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Risultati da 1 a 10 di 36

Discussione: Il mio percorso da VFP1

  1. #1
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    Predefinito Il mio percorso da VFP1

    Sulle falsariga del racconto dii nessuno (l'utente) scriverò anche io qualche riga sulla mia esperienza (ancora in corso) da vfp1.
    Non mi aspetto di essere coinvolgente e bravo nel raccontare tanto quanto lui, ma cercherò di fare del mio meglio, magari copicchiando qualcosa anche dal suo modo di scrivere (sperando che non se la prenda.. xD) però ovviamente i fatti e le emozioni sono i miei

    Racconterò sopratutto ciò che ho vissuto al Rav, anche perchè, detta sinceramente della vita da reparto c'è ben poco da dire, è il Rav il periodo in cui si vivono più emozioni (negative o positive che siano), quindi è su quei due mesi che mi voglio soffermare principalmente..

    La partenza per il Rav:

    La partenza per il rav, un giorno atteso da mesi, finalmente era Dicembre, attendevo quel giorno da Luglio, quando feci domanda, dopo aver superato visite mediche e quant'altro, il fatidico giorno era arrivato.
    Decisi di partire la mattina presto nonostante Capua fosse a soli 30 minuti d'auto, ma volevo arrivare subito lì e riuscì a convincere il mio amico Salvatore a partire già verso le 8 - 8.30 (lui sarebbe voluto partire verso le 11.00 -11.30 e la macchina era sua), ma alla fine ebbi la meglio io
    Mio padre mi accompagnò al punto dove avevo appuntamento con Salvatore, che appena mi vide notò subito i due borsoni supercarichi di roba che mi ero portato, mentre lui ne aveva solo uno, in effetti sembrava che stessi partendo per andare qualche anno chissà dove, ma non sapevo come funzionasse e quando sarei ritornato, quindi prevenire era meglio che curare, Salvatore invece prendeva tutto alla leggera, a differenza mia..
    Salutai quindi mio padre e insieme a Salvatore partimmo verso Capua, entrambi emozionati, ma apparentemente tranquilli, ci chiedevamo cosa ci aspettasse e ci ridevamo anche un pò su.
    Arrivati a Capua ci impiegammo un pò per capire dov'era la caserma, se non fosse stato per le indicazioni a quest'ora saremo ancora a cercarla, visto che si trova in un posto sperduto, circondato dalle terre
    Arrivammo lì verso le 9 e qualcosa.. ma già c'era un caos incredibile lì fuori, famiglie che salutavano i ragazzi, pullman, tassisti abusivi che davano via al loro "lavoro" ecc..
    Carichi di bagagli (sopratutto io..) e di belle speranze, varcammo quel cancello, sapendo che di lì a poco la nostra vita sarebbe cambiata..
    Ultima modifica di Lercus; 01-05-10 alle 18: 38

  2. #2
    Maresciallo L'avatar di Gaz
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    Intrigante anche questo, dai che è bello ascoltare le varie esperienze!

  3. #3
    Soldato L'avatar di Iceman88
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    aspettiamo anche il tuo seguito...
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    2°09 VFP1 --> ACAM 17°ISB

  4. #4
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    La mia storia ormai è in stampa, punto a scalare la classifiche del mercato, avevo un paio di editori alle costole, ho accettato chi mi offriva di più.
    Quindi visto che ormai la mia opera, che verrà consegnata ai posteri nonchè alla storia, sarà coperta anche da diritto d' autore, ti invito a non copiarmi , pena sanzioni.

    A parte tutto mi fa piacere che qualcuno ripercorra le mie gesta, ormai seguo poco il forum, ma vi tengo tutti nel cuore, anche se non vi conosco, mi rispecchio in voi nonostante poi si cresca, e gli scenari (aimè) cambiano.
    Non importa lo stile con cui scriverai, punta solo sulle emozioni che hai vissuto, perchè ogni storia ha il suo fascino, la mia esperienza anche se sta un pò sbiandendo dalla mente rimane sempre parte della mia storia...e per me è stata incredibile.

