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Discussione: Storia del C.F.S.

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    Predefinito Storia del C.F.S.



    L’Amministrazione forestale italiana: dagli Stati pre-unitari ai tempi moderni.

    (1822-1860)

    La prima metà dell’Ottocento fu caratterizzata dalla ricostituzione degli Stati dopo l’avventura napoleonica che aveva attraversato l’Europa con il suo vento di innovazioni e cambiamenti. La suddivisione dell’Europa sancita dal Congresso di Vienna ebbe conseguenze significative anche per il nostro Paese, ove tornarono ad insediarsi le case regnanti scacciate dalle armate francesi.

    La principale preoccupazione dei sovrani fu ovviamente quella di ristabilire lo “status quo”, imponendo norme e leggi diverse da quelle in vigore durante il periodo napoleonico.

    Anche il settore forestale fu oggetto in questo periodo di un’intensa attività normativa il cui scopo essenziale era quello di garantire la difesa del patrimonio boschivo, soprattutto attraverso divieti, e di permetterne al contempo l’utilizzazione per gli scopi dello Stato. Nei regolamenti dell’epoca è prevalente la distinzione tra bosco pubblico e bosco privato. Così, ad esempio, in Lombardia, il governo austriaco distingueva i boschi in due categorie: quelli appartenenti ai corpi morali, inclusi il demanio, che erano sottoposti all’amministrazione dello Stato e dovevano essere misurati, portati in mappa e catasto particolare, descritti per qualità di piante e circoscritti da termini stabili e facilmente riconoscibili. L’altra comprendeva i boschi di proprietà privata ove, senza speciale autorizzazione erano vietate le estirpazioni ed i dissodamenti quando si trovassero sulla vetta o sul pendio dei monti e dei colli o lungo i fiumi ed i torrenti.

    Senza descrivere la normativa vigente in ogni Stato dell’epoca è importante fare un richiamo al Regno Piemontese che, a seguito delle vicende belliche e storiche del periodo risorgimentale, ha costituito la base politico amministrativa del futuro Regno d’Italia. In Piemonte, con le Regie patenti del 15 ottobre 1822, Carlo Felice stabiliva la costituzione dell’Amministrazione forestale. In esse si legge, infatti: “Abbiamo pure riputato conveniente di creare un’Amministrazione per la custodia e vigilanza de’ boschi”. Questa dichiarazione di intenti era supportata dalle norme relative alla gestione ed ai vincoli sui boschi del Regno, particolarmente rigidi, e trovò concreta applicazione con la definizione degli organici e dei compiti affidati all’Amministrazione nel relativo regolamento applicativo. Per la prima volta veniva costituita un’organizzazione articolata territorialmente in cui i “forestali” erano incaricati di” invigilare sui boschi” e di garantire la loro protezione. Per tale motivo l’annuale di fondazione del Corpo viene fatto risalire a tali Regie patenti.

    Le Regie patenti del 1833, emanate da Carlo Alberto, abrogarono quelle del 1822, stabilendo un regime meno vincolistico per la gestione e difesa dei boschi ed ebbero vita molto lunga (circa quaranta anni) venendo utilizzate anche dopo la proclamazione del Regno. Le attività cui erano chiamati gli amministratori per la vigilanza dei boschi in Piemonte riguardavano essenzialmente le modalità per garantire la conservazione, il miglioramento del patrimonio forestale e le operazioni relative al taglio ed alla vendita dei prodotti legnosi. L’ organizzazione istituita da Carlo Alberto prevedeva la suddivisione dei “Regi Stati di terra-ferma” in ventuno circondari (composti di una o più province) a loro volta distinti in distretti. Ogni circondario era curato da un Ispettore, ogni distretto aveva un Capo guardia. Il numero delle guardie era stabilito in base alla natura, estensione e situazione dei boschi. Le Regie patenti del 1833 stabilirono, quindi, una struttura organizzativa piuttosto articolata e capillare, meglio definendo i rapporti gerarchici ed i compiti assegnati al personale.






    L’Amministrazione forestale italiana: dagli Stati pre-unitari ai tempi moderni.

    (1861-1910)


    All’indomani della proclamazione del Regno d’Italia, avvenuta nel 1861, la situazione per l’Amministrazione forestale si presentava piuttosto disomogenea, soprattutto dal punto di vista normativo. Infatti, vennero mantenute in vigore fino al 1877 le leggi ed i decreti degli Stati pre-unitari, che dovevano “convivere” con l’organizzazione amministrativa prevista dalle Regie patenti del 1833. Questa situazione era dettata dalla situazione storica piuttosto delicata, caratterizzata dalla profusione di energie per la realizzazione del progetto politico e militare dell’unificazione. Il processo di integrazione fu lento e difficoltoso e sarebbe culminato in una struttura amministrativa adeguata alle mutate esigenze. Anche nel settore forestale vennero introdotti dei cambiamenti e, quale primo segno tangibile della nascita dell’amministrazione centrale, venne emanato il Regio decreto n.1013/1862, volto ad unificare le diverse fogge delle uniformi per gli Agenti appartenenti alle Amministrazioni forestali degli Stati annessi.

