Razionalizzate l’idea, cari lettori, di una riforma che ci distrugga e ricrei: immaginate la Polizia Municipale come la conosciamo ora ridotta ad accertatori delle soste e ausiliari della viabilità privi di qualsiasi qualifica di polizia, togliamogli il nome di Polizia Municipale e accorpiamo il tutto, sia questi accertatori sia l’apparato burocratico viabilistico (quindi le pratiche inerenti passi carrai, permessi disabili, pass ztl e compagnia cantante) in un nuovo ufficio che chiameremo “Ufficio Viabilità Comunale”. Così facciamo contento il 35% di cui sopra che in questo ufficio confluirebbe con gioia, e i sindaci che avrebbero minori spese e minori problemi di gestione.
Prendiamo il restante personale di Polizia Locale e trasformiamolo in una chiamiamola Polizia Metropolitana a competenza allargata alla nuova realtà delle città metropolitane (che han preso il posto della provincia ricordiamolo) con competenza specifica di Polizia Stradale (con modifica del Codice attuale ed il riconoscimento di seconda forza di Polizia Stradale in Italia dopo la specialità della Polizia di Stato) e Soccorso Urbano (quindi specializzata in degrado, tso, microcriminalità, abusivismo edilizio, nulla che già oggi non si faccia) ed immaginiamola pagata da un fondo specifico della città Metropolitana formato dai vari comuni che ne fanno parte, legata ovviamente al 208 cds ma staccata dal bilancio(lasciando ad esso invece gli introiti del suindicato Ufficio Viabilità, in quanto realtà comunale). Immaginiamo l’aumento di controlli di qualsiasi genere che ci sarebbe da una specializzazione così elevata: posti di controllo continui che, al di là delle sanzioni ordinarie, possono portare al fermo di veicoli guidati da soggetti pericolosi, od oggetto di furti, o impegnati in traffici illeciti (anche questo succede sovente e siamo spesso NOI), per tacere dell’aumento di controlli su veicoli stranieri e sull’autotrasporto (le cui sanzioni sono elevatissime, per la gioia degli economi, però con il pregio di levare letteralmente delle bombe dalle nostre strade e garantire una soddisfazione professionale sicuramente superiore al bollettino sul cruscotto) totale indipendenza dal singolo amministratore o consigliere, nessuna vera ed effettiva sovrapposizione coi colleghi dello stato, ma parificazione di dignità personale e professionale.
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