    Ti auguro ogni fortuna sia da militare che da scrittore.

    Un abbraccio

  5. #5
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    Riprendo solo ora il racconto, perchè per motivi lavorativi (lol) c'è poco tempo per scrivere qualcosa di decente, oggi sono in licenza ed ho trovato un pò di tempo per buttar giù altre 4 righe.

    L'incorporamento:

    Superato il cancello ci trovammo di fronte due tavolini con dietro due militari, la loro domanda fu "17 o 47?" e noi subito pronti rispondemmo "17", questo perchè loro avevano due registri con i nominativi delle reclute del 17° Acqui e quelli del 47° Ferrara.
    Assicurati della nostra identità, ci indicarono un marciapiede alle loro spalle, dove già c'era una fila interminabile (una delle tante) di nuovi arrivi.
    Era una giornata caldissima, nonostante fosse dicembre.. poi il peso delle valigie non aiutava. Lì fuori ad aspettare incontrai anche un ragazzo che fece le visite con me, parlammo un pò poi non l'ho più rivisto in tutto il RAV.. mai ad immaginare che poi lo avessero spedito a reparto con me..
    .. Proseguendo nel racconto, dopo aver atteso un'oretta fuori entrammo in uno stanzone dove ci fecero posare le valigie e ci rifecero fare una lunga fila, un altro riconoscimento, smistamenti vari e quant'altro.
    Vi tralascio poi tutte le file fatte per dare fogli, mettere firme, fornire il codice della banca ecc.. E vado direttamente a quando ci stavamo incorporando.
    Io e Salvatore volevamo finire nella stessa compagnia, il che sarebbe significato quasi certamente finire nello stesso plotone, dato che il suo cognome inizia per L e il mio per M, fino a quel momento ci eravamo riusciti, era solo questione burocratica, ma ormai ci avevano assegnato alla stessa compagnia..
    Improvvisamente però da dietro i tavolini si sente una voce che dice che ne sono già troppi, che ne potranno prendere solo alcuni e che gli altri dovevano essere assegnati ad un'altra compagnia..
    Io e Salvatore eravamo uno dietro l'altro in fila.. Ma il caso volle che proprio dove iniziava la mia fila e dove finiva la sua si separasse il gruppo, quindi lui restò in quella compagnia, io fui portato fuori con gli altri..
    Fu una prima "mazzata", ci tenevamo a stare nella stessa compagnia, ma il Rav era anche quello.. Ci toccava stare per un pò lontano da amici e parenti, quindi figurati se ci poteva bloccare il fatto di non essere nella stessa compagnia..
    Fummo quindi accompagnati fuori e lasciati lì mezzi inquadrati (ovviamente ancora non sapevamo cosa fosse un inquadramento vero), sotto il sole e nessuno che ci diceva cosa fare, vedevamo gli altri entrare, defluire, muoversi.. e noi lì fermi, come le statuine a far nulla..
    Finchè uno scelto si accorge di noi e si chiede cosa diamine ci facessimo lì e chi fossimo, ci chiese a quale compagnia fossimo stati assegnati.. E noi gli spiegammo vagamente la situazione.
    Pochi minuti dopo ritornò e ci disse di seguirlo, noi in fila, senza replicare lo seguimmo.. Era uno scelto della mia compagnia, finalmente anche io ne avevo una. Poco dopo fummo portati in aula, dove compilammo vari moduli, ricevemmo la lettera di presentazione e finimmo l'incorporamento, ero ufficialmente entrato nell'Esercito Italiano.

  6. #6
    Salentino
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    bello continua quando hai tempo

  7. #7
    Soldato L'avatar di MaTR
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    ti seguo in questo racconto
    per curiosità, hai detto che sei ancora VFP1, in quale reparto?
    Studente in "Attività di Protezione Civile" Presso l'università degli studi di Perugia

  8. #8
    Caporale L'avatar di barolo
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    appena hai tempo continua che p veramente interessante soprattutto per chi come me dovrebbe partire a giugno
    ex 2° blocco 2010, rav al 17° aqui, 1° comp 1°plot, reparto al 123° chieti, modulo k cassino 2° comp.

