

    Altra cosa che noto, tanto di cappello alle Sorelle, è l'aggancio delle II.VV. al secondo anno delle scuole di infermeria.
    Ecco come si fa! Altro che svuotare i programmi di formazione per attirare più arruolamenti!

    A questo punto, mi auguro che finisca definitivamente ogni difficoltà dei Centri di Mobilitazione ingessati da questioni sollevate spesso al limite della legittimità.

    Aspettiamo il 9 ottobre.
    Ultima modifica di VDG; 17-06-10 alle 21: 24
    Patria e Onore.
    Ferrum Ferro Acuitur.

  3. #3

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    Peccato che le scuole per infermieri professionali non esistano più così come tale qualifica o profilo che dir si voglia. E non credo che una qualsiasi Università degli Studi, in base ad un attestato di operatore socio sanitario pluri specializzato in tutto e di più, ammetterà mai al secondo anno del corso di laurea in infermieristica chi possiede tale titolo. E' pur vero che la CRI ha anche le sue strutture formative ma se ciò avvenisse (iscrizione di un OSS al secondo anno di un corso di laurea in ambito CRI), sarebbe scandaloso e sopratutto dequalificante per tutte quelle sorelle che infermiere lo sono per davvero. Ricordiamoci poi che per accedere all'Università serve comunque un diploma di scuola media superiore. Come al solito le leggi italiane vengono fatte seguendo bieche logiche di potere sopratutto quando si tratta delle categorie professionali più deboli, mai sui dirigenti che anzi ne traggono sempre vantaggio. Mi spiace infine che la tanto attesa riforma, in senso di ammodernamento, della componente militare CRI sia miseramente fallita visto il riassorbimento tal quale del RD 484.
    fratribus ut vitam servares

  4. #4
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    Citazione Originariamente Scritto da GUEST Visualizza Messaggio
    Peccato che le scuole per infermieri professionali non esistano più così come tale qualifica o profilo che dir si voglia. E non credo che una qualsiasi Università degli Studi, in base ad un attestato di operatore socio sanitario pluri specializzato in tutto e di più, ammetterà mai al secondo anno del corso di laurea in infermieristica chi possiede tale titolo. E' pur vero che la CRI ha anche le sue strutture formative ma se ciò avvenisse (iscrizione di un OSS al secondo anno di un corso di laurea in ambito CRI), sarebbe scandaloso e sopratutto dequalificante per tutte quelle sorelle che infermiere lo sono per davvero. Ricordiamoci poi che per accedere all'Università serve comunque un diploma di scuola media superiore. Come al solito le leggi italiane vengono fatte seguendo bieche logiche di potere sopratutto quando si tratta delle categorie professionali più deboli, mai sui dirigenti che anzi ne traggono sempre vantaggio. Mi spiace infine che la tanto attesa riforma, in senso di ammodernamento, della componente militare CRI sia miseramente fallita visto il riassorbimento tal quale del RD 484.
    Beh, dovremmo capire quale impatto ha il piano formativo delle II.VV. in termini di C.F.U.
    Se complessivamente ti riconoscono 60 C.F.U. (sui 180 che costituiscono una laurea breve) ecco che si potrebbe spiegare l'anno guadagnato.
    Patria e Onore.
    Ferrum Ferro Acuitur.

  5. #5

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    E ancora c'è qualcuno che si stupisce che gli infermieri in Italia sono quasi tutti dell'est Europa, se ci trattano così chi lo vuole più fare questo lavoro?
    C.I.S.O.M
    "Tuitio fidei et obsequium pauperum"

  6. #6
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    Orzocco, tu mi insegni che non è un titolo di studio (diploma o laurea) a formare un professionista con la P maiuscola, ma è l'esercizio della professione stessa.

    Rimanendo in casa Infermieri, nel mondo della sanità italiana i percorsi sono stati i più vari.

