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Discussione: Uccidere in guerra = Peccato?

  1. #41
    Utenti Storici L'avatar di basilischio
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    Citazione Originariamente Scritto da massimosbrago Visualizza Messaggio
    secondo me le domande meno ve ne fate meglio è...
    davvero un consiglio per tutti gli aspiranti....
    e a volte non chiedete quale logica ci sia in certe cose....
    Sarebbe come vivere da marionette, non da uomini.

  2. #42
    massimosbrago
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    Citazione Originariamente Scritto da basilischio Visualizza Messaggio
    Sarebbe come vivere da marionette, non da uomini.
    su questo hai ragione...
    ma in certi ambienti dura poco la sua sanità mentale....

  3. #43
    Utenti Storici L'avatar di basilischio
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    Citazione Originariamente Scritto da Garrincha Visualizza Messaggio
    Io sono del parere che Dio dà la vita e Dio la toglie quindi nessuno dovrebbe permettersi di uccidere o suicidarsi. In guerra però il discorso cambia.
    Credo che un militare che uccide per difendere se stesso e i suoi colleghi non commetta un peccato. (c'è da dire che io sono un uomo, non sono Dio)
    Molto bella la frase scritta qualche post fa: "Dio perdona, ma noi perdoneremmo noi stessi?" (o qualcosa del genere)
    Spero tu abbi letto anche il resto.
    (Dio disse: "Facciamo l'uomo a nostra immagine e somiglianza......... Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò)
    Non è una metafora, ma la realtà. Domandati se Gesù Cristo era Dio o era uomo. In lui c'è la risposta se siamo umani e se possiamo essere "divini".

    ---------------------Aggiornamento----------------------------

    Citazione Originariamente Scritto da massimosbrago Visualizza Messaggio
    su questo hai ragione...
    ma in certi ambienti dura poco la sua sanità mentale....
    Per fortuna ne sono uscito illeso.
    Se pensi bene le notre missioni sono improntate in modo diverso da una guerra vera e propria; sono missioni umanitarie, quindi il comprendere se stessi e l'importanza della vita degli altri è fondamentale, senza peraltro disconoscere tutto ciò che è legato alle situazioni di rischio che certe missioni comportano. L'invito mio agli utenti e di non sottovalutare e non tralasciare mai alcun aspetto. In caso di necessità può sempre tornare utile.

  4. #44
    Panteros
    Guest

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    Citazione Originariamente Scritto da basilischio Visualizza Messaggio
    Spero tu abbi letto anche il resto.
    (Dio disse: "Facciamo l'uomo a nostra immagine e somiglianza......... Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò)
    Non è una metafora, ma la realtà. Domandati se Gesù Cristo era Dio o era uomo. In lui c'è la risposta se siamo umani e se possiamo essere "divini".
    Gesù Cristo era Dio fatto uomo, io sono un uomo e basta e se sarò divino lo deciderà Lui, non io

  5. #45
    massimosbrago
    Guest

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    Citazione Originariamente Scritto da basilischio Visualizza Messaggio
    Se pensi bene le notre missioni sono improntate in modo diverso da una guerra vera e propria; sono missioni umanitarie, quindi il comprendere se stessi e l'importanza della vita degli altri è fondamentale, senza peraltro disconoscere tutto ciò che è legato alle situazioni di rischio che certe missioni comportano. L'invito mio agli utenti e di non sottovalutare e non tralasciare mai alcun aspetto. In caso di necessità può sempre tornare utile.
    purtroppo a volte dietro il peacekeeping c'è altro...
    e mi fermo qua...
    il tuo discorso è perfetto e fondamentalmente giusto...
    però a volte è il menefreghismo e cinismo che ti salva la vita...
    un pensiero di troppo no...
    comunque questione di opinioni...
    e da adattare alla situazione per giunta...

  6. #46
    Utenti Storici L'avatar di basilischio
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    Citazione Originariamente Scritto da Garrincha Visualizza Messaggio
    Gesù Cristo era Dio fatto uomo, io sono un uomo e basta e se sarò divino lo deciderà Lui, non io
    prova ad analizzare la questione sotto questo aspetto: Quando Gesù ha avuto la percezione e consapevolezza di essere Dio? Quando nella consapevolezza di avere un potere divini lo ha applicato in propria difesa?

    Per carità, non vorrei che fossi frainteso, ma sono domande che uno si dovrebbe porre, magari dubitare delle sue risposte e di quello che viene detto. E' più che normale e rientra nella logica umana.

