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Discussione: Gradi nel CM CRI

  1. #271
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    Citazione Originariamente Scritto da Pik Visualizza Messaggio
    Scusa VDG,
    ma il tuo esempio non calza alla perfezione.

    I VDS fanno il corso nelle ore serali (due/tre volte la settimana) e coprono le ore corso in un arco temporale di quasi un anno.
    Le ore di tirocinio e iniziali, per coloro che lavorano, sono svolte prettamente nei turni notturni e/o nei fine settimana.
    I turni diurni sono spesso coperti da personale dipendente e da personale volontario che svolge un'attività lavorativa su turni e da personale che è in fase di studi (superiori/universitari) e non per ultimi coloro che sono in pensione.

    Forse se il CMCRI adottasse il criterio della Riserva con addestramenti mirati nei fine settimana, e-learning e periodi di richiamo in servizio anche con meno gg continuativi (potrebbero però essere più frequenti), la situazione sarebbe decisamente diversa.
    Non sto descrivendo la luna, non mi sono inventato nulla, ho esposto cosa accade nella Riserva di FF.AA. della NATO più evoluti del nostro. La qualità si fa volendola fare e non solo con la quantità dei 15gg continuativi.

    Buona serata
    Ciao Pik
    Mi permetto di intervenire nel tuo ottimo intervento, che condivido in massima parte.
    Onestà intellettuale vuole però che si dia una occhiata anche al materiale umano (lasciatemi passare l'orribile terminologia) che hai in partenza.
    Gli esempi di stampo europeo, vedono delle Riserve di complemento formate da personale che ha già svolto il servizio di leva volontario od obbligatorio, e per il quale personale è previsto (come in Germania) un richiamo breve e più costante nel tempo a base di corsi, formazione a distanza, esercitazioni (tipo 3 giorni al mese ogni 20-30 giorni di intervallo).
    Ok cosi, se il tuo blocco è formato da gente che ha svolto seriamente il servizio di leva obbligatorio o è reduce dal servizio volontario da vfp/aufp.......ma se non fosse cosi?? Molti, davvero tanti colleghi del Corpo (più che mai adesso tra i giovani e nuovi arruolati) non hanno svolto il servizio di leva (o i nostri ufficiali lo hanno svolto da semplici soldati portandosi appresso quella esperienza e non già quella di una scuola AUC) o lo hanno svolto tipo 20 anni addietro.
    Cosa vogliamo fare con questa gente? Non basta il richiamo breve, non hai il tempo materiale per "entrare nella loro testa" o per usare un termine psicologico...."destrutturare e ristrutturare". Purtroppo è quasi imperativo immergere il collega nel massimo della condizione per un minimo di tempo tale che si ottenga un primo risultato utile da coltivare poi con richimai continuativi anche più brevi.
    Detto tra noi poi, ho visto nostri sig.ri Capitani venire ai corsi di topografia con le Clarks ai piedi (che sempre meglio di quei due o tre che si sono presentati in drop con alberi di natale al seguito sul petto) e nessuno osare spedirli a cambiarsi, cosi come ho visto colleghi mooolto più anziani di me addobbare le proprie uniformi con la spilla della X Mas e la bandiera afgana (!!!!) e infischiarsene altamente, ridendo di chi avanzava qualche riserva pur mantendno un basso profilo.... Questi sono gli ufficiali che si trovano in molti NAAPRO, ed immagina che botta di esempio danno al persoale di truppa, che ripeto, magari non ha nemmeno l'esperienza della leva. Ok questa che ho descritto è una situazione limite, ma che esiste e che credo possa essere utile per capire il punto di vista di VDG ed il mio.

  2. #272
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    Scusa VDG,
    ma il tuo esempio non calza alla perfezione.

    I VDS fanno il corso nelle ore serali (due/tre volte la settimana) e coprono le ore corso in un arco temporale di quasi un anno.
    Le ore di tirocinio e iniziali, per coloro che lavorano, sono svolte prettamente nei turni notturni e/o nei fine settimana.
    I turni diurni sono spesso coperti da personale dipendente e da personale volontario che svolge un'attività lavorativa su turni e da personale che è in fase di studi (superiori/universitari) e non per ultimi coloro che sono in pensione.

