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Discussione: Operazioni del CFS e dei Corpi Forestali Regionali

  1. #51
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    Una bella iniziativa con un immobile sottratto alla mafia!
    FORESTALE: NUOVO COMANDO STAZIONE INAUGURATO A LECCE IN UN IMMOBILE SOTTRATTO ALLA MALAVITA

    La cerimonia il 13 giugno nel condominio Bellavista

    Una villa confiscata ad un esponente storico della criminalità salentina è stata trasformata nella sede del Comando Stazione forestale di Lecce. L'immobile di via Monteroni, che è stato costruito con i proventi della sofisticazione del vino e del riciclaggio di denaro, da oggi ha dunque una nuova destinazione. Al taglio del nastro, effettuato il 13 giugno dal sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano, hanno presenziato il Capo del Corpo forestale dello Stato, ingegner Cesare Patrone, il Comandante Regionale della Puglia Giuseppe Silletti e quello Provinciale di Lecce Mario Mazzeo, oltre a numerose altre autorità.
    La ristrutturazione dell'immobile è stata sostenuta dalla Forestale. La casa, 450 metri quadrati su tre livelli, comprende anche una grande lavanderia nei pressi della piscina, che è stata riempita e coperta di piante di lavanda. Le finestre sono dotate di vetri blindati e nella taverna è stata ricavata una camera di sicurezza, nella quale era conservato il "tesoro" di esponenti della sacra corona unita.

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    ANIMALI: BLOCCATO DALLA FORESTALE UN TRAFFICO ILLECITO DI CUCCIOLI

    Sequestro, in provincia di Varese, di una trentina cuccioli di cane appartenenti a varie razze ed importati illegalmente dall'Est Europa
    Denunciato il responsabile per maltrattamento di animali e frode in commercio


    Più di 30 cuccioli di cane, destinati con ogni probabilità al traffico clandestino, sono stati intercettati e sequestrati nei giorni scorsi dalla Forestale in provincia di Varese mentre erano stipati in gabbie caricate a bordo di un furgone inadeguato al loro trasporto.
    Gli animali, appartenenti a varie razze (Carlino, Chevalier King, Pinscher, Spitz, Maltese, Yorkshire e Cocker) e provenienti dalla Slovacchia, avevano un'età, stimata dai veterinari presenti al controllo, oscillante tra i 50 e i 60 giorni, nonostante sui passaporti venissero dichiarati come cani di tre mesi e ventuno giorni.
    All'operazione ha preso parte il personale specializzato nel contrasto al maltrattamento degli animali dei Comandi provinciali di Varese, Torino, Alessandria e Milano del Corpo forestale dello Stato che, a seguito di attività di indagini, ha posto sotto sequestro i cuccioli, il furgone e i documenti di trasporto contenenti i dati falsi. Il mezzo di trasporto, monitorato da tempo, è stato fermato in prossimità di un casello autostradale grazie alla collaborazione tra gli agenti della Forestale e il personale della Polizia Stradale.
    Il trasportatore è stato denunciato all'Autorità Giudiziaria per i reati di maltrattamento di animali, frode in commercio, concorso nel reato e falso ideologico.

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    RIFIUTI: AREZZO, SIGILLI DELLA FORESTALE A UN PIAZZALE DOVE VENIVANO ABBANDONATI APPARECCHI ELETTRICI IN DISUSO

    Denunciato il responsabile, titolare di una ditta di macchinari per ufficio. Tra gli scarti, accumulati da mesi, c'erano anche materiali pericolosi


    Un "piazzale-parcheggio" antistante la sede di una ditta commerciale utilizzato come deposito di apparecchiature elettriche ed elettroniche in disuso, ad Arezzo in zona Pescaiola.
    A scoprirlo sono stati gli agenti del Nucleo Operativo Speciale di Arezzo del Corpo forestale dello Stato che hanno posto i sigilli all'area di circa 20 metri quadrati occupata dal materiale scartato. Una montagna di rifiuti speciali e in parte pericolosi. Plastica, stampanti, monitor, televisori, computer, fotocopiatrici.
    Apparecchi abbandonati sul posto e accumulati da mesi, come si è potuto dedurre dalla vegetazione spontanea cresciuta attorno ad essi.
    Il 60enne aretino, titolare della ditta, specializzata in vendita e noleggio di macchine per ufficio, è stato segnalato all'Autorità Giudiziaria per abbandono incontrollato di rifiuti speciali.