    Ci sono infermieri che prima erano degli ausiliari e hanno fatto la scuola IP di tre anni, ci sono infermieri che hanno solo due anni di scuola perchè nel loro tempo l'ordinamento era questo.

    Quindi non vedo strano che una infermiera volontaria possa essere ammessa, prassi che esiste anche per altre lauree, al secondo anno del corso di laurea con il riconoscimento di crediti universitari.

    Senza che ciò svilisca, in alcun modo, la figura dell'Infermiere.

  7. #7

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    Domenico, come parli te sembra che tutti gli infermieri, prima di esse tali, abbiano necessariamente fatto una sorta di gavetta facendo le pulizie negli ospedali.
    permettimi di smentirti, essere infermiere, studiare per diventarlo è una cosa seria, non uno di quei corsicciatoli che solitamente si fanno in ambito di associazioni di volontariato, non di tutte ma di molte si.
    Che i percorsi siano stati i più vari non vuol dire niente, anche la chirurgia anticamente era esercitata dai barbieri, questo non vuol dire che questi ultimi abbiano diritto di esercitarla ancor'oggi.
    La differenza tra chi ha studiato con il vecchio ordinamento, scuole regionali, e chi invece studia all'università è soltanto di sede e di organizzazione del piano di studi, anzi mentre ora bellamente si può uscire fuoricorso, prima non si poteva e dovevi pedalare per poter preparare gli esami, anno per anno.
    Mi sembra, perdonami non voglio essere offensivo nei tuoi e ne in quelli della CRI,che volete scimmiottare anche voi quel mal costume, tutto italiano, che per ora è appannaggio delle FFAA-FPP, cioè che in base al grado ricoperto in tali amministrazioni vengano riconosciuti tot crediti universitari, alla faccia di chi studia in modo regolare e senza regalie di sorta.
    In finale vorrei dirti che insegno che prima della pratica è necessaria la teoria, nel nostro caso intesa come scienza infermieristica , perchè nel modo da te intesa questa professione, svilisce eccome, i tempi delle conoscenze empiriche ormai dovrebbe far parte di un lontano passato.
    Un saluto.
    C.I.S.O.M
    "Tuitio fidei et obsequium pauperum"

  8. #8
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    Citazione Originariamente Scritto da orzocco Visualizza Messaggio
    Domenico, come parli te sembra che tutti gli infermieri, prima di esse tali, abbiano necessariamente fatto una sorta di gavetta facendo le pulizie negli ospedali.
    permettimi di smentirti, essere infermiere, studiare per diventarlo è una cosa seria, non uno di quei corsicciatoli che solitamente si fanno in ambito di associazioni di volontariato, non di tutte ma di molte si.
    Che i percorsi siano stati i più vari non vuol dire niente, anche la chirurgia anticamente era esercitata dai barbieri, questo non vuol dire che questi ultimi abbiano diritto di esercitarla ancor'oggi.
    La differenza tra chi ha studiato con il vecchio ordinamento, scuole regionali, e chi invece studia all'università è soltanto di sede e di organizzazione del piano di studi, anzi mentre ora bellamente si può uscire fuoricorso, prima non si poteva e dovevi pedalare per poter preparare gli esami, anno per anno.
    Mi sembra, perdonami non voglio essere offensivo nei tuoi e ne in quelli della CRI,che volete scimmiottare anche voi quel mal costume, tutto italiano, che per ora è appannaggio delle FFAA-FPP, cioè che in base al grado ricoperto in tali amministrazioni vengano riconosciuti tot crediti universitari, alla faccia di chi studia in modo regolare e senza regalie di sorta.
    In finale vorrei dirti che insegno che prima della pratica è necessaria la teoria, nel nostro caso intesa come scienza infermieristica , perchè nel modo da te intesa questa professione, svilisce eccome, i tempi delle conoscenze empiriche ormai dovrebbe far parte di un lontano passato.
    Un saluto.