    Anche il simbolo dei forestali, i cosiddetti “martelli”, da non confondere con le asce in uso ai boscaioli, subirono in quel periodo l’unificazione. Infatti nel 1864 venne stabilita per i martelli forestali una “forma sola ed identica per tutto il Regno”. Essi, com’è noto, venivano impiegati dall’Amministrazione forestale per marchiare le piante da atterrarsi o conservarsi. Avevano un particolare simbolo che consentiva di identificare esattamente chi aveva provveduto alla marchiatura delle piante.


    Le foreste statali dell’epoca avevano dimensioni ridotte, arrivando a coprire circa centomila ettari, e non erano considerate molto importanti visto che molti boschi ereditati dagli ex Stati vennero venduti.

    Il primo passo verso la organizzazione della materia forestale venne stabilita con la legge del 1877, con cui venne stabilito un importante vincolo: quello del divieto di disboscamento dei terreni al di sopra del limite della vegetazione del castagno, specie considerata indicatrice e diffusa su tutto il territorio del nuovo regno. Con tale legge si cercò di arginare i fenomeni di degrado e taglio indiscriminato che avevano interessato larghe zone del Paese.

    Dopo la costituzione del Regno d'Italia cominciò ad avviarsi, infatti, una politica forestale indirizzata soprattutto verso i problemi della difesa del suolo, e del regime idrogeologico montano, attraverso le opere di stabilizzazione ed il rimboschimento delle pendici montane. All'inizio si trattò solo di piccoli contributi finanziari che il Ministero d'agricoltura, industria e commercio, istituito con R.D. 5/7/1860 n. 4192, offrì ad alcune Province che avevano preso l'iniziativa di eseguire opere a vantaggio della conservazione e del ripristino dei boschi. Ma già durante la discussione in Parlamento della legge n. 3917 del 20/6/1877, fu dimostrata la necessità di estendere la coltura silvana e di far assumere allo Stato, a tale riguardo, un azione positiva oltre a quella puramente restrittiva dei vincoli forestali.

    Con la legge 3917 venne data unitarietà alla materia forestale: vennero definiti i termini del vincolo forestale e i criteri di applicazione; vennero date indicazioni per le prescrizioni di massima cui dovevano attenersi i proprietari dei boschi nei tagli colturali; vennero istituiti i consorzi di rimboschimento, che avrebbero utilmente operato per molti decenni. La valutazione dei reati forestali venne affidata agli agenti forestali che a norma dell'art. 28 rivestivano anche la qualifica di "ufficiali di polizia giudiziaria".

    L'Amministrazione forestale che nel 1877 faceva capo al Ministero d'agricoltura, industria e commercio Direzione Generale dell'Agricoltura, aveva nel frattempo compiuto passi in avanti, puntando soprattutto sulla preparazione scientifico-tecnica dei funzionari attuata, da principio con l'invio di alcuni giovani presso scuole forestali francesi e tedesche, poi con l'istituzione, nel 1869, della "Scuola di Vallombrosa", la prima scuola di selvicoltura nazionale.

    Negli ultimi trenta anni del secolo scorso l'Amministrazione forestale italiana si andò, quindi, cementando e cominciò ad arricchirsi sul piano culturale e tecnico; aumentò la sua presenza sul territorio, dove era impegnata soprattutto a perseguire la stabilità delle pendici ed un regolato regime idrogeologico.

    Un posto meno importante occupava in quel periodo la gestione delle foreste statali che oltre tutto non arrivavano a centomila ettari su tutto il territorio nazionale e delle quali allora, con scarsa attenzione e sensibilità per gli aspetti ambientali e paesaggistici, si vedeva forse solo l'interesse mercantile per una certa produzione legnosa. Nei primi anni del Regno, infatti, diversi boschi ereditati dagli ex Stati erano stati messi in vendita ed alienati e soltanto nel 1871 alcuni boschi statali erano stati dichiarati inalienabili. Nonostante un generale miglioramento qualitativo l'Amministrazione forestale di fine secolo aveva ancora proporzioni molto contenute con organici ridotti e frequentemente rimaneggiati. All'inizio del secolo cominciò ad acquistare, tuttavia, una fisionomia più definita; con il R.D. 18 febbraio 1909, n. 94, venne creata la Direzione generale delle acque, foreste, bonifìcamenti e demani, separata dalla preesistente Direzione generale dell'agricoltura.

    Nello stesso anno l'associazione "pro montibus et silvis", promosse a Bologna un convegno che ancora oggi viene ricordato come tappa fondamentale della storia forestale italìana. I lavori di quei giorni furono animati dalla presenza di un grande politico, Luigi Luzzatti - che già nel 1869 si era interessato per l'istituto di Vallombrosa - e di un giovane scienziato, Alessandro Chigi. L'anno successivo, venne emanata la legge 2 giugno 1910 n. 277, nota come "legge Luzzatti", in base alla quale l'Amministrazione forestale - che faceva ancora capo al Ministero d'agricoltura, industria e commercio - si articolava in: Direzione generale delle foreste; Consiglio superiore delle acque e Forestale. foreste; Corpo Reale delle Foreste .. (con un’articolazione territoriale composta da 10 compartimenti retti da Ispettori superiori, 37 ripartimenti retti da Ispettori, 158 distretti retti da Sottoispettori, 8 ispettorati per i servizi speciali retti da Ispettori).