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  2. #52
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    MBIENTE: SEQUESTRATI DALLA FORESTALE 5 IMPIANTI ANEMOMETRICI AD ISERNIA

    Dodici le persone indagate per abusi e violazioni delle norme ambientali identificate nel corso della maxi operazione "Via col Vento" condotta dal Corpo forestale dello Stato su tutto il territorio provinciale


    Cinque impianti anemometrici sequestrati e dodici persone indagate per abusi e violazioni delle norme sull'Ambiente. È il bilancio della maxi operazione "Via col Vento" condotta dal Corpo forestale dello Stato e coordinata dalla Procura della Repubblica di Isernia sulla complessa ed estesa rete degli anemometri installati in tutto il territorio provinciale.
    Il personale del Comando provinciale di Isernia del Corpo forestale dello Stato, a seguito di meticolose e approfondite indagini a tappeto in tutta la Provincia, ha monitorato complessivamente 46 antenne anemometriche e ha riscontrato che il 60 per cento degli anemometri posti in una ventina di comuni dell'isernino è irregolare. Tali dispositivi, alti tra i 30 e i 50 metri, servono a stabilire la velocità e la regolarità del vento, in modo da poter poi scegliere un sito in cui costruire un campo di torri eoliche. Si tratta, quindi, di strumentazioni che installate al suolo comportano una modifica dello stato dei luoghi e per tale motivo sono soggette alle procedure previste dalle norme in tema ambientale.
    Nel corso delle ispezioni delle antenne anemometriche da parte della Forestale per verificarne la regolarità della procedura di installazione, si è riscontrato che in 17 casi su 46 l'iter è stato seguito nel rispetto della normativa, ottenendo le dovute autorizzazioni. In ben 29 casi, invece, (pari a circa il 60 per cento del totale delle antenne presenti in provincia) sono stati accertati abusi di vario tipo: dalla totale mancanza di avvio delle procedure previste dalla legge in materia alla mancanza di uno o più permessi necessari

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    RIFIUTI: SEICENTO TRAVERSINE FERROVIARIE DAL POTENZIALE ALTAMENTE TOSSICO SEQUESTRATE DALLA FORESTALE NEL POTENTINO

    Il materiale ferroso proveniva da una ditta comasca che le aveva vendute senza trattamento di recupero. Denunciato il titolare

    Seicento traversine ferroviarie non sottoposte a recupero, potenzialmente nocive per la salute umana, erano accatastate all'aperto presso il deposito di una ditta nel comune di Melfi, che le avrebbe utilizzate per realizzare la recinzione di un'azienda agricola a Rionero in Vulture (Potenza).
    A trovarle sono stati gli agenti Forestali del Comando stazione di Melfi ed è subito scattato il sequestro. Il materiale proveniva da una società del comasco specializzata in recupero, lavorazione e vendita di traversine ferroviarie dismesse. Ma della lavorazione neanche l'ombra: le traverse non erano infatti state sottoposte al trattamento di bonifica e rigenerazione obbligatorio per legge. Il materiale in questione, infatti, contiene creosoto, ovvero catrame di carbon fossile, sostanza dall'alto potenziale cancerogeno il cui utilizzo è stato bandito dalla Comunità Europea nel 2001.

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    INCENDI: NEL NAPOLETANO LA FORESTALE INTERVIENE SUL FENOMENO DEI ROGHI INCONTROLLATI DI RIFIUTI

    Due persone nel mirino, una denuncia e una sanzione di 5.000 euro. Il fenomeno riguarda in particolare lo smaltimento di pneumatici da parte dei gommisti per aggirare il costo dell'operazione legale, pari a 15 centesimi al chilo presso le ditte autorizzate

    Il fenomeno dei roghi incontrollati di rifiuti attanaglia da diversi anni la provincia di Napoli, comprendendo anche la combustione di rifiuti speciali altamente tossici e inquinanti per l'ambiente.
    Già da tempo la Prefettura, le Forze di Polizia e il Corpo forestale dello Stato di Napoli hanno deciso di concentrare le indagini e le attività di controllo in questa materia, facendo emergere il fenomeno, nella sua interezza, più complesso di quanto possa apparire, configurandosi non soltanto come episodi sporadici di malcostume o scarsità di senso civico, bensì come un'attività sistematica legata a vari fattori di illegalità diffusa. In particolare, il fenomeno riguarda lo smaltimento illegale di pneumatici per aggirare il costo dell'operazione presso le ditte autorizzate.

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  3. #53
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    DROGA: SCOPERTA DALLA FORESTALE COLTIVAZIONE DI CANNABIS NEL VIBONESE

    Ben 520 piante occultate tra la vegetazione in una zona impervia del comune di Mongiana. Gli agenti le sequestrano e poi le distruggono