    Forse se il CMCRI adottasse il criterio della Riserva con addestramenti mirati nei fine settimana, e-learning e periodi di richiamo in servizio anche con meno gg continuativi (potrebbero però essere più frequenti), la situazione sarebbe decisamente diversa.
    Non sto descrivendo la luna, non mi sono inventato nulla, ho esposto cosa accade nella Riserva di FF.AA. della NATO più evoluti del nostro. La qualità si fa volendola fare e non solo con la quantità dei 15gg continuativi.

    Buona serata
    Difatti è proprio quello che facciamo noi a Napoli.

    Non credendo che qui ci sono isole felici, ribadisco il concetto che dipende tutto dalla reale volontà del volontario (scusate il giro di parole) di essere propositivo (ovviamente con proposte accettabili!) e di volersi impegnare in modo duraturo i sabato, le domeniche, oltre che talune sere durante la settimana, prendendo un forte e serio impegno in tal senso.

    Ed è esattamente quello che abbiamo fatto noi.

    Una volta che lo abbiamo capito, in un paio d'anni e mezzo di duro lavoro (speso quasi del tutto nei fine settimana e in lunghe riunioni serali durante i giorni lavorativi), la situazione è cambiata dalla notte al giorno.

    Ci crederete o no, prima la situazione era esattamente come la descrivete voi: il Resp. NAAPRO era solo e tale rimaneva. Un povero Cristo che al più incontrava di tanto in tanto qualcuno in vena di arruolarsi (senza sapere neppure bene perché o per fare cosa, una volta arruolato).

    Poi abbiamo capito che se si vuole davvero fare funzionare la cosa nel senso da molti auspicato (ma da pochi attuato), cioè di avere una forza davvero "pronto impiego", era necessario dedicare moltissimo del nostro tempo libero, alla crescita del volontariato militare in ambito CRI.

    Non sono esistiti quasi più fine settimana liberi per amici e famiglia (si, eccezioni si sono fatte se il sabato o la domenica è capitato il 25 o il 31 dicembre ....) e si sono fatte decine e decine di riunioni e pianificazioni, aggregando e selezionando di volta in volta le persone più affidabili e disponibili.

    Una volta assemblata una solida squadra di gestione, intendo persone davvero motivate e disponibili oltre che idonee per cultura specifica e inclinazione naturale a occuparsi dei vari settori (talvolta è necessario anche sapere dire di no a chi, pur se pieno di buona volontà, non creerebbe che disguidi), si è passato a proporre forti motivi di aggregazione ed interesse per la restante forza iscritta nei ruoli a mezzo di corsi, conferenze, seminari, addestramenti formali tenuti con continuità in tutti i fine settimana e da docenti più che qualificati (no, non i soliti che riferiscono quanto scopiazzato da internet...).

    Ovviamente, tutto fatto di concerto con il Centro di Mobilitazione al quale, inizialmente, non potevamo chiedere "carta bianca" in quanto perfetti sconosciuti!

    Oggi, ogni sabato e ogni domenica, abbiamo un certo affollamento nei nostri locali e trovare disponibilità per servizi (anche di natura medico infermieristica) anche durante i giorni lavorativi, non è più un problema insormontabile.

    Fondamentale, in tutto questo processo, l'assoluto rispetto delle regole e la completa sintonia col Centro di Mobilitazione che nel tempo è cresciuta, consentendo di costruire anche un solido rapporto di stima e fiducia reciproca con i colleghi in servizio continuativo (e anche su questo fronte, non sperate di cambiare le cose dall'oggi al domani ma è necessario un lungo lavoro "ai fianchi").

    Certo, nessuno ti regala niente e se non si suda per mesi e mesi, non si costruiscono in una settimana o in un mese realtà come la riserva dei Paesi NATO più evoluti di cui tanto si parla con rassegnata invidia....