    ---------------------Aggiornamento----------------------------

    Citazione Originariamente Scritto da massimosbrago Visualizza Messaggio
    purtroppo a volte dietro il peacekeeping c'è altro...
    e mi fermo qua...
    il tuo discorso è perfetto e fondamentalmente giusto...
    però a volte è il menefreghismo e cinismo che ti salva la vita...
    un pensiero di troppo no...
    comunque questione di opinioni...
    e da adattare alla situazione per giunta...
    Ovvio che dietro c'è dell'altro ; gli uomini pensanti non sono così ********* da non capire. Ed il problema sta proprio lì, nel fatto di avvalorare e contribuire a quelle situazioni che nascondo interessi diversi da quelli della pace e del quieto vivere. E' comunque una questione di opportunismo politico/economico che nulla a a che fare con un'etica improntata all'uguaglianza ed al rispetto reciproco.
    Le religioni in genere, lasciando da parte le frange estremiste, lanciano un messaggio di pace e di fratellanza. Il problema è come raggiungere questi scopi. A volte è necessario l'uso della forza per impedire che vengano commessi massacri solo per questioni di razza o etnia. Qui entra in ballo il titolo della discussione e obiettivamente ed eticamente si può affermare che l'uso delle armi per fermare una strage maggiore sia consentito. In fondo è l'uomo stesso che va in difesa del suo simile più debole. Se poi dietro a questi interventi armati si nascondono, come detto, interessi diversi, non ci possiamo esimere ugualmente dal prestare aiuto anche armato.

  7. #47

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    Togliere la vita ad una persona è sempre un peccato … nel senso dello spreco di una vita che è sacra in quanto concessa da Dio.

    Alcuni anni or sono però, ponendomi la stessa domanda sono giunto alle seguenti conclusioni:

    S. Agostino insegna che “un soldato che uccide un nemico per obbedire alla legittima autorità, non è colpevole di omicidio; anzi se non obbedisse, sarebbe colpevole di aver disertato il suo dovere”.

    Papa Pio XII, insegna che “un popolo minacciato, se vuole pensare e agire cristianamente, non può rimanere in un’ indifferenza"

    In questo contesto, a mio avviso, è certamente giusto togliere la vita ad un nemico, che ci minaccia ed al quale non possiamo rimanere indifferenti, qualora non vi siano alternative.

    Nonostante questo, credo sia comunque un peccato il farlo anche quando non esistano alternative e ci si trovi con certezza nel giusto.

    Il fatto è che lo si deve fare … e senza indugio … pertanto è meglio avere le idee chiare fin da principio.

    Certamente il discorso è lungo ed articolato, ma in sintesi questo è il mio pensiero.
    Ultima modifica di Alpinaccio; 08-08-10 alle 03: 17
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  8. #48
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    Ovvio che il vatiano deve dire che non è peccato, confondeno i 10 comandamenti, tra il quale non uccidere...altrimenti come giustificherebe le crociate e le migliaia, se non milioni di morti fatti per un credo religioso con i famosi templari?

  9. #49
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    Citazione Originariamente Scritto da Alpinaccio Visualizza Messaggio
    Togliere la vita ad una persona è sempre un peccato … nel senso dello spreco di una vita che è sacra in quanto concessa da Dio.

    Alcuni anni or sono però, ponendomi la stessa domanda sono giunto alle seguenti conclusioni:

    S. Agostino insegna che “un soldato che uccide un nemico per obbedire alla legittima autorità, non è colpevole di omicidio; anzi se non obbedisse, sarebbe colpevole di aver disertato il suo dovere”.

    Papa Pio XII, insegna che “un popolo minacciato, se vuole pensare e agire cristianamente, non può rimanere in un’ indifferenza"

    In questo contesto, a mio avviso, è certamente giusto togliere la vita ad un nemico, che ci minaccia ed al quale non possiamo rimanere indifferenti, qualora non vi siano alternative.

    Nonostante questo, credo sia comunque un peccato il farlo anche quando non esistano alternative e ci si trovi con certezza nel giusto.

    Il fatto è che lo si deve fare … e senza indugio … pertanto è meglio avere le idee chiare fin da principio.

    Certamente il discorso è lungo ed articolato, ma in sintesi questo è il mio pensiero.

