Originariamente Scritto da
capt.sparrow
Vede Alex, nel suo intervento, lei mette in luce un paradosso abbastanza comune, con la pretesa di andare a sindacare il modo di pensare degli altri, perde di vista il modo di pensare stesso...
Passare dall' analisi del fatto accaduto al largo do Gaza, all'universalità dei diritti umani è ingenuo, perchè se in linea di principio tutti noi siamo pronti a riconoscere che secondo un giusto realismo morale, tutte le persone godono di diritti proprio come di ogni altra qualità naturale...( tutti abbiamo due mani, due occhi, due gambe... E i diritti umani...) Noi tutti, nella realtà operiamo delle distinzioni che finiscono per degradare il concetto di umanità, almeno in alcune delle sue parti... Consideriamo per fare solo un esempio: l'immigrato... Il regolare e l'irregolare... L'abisso di diritti umani che li separa...
E' come se l'inflazione del discorso sui diritti abbia reso opachi proprio i termini della materia.
La stessa nostra discussione qui depone quale dismostrazione che i diritti, per poter essere applicati, necessitano sempre di una interpretazione e questa finisce per non potersi sottrarre poi dall'essere una interpretazione giuridico politica.
Il discorso sui diritti è diventato un modo facile e semplice di descrivere situazioni storiche, sociali e politiche complesse, un tipo di "mappatura cognitiva" particolarmente utile per la copertura mediatica, dove tutto spesso si riduce ad un semplice calcolo: diritto contro diritto... Uno dei quali deve risultare illecito per consentire ad una delle parti di prevalere.
Questa traduzione ostacola sia la comprensione che la risoluzione dei conflitti e quando la portata del diritto aumenta, il suo implicito assolutismo rende intransigenti gli antagonisti...
In fin dei conti questa è la chiave di lettura dell'episodio di cui trattiamo, come di molti altri...
Utilizzare i diritti umani come ideologia, come bandiera può essere, anzi è, senza ombra di dubbio molto ambiguo, perchè tutti sappiamo che la morale a questo mondo non è una e Milano e Kabul, Londra e Lahore...Sono e restano molto lontane... Non è solo un problema di Tel Aviv e Teheran...
Per questi motivi la Freedom Flottilla non è una flotta neutrale e non possiamo pretendere di assumerla o farla assumere per tale...
Insomma, ritorno alla mia conclusione di ieri sera: Alla guerra si fa la guerra... E forzare un blocco navale non è proprio un'azione di pace... Perciò considerare come nave di pacifisti la nave turca è un eufemismo...
Ma questo lo sanno bene tutte le Cancellerie... Sopratutto ad Ankara...
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