    Scusate ma vengo da un'esperienza vissuta direttamente (con una mole enorme di lavoro fatta da molte persone per tanto tempo) e come tale ve la racconto. Non parlo per "sentito dire" o per luoghi comuni o per supposizioni mai suffragate da esperienze pratiche e oggettivamente riscontrabili.

    Senza fare moralismi stupidi e inopportuni, e senza la pretesa di voler insegnare nulla a chicchessia (ma senza melensi giri di parole), credo che non ci sia altra via per riuscire ed è inutile lamentarsi se non si è disponibili a sacrificarsi in questo modo e misura.
    Ultima modifica di VDG; 29-04-12 alle 06: 34
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  3. #273
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    Ciao Pik
    Mi permetto di intervenire nel tuo ottimo intervento, che condivido in massima parte.
    Onestà intellettuale vuole però che si dia una occhiata anche al materiale umano (lasciatemi passare l'orribile terminologia) che hai in partenza.
    Gli esempi di stampo europeo, vedono delle Riserve di complemento formate da personale che ha già svolto il servizio di leva volontario od obbligatorio, e per il quale personale è previsto (come in Germania) un richiamo breve e più costante nel tempo a base di corsi, formazione a distanza, esercitazioni (tipo 3 giorni al mese ogni 20-30 giorni di intervallo).
    Ok cosi, se il tuo blocco è formato da gente che ha svolto seriamente il servizio di leva obbligatorio o è reduce dal servizio volontario da vfp/aufp.......ma se non fosse cosi?? Molti, davvero tanti colleghi del Corpo (più che mai adesso tra i giovani e nuovi arruolati) non hanno svolto il servizio di leva (o i nostri ufficiali lo hanno svolto da semplici soldati portandosi appresso quella esperienza e non già quella di una scuola AUC) o lo hanno svolto tipo 20 anni addietro.
    Cosa vogliamo fare con questa gente? Non basta il richiamo breve, non hai il tempo materiale per "entrare nella loro testa" o per usare un termine psicologico...."destrutturare e ristrutturare". Purtroppo è quasi imperativo immergere il collega nel massimo della condizione per un minimo di tempo tale che si ottenga un primo risultato utile da coltivare poi con richimai continuativi anche più brevi.
    Detto tra noi poi, ho visto nostri sig.ri Capitani venire ai corsi di topografia con le Clarks ai piedi (che sempre meglio di quei due o tre che si sono presentati in drop con alberi di natale al seguito sul petto) e nessuno osare spedirli a cambiarsi, cosi come ho visto colleghi mooolto più anziani di me addobbare le proprie uniformi con la spilla della X Mas e la bandiera afgana (!!!!) e infischiarsene altamente, ridendo di chi avanzava qualche riserva pur mantendno un basso profilo.... Questi sono gli ufficiali che si trovano in molti NAAPRO, ed immagina che botta di esempio danno al persoale di truppa, che ripeto, magari non ha nemmeno l'esperienza della leva. Ok questa che ho descritto è una situazione limite, ma che esiste e che credo possa essere utile per capire il punto di vista di VDG ed il mio.

    Law ha ragione nel senso che abbiamo un grande problema: quello della gente che non ha fatto il militare o chi lo ha fatto ma si porta dietro l'etica, passatemi il termine, del najone dedito a scansare i suoi obblighi, lassista sulla forma, vuoto nei contenuti culturali militari, piuttosto che capace di incarnare un positivo modello di riferimento come militare CRI, capace di fare da volano per gli altri costituendo un positivo modello di riferimento.

    Ecco perchè la prima necessità, se proprio ci si vuole imbarcare nella difficile avventura del NAAPRO, è quella di selezionare attentamente i propri collaboratori (almeno i più stretti!) tra coloro che hanno disponibilità e hanno qualcosa da dire.

