Sulle falsariga del racconto dii nessuno (l'utente) scriverò anche io qualche riga sulla mia esperienza (ancora in corso) da vfp1.
Non mi aspetto di essere coinvolgente e bravo nel raccontare tanto quanto lui, ma cercherò di fare del mio meglio, magari copicchiando qualcosa anche dal suo modo di scrivere (sperando che non se la prenda.. xD) però ovviamente i fatti e le emozioni sono i miei
Racconterò sopratutto ciò che ho vissuto al Rav, anche perchè, detta sinceramente della vita da reparto c'è ben poco da dire, è il Rav il periodo in cui si vivono più emozioni (negative o positive che siano), quindi è su quei due mesi che mi voglio soffermare principalmente..
La partenza per il Rav:
La partenza per il rav, un giorno atteso da mesi, finalmente era Dicembre, attendevo quel giorno da Luglio, quando feci domanda, dopo aver superato visite mediche e quant'altro, il fatidico giorno era arrivato.
Decisi di partire la mattina presto nonostante Capua fosse a soli 30 minuti d'auto, ma volevo arrivare subito lì e riuscì a convincere il mio amico Salvatore a partire già verso le 8 - 8.30 (lui sarebbe voluto partire verso le 11.00 -11.30 e la macchina era sua), ma alla fine ebbi la meglio io
Mio padre mi accompagnò al punto dove avevo appuntamento con Salvatore, che appena mi vide notò subito i due borsoni supercarichi di roba che mi ero portato, mentre lui ne aveva solo uno, in effetti sembrava che stessi partendo per andare qualche anno chissà dove, ma non sapevo come funzionasse e quando sarei ritornato, quindi prevenire era meglio che curare, Salvatore invece prendeva tutto alla leggera, a differenza mia..
Salutai quindi mio padre e insieme a Salvatore partimmo verso Capua, entrambi emozionati, ma apparentemente tranquilli, ci chiedevamo cosa ci aspettasse e ci ridevamo anche un pò su.
Arrivati a Capua ci impiegammo un pò per capire dov'era la caserma, se non fosse stato per le indicazioni a quest'ora saremo ancora a cercarla, visto che si trova in un posto sperduto, circondato dalle terre
Arrivammo lì verso le 9 e qualcosa.. ma già c'era un caos incredibile lì fuori, famiglie che salutavano i ragazzi, pullman, tassisti abusivi che davano via al loro "lavoro" ecc..
Carichi di bagagli (sopratutto io..) e di belle speranze, varcammo quel cancello, sapendo che di lì a poco la nostra vita sarebbe cambiata..
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