    L'Azienda, mediante l'ampliamento e l'inalienabilità della proprietà boschiva demaniale, doveva provvedere all'incremento della selvicoltura e del commercio dei prodotti forestali. A capo dell'Azienda era lo stesso Direttore generale delle foreste ed appartenente al Corpo Reale delle Foreste era il personale che prestava servizio nelle sue strutture (12 uffici amministrativi di foreste autonome retti da Sottoispettori).

    Il Corpo Reale delle Foreste poté disporre di un organico di 340 ispettori, 16 aiutanti (personale tecnico inferiore) e 3.000 unità fra marescialli, brigadieri e guardie forestali. Aveva un’articolazione territoriale composta da 10 compartimenti retti da Ispettori superiori, 37 ripartimenti retti da Ispettori, 158 distretti retti da Sottoispettori, 8 ispettorati per i servizi speciali retti da Ispettori).

    La legge 277 creò anche le premesse per una migliore istruzione del personale forestale: così nel 1912 venne istituito a Firenze l'Istituto superiore forestale per l'istruzione degli ufficiali, necessari tanto per il servizio nell'Azienda quanto per l'applicazione delle leggi forestali. Nel 1913 venne istituita a Vallombrosa la "Scuola per agenti forestali graduati". Nel 1914 fu soppressa la "Scuola di selvicoltura per le guardie forestali del Regno", sorta a Cittaducale nel 1905 e venne istituita la "Scuola per allievi-guardie forestali" che provvederà per molti anni all'istruzione teorico-pratica del personale del Corpo Reale delle Foreste.

    L’Amministrazione forestale italiana: dagli Stati pre-unitari ai tempi moderni.

    (1910-1945)

    I primi anni dopo la legge del 1910 videro una fervida attività nel settore forestale: l'Azienda ampliò egregiamente il demanio con l'acquisto di fondi di grande interesse in Sardegna, in Emilia, nel Casentino e nelle tre province calabresi; notevole incremento ebbero i rimboschimenti, le opere di difesa dei corsi d'acqua, le azioni per il sostegno della selvicoltura privata.

    Lo scoppio della Prima guerra mondiale determinò una forte riduzione delle attività; per contro le esigenze di legna e legname, da parte delle forze armate e delle popolazioni civili, aumentarono fortemente anche per le ridotte importazioni dall'estero - e provocarono un assalto , sia pure giustificato e legalizzato a tante parti del patrimonio forestale. Il Corpo Reale delle Foreste non operò direttamente con unità combattenti sul fronte, ma gran parte del suo personale venne richiamato e combatté nelle fila del Regio Esercito. Al Corpo vennero affidati compiti di polizia militare e di approvvigionamento di legname per usi bellici.

    Nel dopo guerra il Corpo Reale delle Foreste si trovò impegnato in modo particolare nella ricognizione, valutazione e quindi riparazione dei danni che il patrimonio boschivo e montano aveva subito, sia nel territorio nord-orientale per azioni di guerra, sia altrove per i fortissimi tagli e per le ridotte cure colturali ed opere manutentorie.

    Il 30 dicembre 1923 venne emanato il Regio decreto n. 3267 che riordinò e riformò la legislazione in materia di boschi e terreni montani. Tale decreto, che comprendeva tutto il panorama "forestale", affermava quali organi dell'Amministrazione Forestale, alle dipendenze del Ministero ora denominato dell'economia nazionale: la Direzione generale delle foreste e dei demani, il Corpo Reale delle Foreste e l'Azienda speciale del demanio forestale di Stato.
    Gli uffici periferici di quest'ultima erano posti alla diretta dipendenza della Direzione generale delle foreste e dei demani. La legge 3267, estremamente importante ai fini della gestione e tutela del patrimonio forestale (deriva da questa legge infatti il vincolo idrogeologico imposto su gran parte del territorio montano e collinare) trova applicazione ancora oggi.

    Pochi anni più tardi si ebbe la radicale modifica attuata con il D.L. 16 maggio 1926 n. 1056; il fascismo che voleva assicurarsi la massima disponibilità delle forze di polizia creando le diverse milizie speciali (stradale, ferroviaria, confinaria, ecc.) soppresse il Corpo Reale delle Foreste ed istituì al suo posto la Milizia Nazionale Forestale, che fu inquadrata poi nelle Forze armate dello Stato. Con R.D.L. 17/2/1927, n. 324, fu soppressa la Direzione generale delle foreste e dei demani e fu istituito l'ente autonomo "Azienda Foreste Demaniali" (A.F.D.) in sostituzione dell'Azienda speciale del demanio forestale di Stato. Successivamente, con L.5/1/1933, n. 30, l'A.F.D. divenne "Azienda di Stato per le Foreste Demaniali". La Milizia Forestale nell'esercizio dei compiti tecnici dipendeva dal Ministero dell'economia nazionale - trasformato successivamente in Ministero dell'Agricoltura e delle Foreste con R.D. 12/9/1929 1661 - mentre come corpo armato dipendeva direttamente dal Comando generale della Milizia.

    Sul piano tecnico i Forestali esercitarono, in generale, una forte azione di polizia per la difesa della superficie boschiva, un'intensa opera di sistemazione montana e ampliamento del demanio forestale anche se, nella fase di autarchia voluta dal Governo, dovettero curare sempre di più gli aspetti produttivi, sia nel regime delle utilizzazioni boschive sia con una maggiore attenzione alle colture legnose a rapida crescita.