    Oltre 500 piante di cannabis, una rigogliosa piantagione che cresceva nascosta tra la fitta vegetazione su un terreno impervio in località San Carlo, nel comune di Mongiana. È quanto scoperto dagli agenti Forestali del locale Ufficio Territoriale per la Biodiversità, impegnati nella perlustrazione del territorio e insospettiti dopo aver notato la sistemazione di canali creati per convogliare le acque dei torrenti Allaro e Vazzalaro. All'ingegnoso sistema d'irrigazione esistente era stato aggiunto un successivo convogliamento delle acque, che si riversavano in un anfratto pieno di sterpi e rovi che nascondevano le piante di canapa anche ad un controllo dall'alto. Tale sistema ha fatto sì che le piante, dopo un'iniziale zappettatura, crescessero senza alcun intervento colturale, in un terreno abbandonato da parecchi anni in quanto gli eredi del proprietario deceduto, risultano essere emigrati all'estero. È scattato il sequestro, convalidato poi dalla magistratura, delle piante che avevano raggiunto un'altezza di quasi due metri. Successivamente sono state estirpate e distrutte, preservandone un piccolo campione per le analisi chimico-fisiche di prassi. Gli elementi raccolti sono al vaglio degli investigatori della Forestale al fine di risalire agli autori del reato e di ricavarne notizie utili per il monitoraggio del traffico di sostanze stupefacenti.

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    BRACCONAGGIO: SORPRESO DI NOTTE A CACCIA DI CINGHIALI SULLE COLLINE TOSCANE

    Sequestrati i due esemplari abbattuti, una carabina corredata con cannocchiale di precisione e faro, un visore notturno ed un coltello

    Sono ancora frequenti gli episodi di bracconaggio, soprattutto nelle ore notturne, sulle colline tra Pisa e Livorno, spesso all'origine di forti lamentele da parte di residenti e villeggianti. Proprio di notte, nel bosco in località La Gabella (comune di Montecatini Val di Cecina), in zona di confine tra le due province toscane, un bracconiere è stato sorpreso dalla Forestale mentre trasportava a spalla due cinghiali abbattuti. Gli agenti dei Comandi Stazione Forestali di Cecina e Rosignano Marittimo (LI), insieme alla Polizia Provinciale di Pisa, erano da giorni sulle tracce del bracconiere, già noto all'Autorità Giudiziaria per analoghi reati. In seguito ad alcune segnalazioni era scattata una serie di appostamenti fin quando gli agenti, dopo aver avvistato in lontananza l'uomo che illuminava i campi alla ricerca di selvaggina, lo hanno visto sparare verso gli animali individuati. I Forestali l'hanno bloccato mentre trasportava i due animali, nel frattempo già decapitati ed eviscerati. Oltre ai due animali abbattuti sono finiti sotto sequestro una carabina, corredata con cannocchiale di precisione e faro, un visore notturno ed un coltello. Il bracconiere denunciato, un 33enne originario della provincia di Pisa, dovrà rispondere di reati che vanno dall'esercizio di attività venatoria in periodo di divieto generale alla caccia con mezzi non consentiti e al porto abusivo di arma da punta e taglio.


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  4. #54
    Moderatore L'avatar di sasygrisù
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    Predefinito Forestale, incendi boschivi: due minori arrestati in Campania

    Roma, 28 ago – Le indagini del Corpo forestale dello Stato hanno portato, nel tardo pomeriggio di ieri, all’identificazione e all’arresto di un ragazzo e di una ragazza, rispettivamente di 15 e 17 anni nel Comune di Bonea, in provincia di Benevento, per incendio boschivo doloso. I giovani, residenti del luogo, sono stati individuati grazie all’attività della Forestale, iniziata alcuni giorni fa in seguito al ripetersi di numerosi roghi nella zona, con appostamenti e il piazzamento di telecamere di sorveglianza collocate su supporti all’interno di una zona boscata che ricade nel Parco Naturale Regionale del Taburno – Camposauro.

    Sono stati proprio gli uomini del Comando Stazione di Montesarchio, del Comando Provinciale e del Nucleo Investigativo Provinciale di Polizia Ambientale e Forestale di Benevento del Corpo forestale dello Stato, in collaborazione con il Nucleo Investigativo Antincendio Boschivo, appostati nella zona, a cogliere in flagranza di reato i due giovani mentre, con un accendino, appiccavano il fuoco alla vegetazione a bordo strada.
    Le fiamme, alimentate dal forte vento, si sono immediatamente propagate ed estese al bosco circostante provocando un incendio, ormai spento, e sul quale sono intervenute numerose squadre antincendio e alcuni uomini del Comando Stazione Forestale di Torrecuso (BN) che hanno diretto le operazioni di spegnimento delle fiamme.
    I due minori, che hanno tentato la fuga a bordo di un motorino senza targa e senza documenti, hanno cercato di superare ben due posti di blocco. Raggiunti dai Forestali, dopo un rocambolesco inseguimento, i due giovani hanno giustificato il loro gesto dicendo di aver voluto eliminare le sterpaglie.