    Ora non mi dite che ci sono zone d'Italia dove è più elevata la concentrazione di ex militari (Ufficiali e Sott.li di complemento o riservisti). Tutto sta a proporre un progetto credibile e mi sembra ovvio che se si propone a uno che il militare lo ha fatto davvero sentitamente una prospettiva alla "volemose bene", a chi calza le Clark piuttosto che gli anfibi di ordinanza, a chi usa mettere sull'uniforme anche i tappi della Cola pur di riempire il petto di qualcosa, non si troverà interesse e seguito ma solo derisione e compatimento.

    Talvolta si deve dire no a gente pur se animata da buona volontà, quando ci si rende conto che non è idonea a ricoprire taluni ruoli, casomai dirottandoli dove non fanno danni.

    Ovviamente, si può essere seri, determinati e professionali, senza essere militaristi e prevaricatori nel senso dispregiativo del termine.

    Poi, se anche il Resp. NAAPRO on ha mai fatto il militare sentitamente (certo, meglio sarebbe aver avuto la fortuna e il privilegio di aver fatto una scuola militare...), se è il primo che ritiene che calzare le Clark non è un danno grave (tanto siamo militari CRI, mica militari per davvero...) riconosco che è un problema: evidentemente si è designato una persona che non potrà mai farcela per ovvie carenze culturali e di inquadramento mentale.

    Come potrà diventare modello di riferimento chi già per sé sbanda?

    Ma corresponsabile di questi scontati fallimenti, non è solo chi ha designato la persona inadeguata ma anche chi, tronfo e scioccamente vanaglorioso, accetta un incarico ben sapendo che non ha i numeri (culturali e di disponibilità di tempo) per poterlo assolvere con minimale efficienza e decenza.

    La forma mentis "militare" si ha dalla nascita ma non basta. Bisogna aver anche ricevuto un'educazione, sia pure minima, in modo da evitare almeno gli errori più pacchiani e poi tanta (ma propria tanta) volontà e tempo da dedicare al proprio aggiornamento e a curare la crescita del NAAPRO.
    Ultima modifica di VDG; 29-04-12 alle 12: 46
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  4. #274
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    VDG,
    a Napoli a quanto affermi continuamente siete attivissimi e ciò è un bene.
    Il problema è che tutto questo attivismo non è nelle possibilità di tutti.

    Ci si trova davanti ad un bivio:
    - stringiamo le maglie, facciamo attività tutti i fine settimana e chi non è spesso presente, è fuori. (però si rischia di avere tra le mani il personale che può essere così libero e capita di non avere sempre il meglio);
    - allarghiamo le maglie e si fa quel che si può. (qui invece si ha a disposizione anche il meglio, ma non si ha mai la certezza di aver personale a disposizione).

    Come fare?
    La risposta la sapete già. L'unica idea che mi viene in mente è quella che vi ho esposto e che riguarda i paesi del nord europa (dove non c'è la leva obbligatoria, ma una persona può essere riservista dall'inizio senza essere passato dal personale effettivo).

    Il nostro grosso problema è l'assoluta disconnessione tra mondo militare e mondo del lavoro. Le leggi ci sono, ma non danno alcun vantaggio al datore di lavoro, questi è quindi restio (se non proprio contrario) a lasciar andare il dipendente per i richiami. E vista la crisi che c'è...

  5. #275
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    Citazione Originariamente Scritto da Pik Visualizza Messaggio
    VDG,
    a Napoli a quanto affermi continuamente siete attivissimi e ciò è un bene.
    Il problema è che tutto questo attivismo non è nelle possibilità di tutti.

    Ci si trova davanti ad un bivio:
    - stringiamo le maglie, facciamo attività tutti i fine settimana e chi non è spesso presente, è fuori. (però si rischia di avere tra le mani il personale che può essere così libero e capita di non avere sempre il meglio);
    - allarghiamo le maglie e si fa quel che si può. (qui invece si ha a disposizione anche il meglio, ma non si ha mai la certezza di aver personale a disposizione).