    Sul piano militare, durante il secondo conflitto mondiale furono chiamati maggiormente ad assicurare il rifornimento di legna e carbone per le forze armate e per le popolazioni dei centri urbani. I forestali mobilitarono un raggruppamento motorizzato su due Legioni che operò sul fronte alpino (1940) e sul fronte albanese-jugoslavo (1941).

    L’Amministrazione forestale italiana: dagli Stati pre-unitari ai tempi moderni.

    (dal 1948 ad oggi)

    Con la caduta del fascismo, il R.D.L. 16/B del 6 dicembre 1943 decretò fra l'altro che "la Milizia Forestale passa a costituire con i suoi quadri il Real Corpo delle foreste.... Con decreto Reale saranno determinate le modalità di attuazione per il ripristino del R. Corpo delle foreste e i compiti allo stesso assegnati". L'attuazione di quanto previsto dal suddetto decreto avvenne solo il 12 marzo 1948 con il D. L.vo n. 804. Tale decreto stabilì i compiti affidati al "Corpo Forestale dello Stato" che fa ora capo alla Direzione Generale delle Risorse Forestali Montane ed Idriche presso il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali.

    Il nuovo Corpo Forestale nasceva in un Paese ancora disastrato dalla guerra nel momento, però, di avvio della ricostruzione nazionale e, in particolare, di una nuova attenzione per i problemi della montagna e del bosco. Il Congresso di Firenze promosso dai Georgofili nel 1947 aveva, infatti, espresso indicazioni e suggerimenti che sarebbero stati ripresi nel testo della legge della montagna del 25 luglio 1952, n. 991. L'incipiente periodo di sviluppo economico di quegli anni, che diede allo Stato nuove possibilità finanziarie, favorì anche il settore forestale così che dopo l'esperimento dei cantieri-scuola di rimboschimento del 1949, poté partire la poderosa legislazione per il Mezzogiorno e per le "aree depresse" e, più tardi, la normativa dei Piani Verdi a favore del l'agricoltura, che non ignorarono la bonifica e l'economia montana e forestale.

    Comunque quella che più a fondo toccò l'Amministrazione forestale fu la citata legge 991, per la montagna. Tale legge all'art. 33 precisava che oltre alle funzioni precedentemente esercitate, la Direzione generale - che ora assumeva il nuovo significativo nome di Direzione generale per l'economia montana e per le foreste - aveva anche il compito di presiedere e coordinare tutte le attività contemplale dalla legge stessa e di gestire i relativi fondi. Gli interventi del Corpo Forestale dello Stato e le azioni che esso in- direttamente favorì, segnarono la fine di secoli di depressione in territori montani dove, ancora negli anni '50, mancavano case decenti, stalle, concimaie, vie di collegamento, acqua, luce, terreni sistemati e colture redditizie. Ed è merito sempre di questa legge 991 se negli anni dopo il 1952 lo Stato ha potuto acquisire al suo demanio forestale circa 300 mila ettari di terreni dissestati, scarsamente boscati o cespugliati, sui quali insediare un manto boschivo di tutela oppure - condizioni fisiche permettendolo - nuove attività agro-pastorali di razionale impostazione.

    In questo periodo di circa vent'anni, mentre gradualmente nascevano ed entravano in funzione i consorzi di bonifica montana, e poi i Consigli di valle e le Comunità montane, il C.F.S. fu in molte zone il primo ed unico strumento di recupero fisico e di ripresa economica della montagna. Poi, con le leggi n. 281 del 16/5/1970 e n. 382 del 22/7/1975 e con i relativi decreti delegati del 1972 e del 1977 è stato dato l'avvio all'ordinamento regionale ordinario, mentre per le Regioni a Statuto speciale l'attuazione era già anziana di qualche decennio.

    In campo forestale e montano molte competenze dello Stato sono state trasferite alle Regioni, e per il Corpo Forestale dello Stato si è aperta una nuova fase.

    Nel 1981 il Corpo Forestale dello Stato è stato incluso, con la legge n. 121, tra le cinque forze di polizia con compiti anche di protezione civile e nel 1986 con la legge n. 349, istitutiva del Ministero dell'ambiente, è stato chiamato espressamente a difendere le aree naturali. Il Paese chiede maggiore tutela del patrimonio naturalistico minacciato da speculazioni selvagge, incendi, dovuti soprattutto all’incuria e all’abbandono, inquinamento. Il personale del Corpo Forestale dello Stato ha accresciuto la propria professionalità per rispondere sempre meglio alle nuove sfide.

    Accanto alle attività tecniche tradizionali sono aumentate le competenze in numerosi altri settori e per tale motivo il CFS svolge oggi attività di polizia e controllo del territorio, Protezione civile, antincendio boschivo, anti bracconaggio, servizio CITES per la protezione di specie della flora e fauna minacciate di estinzione, controlli comunitari nel settore agricolo e forestale, nonché divulgazione tecnica e scientifica in campo ambientale.

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    Predefinito Il Nuovo Stemma Araldico Del C.f.s.



    Il nuovo stemma araldico, concesso al Corpo forestale dello Stato con Decreto del Presidente della Repubblica il 24 luglio 2007 va a sostituire lo stemma del 1997.