  9. #9
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    Mi fa piacere che il mio racconto stia interessando qualcuno
    Per eventuali vostre curiosità su cose mie personali (tipo la domanda di Matr) chiedete in pvt
    Mentre per cose inerenti la vita del vfp1 e altre vostre curiosità in merito, chiedete pure qui, così anche altri possono trarne informazioni.
    Continuo il mio racconto.


    Pranzo e Cena

    La giornata non era ancora finita, anzi, la parte più dura ancora doveva arrivare..
    Momenti che mi sono rimasti impressi sono il pranzo e la cena.
    Ordinandoli cronologicamente, vi parlo prima del pranzo.
    Ci portarono tutti in mensa, cosa che avevamo già visto alle visite mediche.. Beh, dimenticate quella del centro di selezione, tranquilla, con una breve fila e con gente calma e rilassata, al rav fare la fila per mangiare sarà una delle cose più noiose della giornata, sopratutto i primi tempi quando è praticamente vietato parlare e muoversi.
    Entrammo in quella grande mensa dove già c'era una fila interminabile, sui lati delle varie file c'erano scelti e capi che urlavano e che ripetevano la pappardella sul proscioglimento, tanti già erano andati via, molti avrebbero mollato dopo il pranzo..
    Non si conosceva nessuno, si ci sente un pò soli in quei momenti, nonostante intorno a te ci siano una marea di nuovi vfp1.
    Il momento meno "rigido" era quando finalmente si arrivava a prendere vassoio, carta per coprire il vassoio e posate, lì ti lasciavi alle spalle la fila, gli scelti urlanti ecc.. Sembrava quasi come se si entrasse in un posto diverso, lì uno poteva muoversi (da fermo risulta un pò difficile preparare il vassoio e prendere da mangiare) e si scambiavano due chiacchiere (senza esagerare) con gli altri vfp1.
    Preparato il vassoio con il primo, secondo e contorno, insieme ai miei vicini di fila cerchiamo un posto dove sederci..
    Il cibo a Capua non è dei peggiori, ovviamente si tratta sempre di una mensa, quindi non aspettatevi la cucina di mamma, però è mangiabile tutto sommato..
    In quel momento io avevo una fame mostruosa, quindi non ci badai più di tanto.. divorai tutto.
    Il cilma al tavolo era piuttosto tranquillo, nonostante quello che si stesse vivendo in quelle ore, probabilmente a quel tavolo beccai altri ragazzi motivati come me, che non avrebbero mollato.. Altrimenti i discorsi sarebbero stati diversi.
    Diversa invece fu la cena. Il pomeriggio fu massacrante, inquadrati per ore fermi sotto la compagnia, formarono i plotoni (rigorosamente in ordine alfabetico) io inizialmente fui assegnato ad un plotone che poi fu cambiato proprio fuori la mensa prima della cena.
    Furono ore veramente dure, ci iniziarono a spiegare i primi ordini, a dare attenti - riposo, il dest-riga e cose simili.. E noi un pò impacciati eseguivamo senza replicare. Iniziammo a conoscere scelti e capi della nostra compagnia che iniziavano a farci discorsi su discorsi, di come fosse la vita militare, delle rinunce, della pesantezza.. Tutti discorsi che ammetto, mi entravano da una parte e mi uscivano dall'altra, ma che invece colpivano altri, che di lì a poco avrebbero chiesto il proscioglimento.
    Stremati, lasciammo i bagagli lì e ci dirigemmo verso la mensa, per la cena.
    Non ricordo che ora fosse, la cena comunque si fa alle 18.30 (a reparto ora si fa a quest'ora, non ricordo se a capua sia diverso), ma lì era già buio essendo dicembre e ovviamente faceva anche un gran freddo.
    Prima di andare a cena ci fecero inquadrare per compagnie all'interno del piazzale più grande della caserma, ogni compagnia ovviamente divisa per plotoni.