    Come fare?
    La risposta la sapete già. L'unica idea che mi viene in mente è quella che vi ho esposto e che riguarda i paesi del nord europa (dove non c'è la leva obbligatoria, ma una persona può essere riservista dall'inizio senza essere passato dal personale effettivo).

    Il nostro grosso problema è l'assoluta disconnessione tra mondo militare e mondo del lavoro. Le leggi ci sono, ma non danno alcun vantaggio al datore di lavoro, questi è quindi restio (se non proprio contrario) a lasciar andare il dipendente per i richiami. E vista la crisi che c'è...
    Vorrei sgombrare il campo da ogni dubbio che quanto riporto non è per voler apparire bravi più di altri o per vantare meriti particolari.

    L'intendo è solo quello di ispirare qualcun altro a fare altrettanto (perché se lo abbiamo fatto a Napoli, vuol dire che è possibile ovunque) e, se possibile, a migliorare!

    Posto ciò, pur condividendo l'auspicio di Pik in ordine ad una riserva degna di questo nome, con debite ed effettive tutele nei confronti dei datori di lavoro, credo che la cosa sia del tutto inattuabile, complice la profonda crisi economica che ci attanaglia.

    Inutile quindi, secondo me, sperare che il Parlamento vari leggi in tal senso (anzi, mi pare che si stia leggiferando nel senso diametralmente opposto, considerato i continui tagli al comparto difesa!).

    Al momento, ma è la mia opinione personale, non vedo altra via che ottimizzare le risorse umane che, a parer mio (ribadisco!), sono davvero utilizzate male.

    Secondo me, è necessario:

    - individuare le persone davvero motivate e capaci, con un minimale back ground culturale specifico, che abbiano effettiva possibilità di tempo da dedicare;

    - fare le attività addestrative durante i fine settimana, poiché la stragrande maggioranza delle persone è maggiormente libera dagli impegni di lavoro;

    - promuovere il Corpo non solo facendo arruolamenti, ma con attività didattiche e addestrative, di concerto col Centro di Mobilitazione di competenza, che anche a livello locale dovrebbero avere un minimale contenuto di qualità in ordine a contenuti e docenti;

    - uscire dalla logica di ritenere che sia il Corpo a dover garantire il supporto organizzativo e logistico per le attività in ambito locale poiché, ovviamente, il Corpo non lo può fare e il Responsabile NAAPRO resta ad attendere inoperoso mentre dovrebbe essere lui il volano della situazione escogitando sistemi a costo zero nel solco delle attività istituzionali del Corpo stesso.

    - uscire dalla logica che si è volontari, quindi si è autorizzati a fare quello che si vuole quando si vuole.

    In particolare io dico sempre che il nostro volontariato è tale perché la persona volontariamente si presenta all'ufficio NAAPRO e valuta di arruolarsi o meno.
    Una volta che ha valutato i pro e i contro, il tempo da dedicare e ogni altro aspetto, volontariamente si arruola.
    A questo punto, smette di essere volontario nel senso di poter fare quello che vuole quando ne ha voglia.
    Ecco, la volontarietà la vedo nel senso di scegliere liberamente se assumersi questo (gravoso) impegno di diventare militare CRI o meno, facendo un'attenta analisi introspettiva dei perché e dei percome che lo spingono all'arruolamento e delle effettive disponibilità temporali da poter dedicare alla cosa.

    Pik (giustamente) dice che se stringiamo le maglie, facciamo restare fuori molte persone capaci.

    Ma perché ragionare in termini di bianco o nero nel senso di tutti dentro o tutti fuori?

    Col sistema di far comprendere bene prima dell'arruolamento il senso della volontarietà (che ho illustrato poco sopra), posso assicurare che in due anni e mezzo, solo in un paio di casi non abbiamo avuto successo (o, forse, l'obiettivo è stato raggiunto nel senso di evitare un paio di arruolamenti di persone che avevano idee strane in proposito....).

    In tutti gli altri arruolamenti, e parliamo di gente che è dirigente sanitario come di impegnati professionisti, siamo stati apprezzati per la franchezza e anche perché, a detta degli arruolandi, finalmente percepivano la serietà della proposta loro fatta e del servizio che sarebbero chiamati a compiere.