    Lo stemma è così descritto:

    “Di azzurro, all’aquila in profilo con il volo spiegato e alzato, la zampa sinistra poggiata sul tronco d’albero, reciso, sradicato, munito di due fronde, una a destra, l’altra a sinistra, la zampa destra poggiata a mezza altezza sulla fronda posta a destra, il tutto d’oro; al capo di verde, caricato da tre ghiande di quercia d’oro, gambute e fogliate di due, dello stesso, esso capo sostenuto dal filetto d’oro. Lo scudo è sormontato dalla corona turrita d’oro, murata di nero, formata dal cerchio con due cordonate a muro sui margini, sostenente otto torri quadrate (cinque visibili), di due palchi, chiuse di nero, finestrate dello stesso nel palco superiore, ogni palco merlato alla guelfa di tre, esse torri riunite da cortine di muro, ogni cortina merlata alla guelfa di tre. Sotto lo scudo, su lista svolazzante d’oro, il motto, in lettere maiuscole di nero, PRO NATURA OPUS ET VIGILANTIA”.

    Il colore dello smalto del fondo e la rappresentazione araldica dell’aquila simboleggiano la vigilanza che il Corpo forestale è chiamato a svolgere sul patrimonio naturale dello Stato: l’aquila, simbolo del Corpo, è rappresentata nell’atto di difendere e tutelare una quercia aggredita dagli eventi naturali e dall’azione dell’uomo, ma, pur tuttavia, ancora vitale e salda. Il colore del capo simboleggia il vigore e la cortesia; le figure della ghianda, che caricano il capo, affermano il saldo e nobile impegno dell’Istituzione nel lavoro che produce frutti; il filo d’oro che sostiene il capo indica le decorazioni e le onorificenze del Corpo forestale dello Stato.

    L’opportunità di procedere ad una revisione dell’attuale stemma del Corpo forestale dello Stato, concesso nel 1997, risiede, anzitutto, nell’esigenza di ricondurre il simbolo araldico forestale nell’ambito della natura civile dell’Ente.

    Il modello del precedente stemma, infatti, ricalcava esattamente – nella corona, nella lista e negli ornamenti – la foggia di quelli dei reggimenti dell’Esercito, con possibili ambiguità interpretative e identificative.

    Il Corpo forestale dello Stato – Corpo armato civile della Repubblica – si è dotato legittimamente di una corona speciale che timbra il nuovo stemma. La corona è di otto torri (cinque delle quali visibili), caratterizzate da un doppio palco che ne amplifica la verticalità, significando l’atto dell’osservazione (ambientale), momento fondamentale del servizio d’istituto del Corpo. Così conformata, la corona soddisfa entrambe le esigenze di analogia e di unicità, mantenendo inalterata, nello stesso tempo, l’immagine di forza e di baluardo.

    Il motto “PRO NATURA OPUS ET VIGILANTIA”, tradizionale evocazione del ruolo del Corpo, compare su di una lista svolazzante dal disegno più morbido.

    Le citate modifiche blasoniche hanno l’intento di aumentare la visibilità e l’efficacia simbolica dello stemma, anche alla luce del costante, accresciuto radicamento nella pubblica opinione del ruolo e delle funzioni del Corpo.
    Ultima modifica di Matty91; 18-10-09 alle 23: 27

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    Thumbs up Le decorazioni alla Bandiera del Corpo Forestale dello Stato

    Le decorazioni e le onorificenze alla bandiera del Corpo forestale dello Stato



    1 Croce di Cavaliere dell’Ordine Militare d’Italia : Guerra Italo-Etiopica (1935-1936)
    Conferita dal Re come Capo e Gran Maestro dell’Ordine Militare di Savoia.
    MOTIVAZIONE: “Sempre magnifica nelle più aspre battaglie, seppe credere, obbedire, combattere, dando il più generoso contributo di valore e di sangue per la gloria e le insegne di Roma” – Roma 27 gennaio 1937


    2 Medaglia d’Argento al Valor Militare : Guerra Italo-Etiopica (1935-1936)
    Conferita dal Re su proposta del Capo del Governo.

    MOTIVAZIONE: “In sei mesi di aspra campagna sia nella difesa, che nell’offesa, si prodigava in fatica, valore e coraggio, oltre ogni limite di sacrificio. In violenti combattimenti ha inflitto al nemico fortissime perdite, spianando la via alla vittoriosa avanzata bagnando con sangue generoso delle sue camicie nere il terreno conquistato dal valore dei figli della nuova Italia” – Somalia, dicembre 1936 – maggio 1936


    3 Medaglia d’Oro al Valor Civile: Per le avversità atmosferiche (1956)
    Conferita dal Presidente della Repubblica su proposta del Ministero degli Interni.

    MOTIVAZIONE:”Sotto l’imperversare delle eccezionali nevicate dell’inverno scorso, il Corpo forestale dello Stato si prodigava con alto senso del dovere, dedizione assoluta e spirito di umana solidarietà, nell’opera di soccorso alle popolazioni duramente colpite.
    In nobile gara di altruismo i forestali portavano nelle località impervie il loro aiuto fraterno, concorrendo con operante slancio ed anche con il tributo di sangue di uno dei loro ad alleviare i disagi causati alle popolazioni dalle avversità atmosferiche” Al Corpo forestale dello Stato va pertanto la memore riconoscenza della Nazione. Febbraio-marzo 1956.


    4 Medaglia di bronzo al Merito Civile: Disastro del Vajont (1964)
    Conferita dal Presidente della Repubblica su proposta del Ministero degli Interni.