    Orzocco, ti quoto ma solo in parte.
    Anch'io mi sono formato all'Università con un corso "vecchio ordinamento".
    Al tempo nel quale seguivo io i corsi non c'erano lauree brevi e ti dovevi sorbire dai 4 anni della laurea in legge ai 6 anni di quella in medicina e chirurgia (salvo specializzazioni).
    Dunque pur essendo convinto che i praticoni non possono sostituire chi alla pratica affianca una solida preparazione teorica, però cerco di non cadere nella trappole delle frasi fatte per puro protezionismo di casta o come quelle che i padri dicono ai figli.
    Possibile che ogni generazione sostiene che nel passato tutto era meglio che nel presente?
    Se così fosse, consentimi, il mondo sarebbe già a scatafascio e da un bel pezzo, visto il numero di generazioni che si sono avvicendate dalla preistoria sino ad oggi.
    In taluni casi può essere vero ma ci si deve rassegnare che l'evoluzione didattica di tutte le lauree è nel senso di riconoscere al cittadino eventuali esperienze culturali o professionali con l'attribuzione di Crediti Formativi.
    E' così, ad esempio, che gli impiegati del Catasto possono prendere la laurea breve in scienze del territorio senza partire da zero, che i sott.li delle FF.AA. quella in scienze strategiche, etc. etc., perchè si riconosce loro una preparazione, acquisita sul campo, che onestamente chi fa un corso regolare (come dici tu) all'atto dell'iscrizione all'Università non ha.
    Ma non solo gli appartenenti ad Enti pubblici possono fare ciò ma anche i lavoratori autonomi ed, in generale, tutti i cittadini visto che a suo tempo è stato istituito il "libretto formativo del cittadino" che serve proprio a registrare le esperienze formative e lavorative di ogn'uno, al fine di non "dimenticarle" in occasione di successivi percorsi di formazione.
    Non vedo nulla di male, quindi, se anche le II.VV. possano vedere in qualche modo riconosciuto il loro percorso di formazione (di ben due anni aggiungo io. Quale Corpo fa altrettanto considerando che sono volontarie?).
    Il problema non è, al solito, sull'entità dello "sconto" che lo studente riceve ma sull'effettivo controllo della qualità delle esperienze che reclama di avere.
    Se alle II.VV. viene dato il diploma a fronte di due anni di corso ove insegnano solo a tenere la manina del paziente, allora posso concordare con te ma se, come credo, ricevono nozioni un po' più approfondite sulle materie infermieristiche non vedo l'utilità sociale e la logica di far perdere tempo a ripetere daccapo quanto già hanno assimilato.
    Ultima modifica di VDG; 23-06-10 alle 14: 03
    Patria e Onore.
    Ferrum Ferro Acuitur.

  9. #9
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    Orzocco, secondo la tua logica chi è gia laureato e si iscrive ad un nuovo corso di laurea dovrebbe ripetere anche quegli esami comuni che ha già superato nel precedente ordinamento.

    Cosa mi dici degli infermeiri di vecchia formazione che si vedo riconosciuti, ope legis, la laurea di primo livello ed il titolo di dottore?

    Anche loro sono di serie B rispetto ai laureati del nuovo ordinamento?

  10. #10
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    Citazione Originariamente Scritto da Domenico Visualizza Messaggio
    Orzocco, secondo la tua logica chi è gia laureato e si iscrive ad un nuovo corso di laurea dovrebbe ripetere anche quegli esami comuni che ha già superato nel precedente ordinamento.

    Cosa mi dici degli infermeiri di vecchia formazione che si vedo riconosciuti, ope legis, la laurea di primo livello ed il titolo di dottore?

    Anche loro sono di serie B rispetto ai laureati del nuovo ordinamento?
    Sicuro che gli viene riconosciuto anche il titolo di Dottore?
    Patria e Onore.
    Ferrum Ferro Acuitur.

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