    Per quanto riguarda la fede è importante capire a chi bisogna credere, se alle parole di un uomo che può anche essere il capo di una istituzione o a quelle di Dio in persona, cioè Gesù Cristo.
    Riuscire a cogliere questa importante differenze risolve gran parte del problema ed evita di farci cadere in "confusione".
    Per l'affrmazione di S.Agostino, bisognerebbe porsi la domanda di quanto è lecito l'ordine della legittima autorità. Ad esempio se come sodato, mi arruolo volontariamente in un esercito al servizio di una autorità che non va troppo per il sottile, già in partenza saprò, dovendo rispettare l'ordine dell'autorità, che sarò "costretto" ad uccidere ingiustamente. Attualmente non è il caso del nostro paese.
    Le parole di Pio XII sono attualissime se si coglie bene il loro senso. Un cristiano di fronte ad una guerra ingiusta deve sapersi comportare e prendersi pe proprie responsabilità per salvaguardare la vita.
    In ogni caso quello che fa fede è il Vangelo, che anche se scritto da uomini si ritiene ispirato da Dio. Quello scritto è l'unica fonte certa e corretta che andrebbe seguita e messa in pratica in ogni contesto.

    In un'altra discussione leggevo: """per "licenza di uccidere" (sempre virgolettato) intendevo "avere il coraggio di uccidere, anche un bambino di 8 anni, che potrebbe essere tuo figlio, con un mitra"""""

    Che dire? da come è posta l'affermazione, sembra che i militari non faccino differenza fra persone difese e indifese!...... Almeno avesse aggiunto "che in quel momento ti stà lanciando una bomba a mano".


    Citazione Originariamente Scritto da bertoandry Visualizza Messaggio
    Ovvio che il vatiano deve dire che non è peccato, confondeno i 10 comandamenti, tra il quale non uccidere...altrimenti come giustificherebe le crociate e le migliaia, se non milioni di morti fatti per un credo religioso con i famosi templari?
    Probabilmente non tieni in considerazione che la chiesa stessa a riconosciuto le proprie colpe passate. I quei tempi, interpretando male la parola di Dio, la chiesa ha fatto delle cose obrobriose, basti pensare alle evangelizazioni dei vari popoli imponendo la fede con le forza. Ma da quando la chiesa ha compreso a pieno la parola del Vangelo, ha portato e porta la fede, accorrendo in aiuto alle popolazioni più povere e misere della terra. Una specie di guerra che vede coinvolti molti missionari che rischiano continuamente la loro vita per far conoscere a quei popoli ciò che è scritto nel Vangelo. L'approccio con quei popoli inizia sempre portando aiuto, pane ed istruzione solo successivamente quando la popolazione capisce che tutto è fatto disinteressatamente è comincia a chiedersi il perchè di un atteggiamento così "anomalo" per un essere umano, vengono spiegati e motivi e portata la conoscenza sul Vangelo.
    Ultima modifica di basilischio; 08-08-10 alle 12: 18

  10. #50

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    Una volta, in passato, in tempi storico-politici più arretrati di quelli coevi, gli Stati, anche nella stessa Europa, contemplavano la guerra come uno degli strumenti possibili della loro azione politica.
    Oggi noi nella nostra Costituzione repubblicana ormai ultrasessantennale con consolidata serenità e orgoglio possiamo rivendicare che "l'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali".
    Nel secolo scorso infatti la guerra, lo spirito "guerrafondaio", era ormai uno dei carratteri fondamentali dell'armamentario ideologico delle grandi ideologie totalitarie e autoritarie, come quella nazi-fascista,e anche quella comunista, sebbene le guerre e le spedizioni militari promosse dagli Stati del cosiddetto "socialismo reale" erano ideologicamente "spacciate" come "rivoluzioni" operaie o del "popolo" o come battaglie repressive delle controrivoluzioni.
    Non a caso oggi un certo interesse "attivo" verso la guerra come strumento di politica internazionale e di azione politica in generale persiste, a tratti a volte un pò "minacciosi", presso quelle nazioni in cui la democrazia liberale è sostituita dalla "sharjia" e tutto cio che dissente da essa merita di essere colpito da una "fatwa" o di essere distrutto da una "Jihaad", a costo di ogni rinuncia e sacrificio,innanzitutto della propria vita.
    Eppure la lingua di Averroè e di Avicenna è così antica e così straordinariamente bella.
    Non la vorremmo mai più sapere al servizio dell'odio inutile e della guerra.

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