    MOTIVAZIONE:”In occasione dell’immane disastro del Vajont, subito accorreva con i propri uomini e mezzi, efficacemente collaborando nell’opera di soccorso ai superstiti, nel recupero delle salme e nello sgombero delle macerie, con grande abnegazione e spirito di sacrificio” Ottobre 1964


    5 Medaglia d’oro al Valor Civile: Terremoto Campania e Basilicata (1980-1981)
    Conferita dal Presidente della Repubblica su proposta del Ministero degli Interni.

    MOTIVAZIONE:”In occasione del violento sisma abbattutosi sull’Irpinia e la Lucania, il Corpo forestale dello Stato impegnava fin dal primo momento, con encomiabile slancio e generoso altruismo, ogni energia nelle operazioni di soccorso. Presente con uomini e mezzi, malgrado le innumerevoli difficoltà e le incombenti situazioni di pericolo, si prodigava infaticabilmente con perizia non comune in un’opera generosa e instancabile, offrendo luminosa testimonianza di valore ed altissimo senso di abnegazione” Sisma del novembre 1980.


    6 Medaglia d’oro al Valor Civile: Alluvione del Piemonte (1994-1995)
    Conferita dal Presidente della Repubblica su proposta del Ministero degli Interni.

    MOTIVAZIONE:”In occasione della violenta alluvione abbattutasi su Piemonte e Emilia Romagna, che causava vittime e ingentissimi danni, il personale del Corpo forestale dello Stato, dando prova ancora una volta di elevatissima professionalità, di encomiabile spirito, di sacrificio e di incondizionato impegno, interveniva in soccorso delle popolazioni colpite e, prodigandosi con immediatezza, efficacia e sensibilità in un’opera generosa e instancabile, garantiva il graduale ritorno alla normalità” Novembre 1994


    7 Medaglia d’oro al Merito Ambientale: Per l’opera svolta dal C.F.S. a favore dell’ambiente(1994). Conferita dal Ministro dell’Ambiente.
    MOTIVAZIONE: “ Per aver sviluppato una insostituibile azione di tutela capillare di educazione ai valori della natura e di gestione attenta del patrimonio naturale del paese, svolgendo importanti operazioni di controllo, prevenzione e repressione di numerose violazioni di norme in materia ambientale, mantenendo sempre un dialogo sereno e positivo con l’opinione pubblica.
    Il Corpo, costante espressione di aderenza alle reali esigenze del paese, ha mantenuto intatto ed ha rafforzato nel tempo, superando notevoli difficoltà organizzative, lo spirito di incondizionato servizio verso il patrimonio naturale comune a tutti i cittadini e fondamento dei valori di convivenza civile”


    8 Medaglia d’Argento della Croce Rossa Italiana: Per l’opera svolta dal CFS nel soccorso delle popolazioni colpite dalle calamità naturali (1996). Conferita dal Presidente della Croce Rossa Italiana


    9 Medaglia d’oro al Valor Civile: Terremoto Umbria e Marche (1997)
    Conferita dal Presidente della Repubblica su proposta del Ministero degli Interni.

    MOTIVAZIONE: “In occasione del violento terremoto che interessava vaste zone dell’Umbria e delle Marche, causando vittime e ingentissimi danni, il Corpo forestale dello Stato si prodigava sin dalle prime ore con uomini e mezzi in soccorso delle popolazioni colpite e contribuiva, con perizia non comune ed altissimo senso del dovere, a porre in salvo numerose vite umane e ad alleviare le sofferenze e i disagi delle comunità provate dal tragico evento. Nonostante l’incessante ripetersi delle scosse telluriche di elevata intensità, proseguiva poi instancabilmente a prestare, in ogni momento e in ogni circostanza, incondizionata ed efficiente assistenza, suscitando l’ammirazione e la gratitudine della Nazione” Autunno-inverno 1997


    10 Medaglia d’oro al Valor Civile: 180° Anniversario della fondazione del Corpo (2002)
    Conferita dal Presidente della Repubblica su proposta del Ministero degli Interni

    MOTIVAZIONE: “ Sempre fedele alle sue gloriose tradizioni di presidio del territorio montano e rurale, costante espressione di aderenza ai diritti dei cittadini ed alle reali esigenze del Paese, il Corpo Forestale dello Stato ha difeso il patrimonio naturalistico della Nazione, bene comune e fondamento dei valori di civile convivenza. Con la sua insostituibile ed efficiente opera che ha comportato impegno, capacità professionali e conoscenze tecniche non comuni, oltre ad assoluta abnegazione, come dimostrano le numerose vittime cadute nell’adempimento del loro dovere nello svolgimento delle varie attività istituzionali, ha concorso al rafforzamento della coscienza civica ed alla nascita ed allo sviluppo della cultura dell’ambiente”


    11 Medaglia d’oro al Merito Civile: 183° Anniversario della fondazione del Corpo (7 ottobre 2005).Conferita dal Presidente della Repubblica su proposta del Ministero degli Interni.
    MOTIVAZIONE: “Nel corso dell’ultimo triennio il Corpo Forestale dello Stato, fedele ad una lunga e gloriosa tradizione a difesa del patrimonio naturalistico della nazione, svolgeva con encomiabile impegno, elevate capacità professionali e incondizionata abnegazione una capillare azione di controllo del territorio, nonché di presidio di punti sensibili del Paese, prevenendo e contrastando efficacemente deleteri fenomeni di inquinamenti, abusi edilizi, incendi boschivi, bracconaggio e contribuendo fattivamente al mantenimento dell’ordine e della sicurezza pubblica” (Territorio nazionale 2003 – 2005)