    L’Autorità Giudiziaria competente ha disposto, per la ragazza la traduzione nel carcere minorile femminile di Nisida, mentre il ragazzo è stato condotto presso il centro di prima accoglienza di Napoli.
    I due dovranno ora rispondere di incendio boschivo doloso che prevede l’arresto da 4 a 10 anni e di resistenza a pubblico ufficiale e ricettazione.
    L’intervento di ieri della Forestale si inquadra nella costante attività di monitoraggio e di contrasto al fenomeno, che quotidianamente il Nucleo Investigativo Antincendio Boschivo svolge sul territorio nazionale. Azione potenziata, dall’inizio dell’estate, in considerazione anche dell’aumento dei fattori climatologici che stanno favorendo l’insorgere dei roghi.

    Il Nucleo Investigativo Antincendi Boschivi (NIAB) del Corpo forestale dello Stato analizza le diverse situazioni legate agli incendi boschivi e applica tecniche di investigazione sofisticate e all’avanguardia. Per migliorare i risultati e le modalità operative nella lotta ai crimini incendiari si avvale di una specifica metodologia tecnica di repertazione, finalizzata alla ricerca del luogo di insorgenza dell’incendio, all’individuazione degli inneschi e degli ordigni incendiari adoperati.
    Quella di ieri è stata un’importante operazione del Corpo forestale dello Stato che ha ricevuto anche il plauso dell’Assessore Regionale all’Agricoltura della Campania Vito Amendolara.
    fonte: http://www.grnet.it/

    Prius undis flamma antequam flectar
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  5. #55

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    INCENDI BOSCHIVI: ARRESTATO DALLA FORESTALE 59ENNE, AUTORE DI UN INCENDIO APPICCATO NEL PARCO NAZIONALE DEL CILENTO E VALLO DIANO

    Roma, 3 settembre 2011 - Gli uomini del Corpo forestale dello Stato del Coordinamento Territoriale per l'Ambiente per il Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, nella giornata di oggi, hanno tratto in arresto un pensionato di Perdifumo (Salerno), responsabile dell'incendio boschivo verificatosi nella mattinata del 23 agosto in loc. "Camella" dello stesso comune. A mettere gli investigatori della Forestale sulle tracce dell'incendiario 59enne sono stati sia i ripetuti episodi accaduti la settimana precedente - tutti nella stessa zona, la quale dista poche centinaia di metri dall'abitazione dell'incendiario -, sia la ricostruzione della dinamica degli incendi pregressi, che li rende tutti riconducibili ad una unica mano. Ugualmente utili, le informazioni raccolte dagli abitanti del centro cilentano.
    Nella mattinata del 23 agosto, dopo l'ennesimo episodio, gli uomini del Comando Stazione forestale di Castellabate, domate le fiamme unitamente ad una squadra della C.M. Alento Montestella, attraverso una accurata attività investigativa condotta congiuntamente con i forestali del CTA di Vallo della Lucania (Salerno) sono riusciti a risalire al colpevole dell'insano gesto.
    Tenuto conto della pericolosità del soggetto, le cui abitudini accertate sono tipiche della figura del piromane con alta probabilità di reiterazione del reato, su richiesta della Procura della Repubblica di Vallo della Lucania, previa istruttoria del Sost. Procuratore che ha coordinato le indagini, è stata emessa dal G.I.P. del Tribunale di Vallo della Lucania l'ordinanza di custodia cautelare in carcere. L'arresto è stato eseguito in mattinata dagli uomini del CTA del Corpo forestale dello Stato di Vallo della Lucania e del Comando Stazione forestale di Castellabate.
    Con quello di oggi sale così a 4 il numero degli arresti in Campania, superiore agli anni passati, che rende merito alle scelte del Corpo forestale dello Stato di intensificare le attività di analisi investigative tramite il NIAB (Nucleo Investigativo Antincendi Boschivi) e di applicare, ad esse, nuove tecnologie.

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    Sequestrata una discarica abusiva La Forestale ha denunciato il proprietario

    Una discarica abusiva con circa 10 mila metri cubi di rifiuti è stata scoperta e sequestrata dai militari del Corpo Forestale di Tortona. Il ritrovamento dei rifiuti è avvenuto l'altro giorno, durante i controlli sul territorio tortonese, che vengono periodicamente effettuati dal Corpo Forestale, sempre a caccia di irregolarità. La pattuglia si trovava in località Cascina Zampolina, quando ha scoperto una vera e propria discarica di rifiuti speciali di oltre 10.000 metri cubi di volume. Infatti, dietro ad alcuni capannoni, un uomo di 58 anni, G.L. di Pontecurone, aveva accumulato svariate migliaia di metri cubi di macerie di ogni tipo, tra cui anche 200 traversine ferroviarie di legno, che spesso erano, per garantirne la conservazione, impregnate di creosoto, sostanza altamente tossica. La Forestale di Tortona, assieme al Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale e Forestale di Alessandria, ha subito posto sotto sequestro penale la discarica. Il responsabile è stato segnalato a piede libero alla Procura della Repubblica di Tortona.
    Ultima modifica di Giusepperi; 04-09-11 alle 18: 45