    Dovevamo restare fermi, immobili e ovviamente in silenzio, al minimo movimento o al primo riposo NON alto e formale volavano cazziatoni e urla, devo dire che gli scelti del mio plotone (che poi non era il mio) urlavano molto di meno di quelli del plotone di fianco (che poi sarebbe stato il mio), e io in mente pensavo "tutto sommato sono tranquilli i miei istruttori.." e sbirciavo ogni tanto quelli di fianco, in particolare uno che sembrava davvero infame, cazziare i miei nuovi colleghi.
    Aspettammo lì un bel pò, in attesa del comandante di battaglione.
    Quando arrivò io nemmeno lo vidi, sentivo solo una voce poco chiara e lontana con un megafono, non riuscivo a capire tutto, andava avanti e indietro, quindi quando si avvicinava al mio blocco (ultimo sulla destra) riuscivo a capirci qualcosa, altrimenti, nada..
    I discorsi erano i soliti comunque, niente di che, sulla vita militare, i sacrifici e ovviamente sul proscioglimento dei primi 15 giorni..
    A differenza degli altri, il discorso durò parecchio.
    Finito il discorso andammo a mangiare. Ci portarono lì inquadrati, non marciavamo perchè ancora non sapevamo come si facesse, ma camminavamo. Fuori la mensa venne fatto l'appello, io non risultavo tra i nomi.. e alla domanda "qualcuno non è stato chiamato?" alzai la mano e dissi il mio nome, mi fu riferito che ero nell'altro plotone, quello che aveva gli istruttori a primo impatto più infami, altra botta in fronte, ma senza replicare io e un altro ragazzo che come me non risultava nell'elenco fummo spostati nell'altro plotone che era già inquadrato fuori la mensa.
    E lì sì, gli istruttori erano molto più infami i primi giorni, urlavano, e si agitavano, cazziavano per ogni minima cosa, durante l'appello pretendevano che sbattessimo forte il piede per terra, che alzassimo il braccio destro che doeveva essere ben teso e la mano rigorosamente a PALETTA, non doeveva esserci un solo dito non allineato con gli altri e bisognava urlare a squarciagola "COMANDI !", guai a non fare una sola di queste cose.. volavano cazziate a volontà. Ricordo ancora un ragazzo che non urlava il "comandi", fu cazziato più volte, finchè un istruttore non gli disse che poi lo avrebbe fatto urlare lui.. Il ragazzo prima sembrava rispondergli da sbruffone, dopo poco scoppiò a piangere come un bambino, l'istruttore lo fece uscire dall'inquadramento, gli poggiò una mano sulla spalla e lo portò in disparte a parlare con lui; fu la prima scena umana di un istruttore da quando eravamo lì.
    Il tizio piangente ovviamente chiese il proscioglimento, che a quell'ora però non poteva essere fatto immediatamente, quindi bisognava aspettare il giorno dopo.
    Entrammo in mensa per la cena e ripetemmo la stessa cosa del pranzo, fila interminabile, istruttori urlanti, con la sola differenza che a tavola eravamo stremati rispetto al pomeriggio, io mi sentivo tesissimo, i muscoli un pò irrigiditi, quasi non riuscivo e tenere bene le posate, l'atmosfera era un pò meno rilassata del pranzo, eravamo stanchi fisicamente, un'intera giornata in piedi, ci eravamo seduti solo per il pranzo e ora per la cena, tra l'altro oltre a stare in piedi doevevi sentirti istruttori che ti urlavano in faccia per ogni minima cosa.. Insomma è dura, il primo giorno è così..
    Terminata la cena, la giornata non era ancora finita..

  10. #10
    Maresciallo
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    Predefinito

    bel racconto!

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