    12 Medaglia d’Oro al Merito Civile: Conferita dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano su proposta del Ministero degli Interni
    MOTIVAZIONE: “Nel corso triennio 2004-2006 il Corpo forestale dello Stato svolgeva, con encomiabile dedizione e spiccata professionalità, numerose azioni di contrasto alle violazioni in materia agroalimentare rivolte alla tutela del consumatore e alla protezione della salute dei cittadini, contribuendo fattivamente a garantire la sicurezza ed il rispetto della normativa comunitaria in materia. Gli interventi compiuti, con estrema abnegazione, rara perizia ed altissimo senso del dovere hanno arricchito la mirabile tradizione di valore ed efficienza del Corpo, suscitando, ancora una volta, la riconoscenza della Nazione tutta”. (2004/2006 – Territorio nazionale)
    Ultima modifica di Solidshot; 30-06-08 alle 19: 42

  4. #4
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    Predefinito C.F.S. ed aree protette

    Il Corpo forestale dello Stato gestisce attualmente 124 aree protette per una superficie totale di più di 100.000 ha contribuendo così in modo significativo al sistema nazionale delle aree protette.

    Il rapporto tra il Corpo forestale dello Stato e le aree protette ha radici profonde. Nel 1922 venne affidata alla Forestale la gestione del Gran Paradiso, il primo parco nazionale italiano.

    Contemporaneamente altri terreni e beni che la Casa Reale possedeva vennero trasferiti all’Azienda speciale del demanio forestale di Stato in seguito diventata Azienda di Stato per le Foreste Demaniali (ASFD).

    Per l’amministrazione del Parco Nazionale d’Abruzzo, istituito nel 1923, venne creato un apposito ente. Successivamente, nel 1933, l’amministrazione del Parco d’Abruzzo passò all’ASFD per ritornare all’ente autonomo nel 1950. Nel 1947 anche il Parco Nazionale del Gran Paradiso passò in amministrazione ad un ente autonomo.

    Nel frattempo erano stati creati altri due parchi, quello del Circeo (1934) e quello dello Stelvio (1935), affidati entrambi all’ASFD come anche il Parco Nazionale della Calabria istituito nel 1968.

    A quei tempi l’azione dello Stato nell’istituzione di aree protette è stata episodica e frammentaria e mancava un quadro normativo di riferimento. Nonostante ciò l’Amministrazione forestale ha non solo promosso l’istituzione di 132 riserve naturali, gestite dall’Azienda di Stato per le Foreste Demaniali, ma ha anche stimolato ed alimentato il dibattito sull’esigenza di porre sotto tutela il territorio andando a costituire la prima ossatura della rete italiana delle aree protette. Ciò avveniva in una fase storica nella quale la pressione sull’ambiente naturale era enormemente aumentata dallo sviluppo economico e demografico. Solo a tale impegno si deve la sopravvivenza di molti habitat e specie che sarebbero stati altrimenti cancellati e i nuclei centrali e naturalisticamente più interessanti di gran parte degli attuali parchi nazionali e regionali sono costituiti spesso da queste riserve naturali.

    L’articolo 83 del DPR n.616/1977, nel trasferire alle Regioni le funzioni amministrative concernenti la protezione della natura, le riserve ed i parchi naturali, faceva salva, tuttavia la competenza statale nell’individuare nuovi territori sui quali istituire riserve naturali e parchi di carattere interregionale e per svolgere funzioni di indirizzo e di coordinamento. Venivano inoltre conservati allo Stato, in attesa di una legge quadro, i beni classificati come parchi nazionali o riserve naturali statali.

    A partire dagli anni ’80, invece, si è verificata una profonda trasformazione dell’atteggiamento culturale nei confronti dell’ambiente che ha portato il bene natura ad assumere un ruolo fondamentale nella scala dei bisogni umani, in quanto portatore di valori indispensabili per la vita stessa dell’uomo. Tale mutato atteggiamento culturale ha favorito una importante produzione legislativa anche in materia di protezione della natura.

    In tale nuovo contesto la legge n. 349 del 1986, istitutiva del Ministero dell’Ambiente, trasferì ad esso le competenze
    originariamente proprie del Ministero dell’Agricoltura e delle Foreste in tema di parchi e di individuazione delle zone di importanza naturalistica nazionale ed internazionale.

    Si è tuttavia dovuti arrivare agli anni ’90 per assistere alla nascita di una “politica” per le aree protette e, dopo una “gestazione” parlamentare di svariati anni, ha visto la luce la legge quadro sulle aree protette n. 394 del 1991.

    -------------------------------IL SISTEMA DELLE AREE PROTETTE-------------------------------
    Il Corpo Forestale dello Stato gesitisce 124 Aree Naturali Protette (Riserve Naturali). La legge 394/91 definisce la classificazione delle aree naturali protette e istituisce l'Elenco ufficiale delle aree protette, nel quale vengono iscritte tutte le aree che rispondono ai criteri stabiliti. Attualmente il sistema delle aree naturali protette comprende:
    Parchi Nazionali

    Sono costituiti da aree terrestri, fluviali, lacuali o marine che contengono uno o più ecosistemi intatti o anche parzialmente alterati da interventi antropici, una o più formazioni fisiche, geologiche, geomorfologiche, biologiche, di rilievo internazionale o nazionale per valori naturalistici, scientifici, estetici, culturali, educativi e ricreativi tali da richiedere l'intervento dello Stato ai fini della loro conservazione per le generazioni presenti e future.