  6. #56
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    FORESTALE: INAUGURATO IL 37° CORSO ALLIEVI VICE ISPETTORI

    Si è tenuta ieri mattina, presso la sede della Scuola del Corpo Forestale dello Stato di Città Ducale (Rieti), l'inaugurazione del 37° Corso Allievi Vice Ispettori "Fiume Ticino"

    Alla cerimonia ha preso parte il Capo del Corpo Cesare Patrone, assieme a numerosi dirigenti dell'Amministrazione forestale, alle massime autorità politiche, militari, civili e religiose della provincia di Rieti.
    Durante la cerimonia, i neo allievi hanno assistito ad una conferenza sul tema del contrasto ai crimini ambientali e il ruolo della polizia giudiziaria nei sequestri d'iniziativa. A seguire, sono state inaugurate le nuove strutture didattiche della sede staccata della Scuola di Rieti.

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    CITES: CHIUSA MOSTRA DEI RETTILI PER MALTRATTAMENTO ANIMALI

    Gli esemplari, oltre ad essere detenuti in condizioni non idonee, erano sprovvisti dei necessari certificati di accompagnamento. Fra i vari animali sequestrati, anche una vipera velenosa, di cui è severamente vietato il possesso da parte di privati cittadini

    Durante un servizio mirato al controllo sulla detenzione e vendita di specie protette, il personale del Corpo forestale dello Stato del Comando Stazione di Cesuna e Conco (Vicenza), in collaborazione con personale del Servizio Veterinario dell'USL 3 di Bassano del Grappa e del Dipartimento di Biologia dell'Università di Padova, hanno effettuato una verifica sulla detenzione di rettili in una mostra pubblica presso la scuola elementare di Rotzo, a Vicenza.
    All'interno delle teche di vetro erano presenti rettili e sauri di diverse specie, tutte tutelate dalla Convenzione di Washington (CITES). La detenzione degli esemplari è risultata irregolare in quanto gli animali non erano accompagnati dalla necessaria certificazione prevista dalla Convenzione nel territorio comunitario.
    Inoltre, le teche arano di dimensioni inadeguate, senza sistemi di misurazione della temperatura e dell'umidità, con fondi in cattive condizioni igieniche e lampade ad incandescenza non protette. Tutti elementi, questi, che configurerebbero il reato di maltrattamento animali. Nel complesso sono stati sequestrati un'iguana comune, tre pitoni reali, un grosso pitone indiano albino di tre metri di lunghezza e una vipera (aspis), di cui è rigorosamente vietata la detenzione in quanto compresa nell'elenco delle specie pericolose.

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    ANTIBRACCONAGGIO: REGGIO CALABRIA, SEQUESTRATI DALLA FORESTALE 86 GHIRI CATTURATI ILLEGALMENTE

    Il responsabile, denunciato, deteneva nel congelatore altri esemplari pronti per essere consumati

    Nell'ambito dei controlli del territorio predisposti dal Corpo forestale dello Stato per la prevenzione del bracconaggio al ghiro, attività molto diffusa nei comuni dell'alto ionio reggino, il personale dei Comandi stazione di Stilo e Paulonia (Reggio Calabria), hanno deferito all'Autorità Giudiziaria un trentatreenne di Stilo che deteneva numerosi esemplari di ghiri appena catturati. Per la caccia abusiva, all'interno di un bosco in località "Marmarico", nel comune di Bivongi, l'uomo aveva utilizzato alcune trappole ad archetto. In seguito a ulteriori controlli, la Forestale ha appurato che all'interno di un congelatore di proprietà del giovane erano conservati altri esemplari, pronti per essere consumati, per un totale di ottantasei animali.
    Sul mercato illegale, la carne di ghiro arriva a prezzi che si aggirano sui 50 euro al chilogrammo.

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  7. #57

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    Arrestato in flagranza per coltivazione di canapa indianaGiovedì 08 Settembre 2011 - Durante un servizio di controllo del territorio, gli agenti del Corpo Forestale dello Stato in località Crasto del comune di Mammola, ha tratto in arresto G.C. di 21 anni nativo e residente nello stesso comune aspromontano, per coltivazione di canapa indiana (Cannabis indica).

    L’operazione è stata condotta dai comandi stazione di Mammola e San Giorgio Morgeto, dipendenti dal Coordinamento Territoriale per l’Ambiente di Gambarie d’Aspromonte.

    Il G.C. è stato sorpreso mentre era intento a “curare” le circa 100 piante di cannabis ormai mature per essere tagliate. Infatti la piantagione, ricavata tra i boschi e le felci di una stretta gola, presentavano un’altezza superiore ai 2 metri e poteva contare su un impianto di irrigazione a goccia. Grazie alla dotazione GPS i forestali attribuivano il terreno della piantagione alla proprietà della Regione Calabria.

