Originariamente Scritto da
condoralex
Diciamo che la mancanza si è fatta sentire negli anni passati. Sì, un pò di rammarcio c'è, ma per il semplice fatto che l'Esercito, proprio dopo il mio congedo, è cresciuto mostruosamente (con ogni probabilità per l'impiego prima in Iraq, poi in Afghanistan: un mio ex comandante mi fa recentemente "da quelle parti non si scherza, o ci vai per bene, o ti fanno a pezzi, letteralmente parlando").
Il mio reggimneto (186 Folgore) rappresenta oggi il non plus ultra delle forze aviotrasportate degli eserciti Nato (la componente esplorante è abilitata a lancio TCL ed effettua addestramento ed operazioni con modalità simili alle forze speciali).
Molti dei miei commilitoni sono sparsi tra lì e il bacino fos/fs. Qualcun'altro dopo 10 anni da guerriero ha scelto, con buoni motivi direi (famiglia in primis), di uscire dai ranghi della Brigata e dedicarsi ad incarichi militari meno arditi.
Il più grosso rammarico è di non aver provato la vita da incursore al 9 RGT Col Moschin, ma il fatto che qualche fratello di sangue e sudore ce l'abbia fatta è una grande soddisfazione, ergo: eravamo gente con gli attributi al posto giusto.
Ho pianto tre volte negli ultimi 20 anni: quando Valentino Rossi vinse a Welkom nel 2004 alla prima gara con la Yamaha, quando mio padre se n'è andato nel 2008 e quando nel 2009 sono entrato dentro al 186 Reggimento per il raduno di compagnia.
Fin da dopo il congedo ho sempre lavorato nel campo dell'ingegneria elettronica/informatica e delle comunicazioni industriali, in Italia e all'estero.
Ci sono stati periodi che ho guadagnato il doppio di quello che mi pagavano all'estero da militare, ma i valori non hanno prezzo.
Lavorare per un'Istituzione è rappresentare tutti i cittadini, dal poliziotto al carabiniere, dalll'aviere al soldato, dal marinaio al vigile del fuoco, penso ci siano poche cose che appagano tanto a livello personale, sempre se ci credi.
Oggi mi "sgolo" a far capire alle nuove leve questi concetti... non è facile, la società sta cambiando anno dopo anno, i giovani vogliono tutto e subito, voglia di sudore ce nè poca, "forzare la mano" da parte dei quadri in un'organizzazione militare o di polizia non è più permesso como una volta, quindi vanno cambiati i metodi di insegnamento.
Penso che i "vecchi", coloro che rappresentano il filo conduttore con il passato, e i nuovi quadri direttivi, abbiano un compito molto più arduo degli anni passati.
Un caro saluto, Folgore!
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