    Parchi naturali regionali e interregionali



    Sono costituiti da aree terrestri, fluviali, lacuali ed eventualmente da tratti di mare prospicienti la costa, di valore naturalistico e ambientale, che costituiscono, nell'ambito di una o più regioni limitrofe, un sistema omogeneo, individuato dagli assetti naturalistici dei luoghi, dai valori paesaggistici e artistici e dalle tradizioni culturali delle popolazioni locali.


    Riserve naturali



    Sono costituite da aree terrestri, fluviali, lacuali o marine che contengono una o più specie naturalisticamente rilevanti della flora e della fauna, ovvero presentino uno o più ecosistemi importanti per la diversità biologica o per la conservazione delle risorse genetiche. Le riserve naturali possono essere statali o regionali in base alla rilevanza degli elementi naturalistici in esse rappresentati.


    Zone umide di interesse di importanza internazionali



    Paludi, lagune, saline, torbiere, tratti fluviali, lacustri e costieri ricompresi tra i siti classsificati di importanza internazionale come habitat degli uccelli acquatici ai sensi della Convenzione firmata a Ramsar il 2 febbraio 1971 e ratificata dall'Italia con D.P.R. n.448 del 13 maggio 1976.


    Altre aree naturali protette


    Sono aree (oasi delle associazioni ambientaliste, parchi suburbani, monumenti naturali ecc.) che non rientrano nelle precedenti classi. Si dividono in aree a gestione pubblica, istituite cioè con leggi regionali o provvedimenti equivalenti, e aree a gestione privata, istituite con provvedimenti formali pubblici o con atti contrattuali quali concessioni o forme equivalenti.


    Zone di protezione speciale (Zps)


    designate ai sensi della direttiva 79/409/Cee, sono costituite da territori idonei per estensione e/o localizzazione geografica alla conservazione delle specie di uccelli di cui all'allegato I della direttiva citata, concernente la conservazione degli uccelli selvatici.


    Zone speciali di conservazione (Zsc)


    designate ai sensi della direttiva 92/43/Cee, sono costituite da aree naturali che
    contengono zone terrestri o acquatiche che si distinguono grazie alle loro caratteristiche geografiche, abiotiche e biotiche, naturali o seminaturali (habitat naturali) e che contribuiscono in modo significativo a conservare, o ripristinare, un tipo di habitat naturale o una specie della flora e della fauna selvatiche di cui all'allegato I e II della direttiva 92/43/Cee, relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche in uno stato soddisfacente a tutelare la diversità biologica all'interno della regione biogeografica interessata. Tali aree vengono indicate come siti di importanza comunitaria (SIC).

  5. #5

    Predefinito

    Scusate ma ho visto che il CFS ha ricevuto due onoreficenze per la guerra Italo-Etiopica. Come mai vi ha partecipato? In che forma? GRAZIE!!!

  6. #6

    Predefinito

    Nella 1 Guerra mondiale il Corpo Reale delle Foreste non operò direttamente con unità combattenti sul fronte, ma gran parte del suo personale venne richiamato e combatté nelle fila del Regio Esercito. Al Corpo vennero affidati compiti di polizia militare e di approvvigionamento di legname per usi bellici.
    -----------------
    Pochi anni più tardi si ebbe la radicale modifica attuata con il D.L. 16 maggio 1926 n. 1056; il fascismo che voleva assicurarsi la massima disponibilità delle forze di polizia creando le diverse milizie speciali (stradale, ferroviaria, confinaria, ecc.) soppresse il Corpo Reale delle Foreste ed istituì al suo posto la Milizia Nazionale Forestale, che fu inquadrata poi nelle Forze armate dello Stato.

  7. #7

    Predefinito

    Partecipò alla campagna italo-etiopica con una Coorte Volontaria Combattente che, come in altri corpi, fu impiegata in Africa Orientale.

    Altra discussione un pò accantonata.
    Peccato ! Ci sarebbe molto da discutere sulla Storia di questo Corpo !
    Ultima modifica di sasygrisù; 02-09-13 alle 13: 28

  8. #8

    Predefinito

    Purtroppo la Storia di questo Corpo potrebbe concludersi a breve a seguito delle decisioni dell'attuale governo. Peccato dover fare questa considerazione !!

  9. #9
    JUGGERNAUT
    Guest

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    Citazione Originariamente Scritto da adamello Visualizza Messaggio
    Purtroppo la Storia di questo Corpo potrebbe concludersi a breve a seguito delle decisioni dell'attuale governo. Peccato dover fare questa considerazione !!
    Perché il "potrebbe"?
    È sicuro al 100% che il CFS sparirà.

  10. #10
    Moderatore L'avatar di Vinfer
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    Predefinito

    Citazione Originariamente Scritto da JUGGERNAUT Visualizza Messaggio
    Perché il "potrebbe"?
    È sicuro al 100% che il CFS sparirà.
    Infatti, certo...può cadere il Governo nel frattempo, diciamo 98%.

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