    Una volta estirpate le piante, queste venivano sottoposte a sequestro penale e su disposizione della Procura di Locri, sono state bruciate in luogo lontano da altra vegetazione al fine di evitare il rischio di incendio in questo momento molto alto.

    _____

    Arrestato incendiario in provincia di Imperia
    Imperia, 7 settembre, 2011- Il personale del Corpo forestale dello Stato di Imperia, al termine di lunghe ed intense indagini condotte in collaborazione con il Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale (NIAB), ha tratto in arresto, su ordine del Gip, un pastore di 40 anni per il reato di incendio boschivo doloso.
    Lo scorso 19 agosto, in seguito allo scoppio di un incendio boschivo in località Cava Littardi (IM), il Corpo forestale dello Stato era intervenuto ed aveva individuato i resti di alcuni ordigni disposti in più punti lungo il fianco della montagna.
    A distanza di pochi giorni, il 23 agosto, scoppiato un altro incendio, in località Fossarelli, sempre nella zona della Cava Littardi tra Cipressa e Pietrabruna, la Forestale con Vigili del Fuoco e Volontari era intervenuta tempestivamente per spegnere le fiamme, permettendo agli investigatori del NIAB di rinvenire gli inneschi che avevano scatenato il rogo.
    I sospetti degli investigatori della Forestale si erano già concentrati su un allevatore della zona. Il 29 agosto l'accelerazione alle indagini: su disposizione del Pubblico Ministero di Imperia gli uomini del Corpo forestale dello Stato hanno eseguito un blitz all'alba in località Avreghi nel Comune di Cipressa nell'abitazione e negli altri locali di proprietà dell'uomo, alla ricerca di ordigni incendiari e di inneschi realizzati per appiccare dolosamente i roghi nell'area al confine tra i comuni di Cipressa e Pietrabruna. Nei magazzini del pastore, gli uomini della Forestale hanno trovato almeno una dozzina di inneschi già pronti per l'uso oltre alle materie prime sufficienti per realizzarne molti altri. Si tratta di micidiali ordigni dello stesso tipo di quelli ritrovati e messi sotto sequestro durante gli incendi del 19 e del 23 agosto scorso. Una firma inconfondibile che ha inchiodato il pastore che gli investigatori della Forestale ritengono autore di numerosi incendi boschivi dolosi che hanno colpito il territorio tra Pietrabruna e Cipressa. Per la tecnica usata, gli incendi appiccati erano sempre risultati tra i più pericolosi per l'incolumità degli operatori. Rudimentali timer permettevano infatti l'accensione di nuovi focolai a distanza di centinaia di metri creando gravi pericoli per agenti della Forestale, Volontari e Vigili del Fuoco che rischiavano di rimanere circondati dalle fiamme durante le operazioni di spegnimento.
    La tempestività di intervento del personale a terra e l'aiuto degli elicotteri ha permesso di circoscrivere rapidamente alcuni focolai, di ritrovare quindi alcuni inneschi incombusti e di impedire di dar fuoco a tutta l'area che aveva come obiettivo.
    Dopo la denuncia dell'incendiario della Valle Argentina di Ferragosto, una nuova importante operazione degli uomini del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale del Corpo forestale dello Stato di Imperia e dei colleghi dei Comandi Stazione di Imperia, Pontedassio, Badalucco, Sanremo e Ventimiglia che hanno partecipato alle operazioni.
    Quello di oggi è il quarto incendiario seriale individuato dal Corpo forestale dello Stato di Imperia negli ultimi anni.

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    Sequestrata palazzina di 8 appartamenti a due passi dal mare, emessi 24 avvisi di garanzia
    Salerno, 2 settembre 2011 - Gli uomini del Coordinamento Territoriale per l'Ambiente (CTA) del Corpo forestale dello Stato di Vallo della Lucania (SA), hanno eseguito il sequestro di una palazzina di otto appartamenti in località "baia Punta Capitello", nel comune di Montecorice (SA).
    In uno dei punti più suggestivi della costiera cilentana la Forestale ha portato alla luce attività edilizie illecite tese ad aggirare i vincoli paesaggistici ed ambientali molto ferrei nella zona.
    Il personale del Corpo forestale dello Stato, a seguito delle numerose denunce effettuate da alcuni residenti della zona, ha accertato che la superficie dov'è stato costruito l'immobile di otto appartamenti posto sotto sequestro era precedentemente occupata da un villino unifamiliare. Ciascun appartamento ha una superficie di circa ottanta metri quadrati con di ampi terrazzi coperti vista mare di grandezza superiore ai cento metri quadrati con ulteriori spazi scoperti. Questo ha portato ad un considerevole aumento della cubatura e delle superfici con una notevole differenza nella sagoma e nelle caratteristiche architettoniche e strutturali.
    Sono stati contestati a vario titolo i reati di concorso negli illeciti urbanistici ambientali, deturpamento delle bellezze naturali, abuso di ufficio e falso in atti di ufficio per tecnici comunali. Emessi ventiquattro avvisi di garanzia, di cui uno al comproprietario e progettista delle opere, sei ai comproprietari, tre ai committenti dei lavori, due ai direttori dei lavori ed uno al titolare dell'impresa esecutrice. Oltre a loro risultano indagati il responsabile dell'Ufficio Beni Ambientali del Comune di Montecorice, il Responsabile dell'Ufficio Tecnico del medesimo Comune, due funzionari della Soprintendenza BAP di Salerno, rispettivamente responsabile del procedimento e firmatario del provvedimento di nulla osta paesaggistico. Inoltre destinatari di avvisi di garanzia sono stati anche i cinque componenti della Commissione per il Paesaggio del Comune di Montecorice.
    L'importo dei beni sequestrati ammonta a circa due milioni di euro.