    Poi, certo, non tutti possono essere tanto liberi da dedicare ogni pomeriggio al Corpo o ogni fine settimana e, difatti, non tutti appartengono alla squadra di gestione del NAAPRO ma, mediamente, riusciamo a cogliere un 50% delle previste presenze da ogni nostro arruolato.

    Insomma, basta parlar chiaro rendendo partecipi gli interlocutori del perché di talune scelte e di talune "esclusioni" a prima vista inique (ma poi, una volta spiegate, assolutamente condivise).

    Faccio un esempio e concludo.

    Le nostre attività sono diventate molto seguite e abbiamo così avuto la possibilità di selezionare personale, quasi tutti graduati e militi molto giovani, per il plotone di rappresentanza del Centro.

    Siamo stati chiari: chi non viene assiduamente agli addestramenti del fine settimana, specie se di suo non ha una formazione adeguata, lo sconsiglieremo dal rendersi ridicolo davanti alla folta platea che solitamente affluisce alle manifestazioni militari cui siamo invitati.

    Sono attività cui chiedono di partecipare quasi tutti ma se un primario, per evidenti impegni di lavoro non riesce ad avere una decenza minimale sul piano formale, perché renderlo ridicolo?

    Insomma, indossare una uniforme non mi pare possa diventare una carnevalata, specie se chi la indossa è uno stimato professionista di una cinquantina d'anni!

    Ciò non vuol dire, però', che non si possa trovare una forma alternativa di impiego, più consono all'età e al decoro professionale della persona.

    Ti posso assicurare, per esperienza diretta, che non abbiamo mai avuto alcuna rimostranza ma, anzi, approvazione dagli stessi "esclusi", che hanno riconosciuto che tale atteggiamento non era assolutamente prevaricatore nei loro confronti ma di tutela della loro immagine!

    Gli stessi, a riprova della sincera comprensione ed assenza di ogni traccia di risentimento, ce li siamo trovati disponibili e motivatissimi allorquando abbiamo avuto necessità di coprire turni sanitari presso Comandi militari della nostra zona dove, cioè, il servizio era del tutto consono al loro profilo.

    Nonostante tutti salutano il Resp. NAAPRO con apparente cordialità, qualcuno forse penserà che è un rompiscatole e pure antipatico nelle sue "pretese" poco elastiche nel concetto di "volontariato".
    Ovvio non potere essere simpatico a tutti, specie per chi deve gestire e decidere e ha un compito da portare avanti.
    Fa parte del ruolo.
    Ma, se si vogliono dei risultati, non si può tollerare più di tanto la pigrizia e la vanagloria di taluni che si sono arruolati nel Corpo o si sono accaparrati incarichi solo per smania di apparenza e non per effettiva sostanza di voler fare.
    Ultima modifica di VDG; 30-04-12 alle 23: 09
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  6. #276

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    ...mi scuso per il cambio di argomento ma io sono appena arruolato e come cuoco professionista credevo mi spettasse un grado di caporale, invece mi hanno nominato Milite...
    tutto nella norma?

  7. #277

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    normalissimo

  8. #278

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    grazie!
    sai per caso come funzionano gli avanzamenti di grado nel CM?

  9. #279
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    Citazione Originariamente Scritto da andreaMlambo Visualizza Messaggio
    grazie!
    sai per caso come funzionano gli avanzamenti di grado nel CM?
    Bisogna maturare almeno un anno di permanenza nel grado e almeno 15 giorni di richiamo continuativi per potere essere considerati.
    Poi, ovviamente, bisogna attendere che si apra il quadro di avanzamento.
    Patria e Onore.
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  10. #280
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    Citazione Originariamente Scritto da andreaMlambo Visualizza Messaggio
    grazie!
    sai per caso come funzionano gli avanzamenti di grado nel CM?
    per gli Ufficiali si segue questa cadenza, se non mi ricordo male
    4 anni da sottotenente
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