    ________________



    Denunciato per incendio boschivo 08/09/2011. Un disoccupato di 64 anni, A.M., è stato denunciato in stato di libertà dagli agenti del Comando Stazione del Corpo forestale di Spilinga (VV), per il reato di incendio boschivo colposo. I militari del CFS, nel corso di uno dei numerosi servizi di appostamento finalizzato alla prevenzione di incendi boschivi, hanno sorpreso l’uomo con un fiammifero in mano, intento ad appiccare il fuoco a diversi cumuli di residui vegetali, poco distanti tra loro, in prossimità di una strada interpoderale che costeggia un bosco nelle campagne di Rombiolo.
    L’uomo immediatamente bloccato ed identificato, ha ammesso le proprie responsabilità, asserendo di aver appiccato il fuoco allo scopo di ripulire l’argine della strada dalle sterpaglie.
    Ultima modifica di Giusepperi; 09-09-11 alle 15: 31

  8. #58

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    Sequestrate piantagioni di marijuana
    Due coltivazioni di marijuana sono state scoperte e sequestrate martedì nell’eugubino, all’interno di boschi nei pressi di alcuni casolari, dagli uomini del comando provinciale di Perugia del Corpo forestale dello Stato, insieme a quelli della stazione Cfs di Valfabbrica. Nelle due operazioni il Cfs ha sequestrato una cinquantina di chili di marijuana da essiccare, per un valore di alcune decine di migliaia di euro.
    Trentanove piante La prima coltivazione – si è appreso martedì dalla Forestale – era composta da una decina di piante altre circa un metro e mezzo: in una successiva perquisizione a casa di un uomo (che è stato poi denunciato), gli uomini della Forestale hanno anche sequestrato alcuni grammi della stessa sostanza, essiccata e pronta all’uso. La seconda piantagione è stata scoperta (quasi per caso, si apprende dal Cfs) a pochi metri dalla prima: l’avrebbe impiantata e coltivata un altro soggetto, già noto alle forze di polizia per reati analoghi. Trentanove le piante, alte fino a due metri, sequestrate dalla Forestale. Anche in casa di questa seconda persona il Cfs riferisce di aver trovato diversi contenitori di marijuana essiccata e pronta all’uso.

  9. #59
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    ANIMALI: LA FORESTALE SEQUESTRA PAPPAGALLI MALTRATTATI, IN VENDITA IN UN MERCATINO DEL CUNEESE

    Riscontrata anche l'assenza della documentazione CITES, scatta la denuncia per l'allevatore


    Variopinti pappagalli esposti in un mercatino con ali tagliate o trattenute da nastro adesivo così da sembrare maggiormente domestici e poter essere venduti più facilmente e ad un prezzo più alto. È quanto scoperto dal Nucleo Investigativo Provinciale di Polizia Ambientale e Forestale (NIPAF) di Cuneo durante controlli effettuati presso i tradizionali mercatini di Fossano e Vicoforte Mondovì (Cuneo) dove si commerciano piccoli animali domestici, selvatici ed esotici. Per invogliare eventuali acquirenti, l'allevatore esaltava le doti di domesticità degli animali, che stavano tranquilli sulle sue braccia e si lasciavano prendere in mano dai bimbi presenti. L''insolita apatia dei volatili era però dovuta, per due esemplari, ad un nastro adesivo che il commerciante aveva posizionato intorno alle penne remiganti per impedirne il volo, e per un terzo esemplare al taglio delle remiganti stesse. Inoltre i tre pappagalli, appartenenti al genere Rosella comune (Platycercus eximius) e compresi nell'allegato B della Convenzione di Washington, erano privi sia di anello inamovibile che della documentazione CITES atta a dimostrarne la legittima provenienza. I volatili del mercatino di Fossano sono stati posti sotto sequestro ed affidati al centro di recupero fauna selvatica di Bernezzo (Cuneo) mentre l'allevatore senza scrupoli è stato denunciato per maltrattamento di animali e per violazione della normativa CITES, a tutela delle specie in via di estinzione.

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    INCENDI BOSCHIVI: SANZIONI DELLA FORESTALE NEL BARESE PER I PROPRIETARI DI TERRENI CHE NON REALIZZANO LE FASCE ANTINCENDIO

    Le aree interessate dalle fiamme sono sottoposte a vincolo idrogeologico e paesaggistico

    A seguito di due roghi verificatisi nel territorio murgiano per l'assenza di "fasce antincendio", la Forestale di Cassano delle Murge (Bari) ha elevato due sanzioni amministrative. I due incendi sono divampati in località "Masseria Malatesta" e "Masseria Collone" ed hanno interessato entrambi i terreni di natura incolta e boschiva costituiti in prevalenza da roverella e macchia mediterranea. In località "Masseria Collone" nel "Bosco di Mesola", area sottoposta a vincolo paesaggistico, idrogeologico, nonché Sito d'Importanza Comunitaria (SIC), per lo spegnimento del fuoco è stato necessario un intervento aereo coordinato dalla Direzione Operazioni di Spegnimento (DOS) del Corpo forestale dello Stato. Dagli accertamenti effettuati dalla Forestale, finalizzati alla determinazione delle responsabilità e della dinamica dei fatti è risultato che gli incendi sono da ritenersi di natura colposa, ad opera di ignoti. Il fuoco si è propagato anche a causa dello spirare del vento in direzione delle aree boscate e della totale assenza delle "precese", zona perimetrale del terreno di proprietà che deve essere rasata. Per questo, i proprietari dei terreni interessati dagli incendi, entrambi originari di Cassano delle Murge, sono stati sanzionati.

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    INCENDI BOSCHIVI: POTENZA, UOMO MUORE A CAUSA DI UN ROGO, APPICCATO PER PULIRE UN FONDO DALLE STERPAGLIE

    La vittima, un 67 anni originario del posto, è rimasto intrappolato dalle fiamme dopo averne perso il controllo. Accertata la morte per asfissia

    Risale alle prime ore del pomeriggio dell'11 settembre l'incidente che ha provocato la morte di un uomo di 67 anni a Calvello, comune della provincia di Potenza.
    La scoperta è avvenuta a seguito della segnalazione di un incendio pervenuta dalla Centrale Operativa Regionale del Corpo forestale dello Stato, per un rogo che stava colpendo un'area boscata e alcuni terreni agricoli incolti in località "Madonna delle Grazie".
    Giunti sul posto, i Forestali assieme ai volontari della Protezione civile hanno potuto immediatamente constatare che fra i resti ancora in fiamme di un vecchio vigneto, giaceva il corpo semi carbonizzato di un uomo.
    Dopo i primi vani tentativi di soccorso, si è data immediata comunicazione dell'accaduto all'Autorità Giudiziaria, che ha disposto l'intervento del medico legale.

    Newsletter CFS

    "Impossibile è solo una parola pronunciata da piccoli uomini, che trovano piu' facile vivere nel modo che gli è stato dato, piuttosto che cercare di cambiarlo. Impossibile non è un dato di fatto.E' un' opnione. Impossibile non è una regola. E' una SFIDA. Impossibile non è uguale per tutti...Impossibile non è per sempre... Impossible is nothing."

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  10. #60

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    Perquisiti 18 siti, interessate 3 regioni e sei province. Sequestrate oltre 30.000 confezioni di mozzarelle e la documentazione di oltre 400.000 chilogrammi di latte per la produzione di mozzarelle. Indagate 14 persone fra legali rappresentanti e dirigenti delle imprese coinvolte.
    Forlì, 22 settembre 2011- Nell'ambito dell'attività di tutela del "made in Italy" agroalimentare, oltre 50 unità fra ufficiali e agenti di polizia giudiziaria del Corpo forestale dello Stato coordinati dal NAF (Nucleo Agroalimentare e Forestale) dell'Ispettorato generale di Roma e dal Comando Regionale del Corpo forestale dello Stato per la regione Emilia-Romagna - Bologna, hanno sequestrato, nel corso dell'operazione "ITALIAMO", la documentazione relativa ai 465.800 chilogrammi di latte per la produzione di mozzarelle a marchio italiano ma prodotte anche con latte di origine francese, belga e lussemburghese ed oltre 30.000 confezioni di mozzarella. Inoltre sono 14 le persone che risultano indagate fra legali rappresentanti e dirigenti delle imprese coinvolte.
    L'operazione ha interessato 3 regioni (Emilia Romagna, Lombardia, Veneto), 6 province (Forlì-Cesena, Milano, Lodi, Pavia, Verona, Ravenna) e ha portato alla perquisizione di 18 siti fra uffici, magazzini e stabilimenti produttivi appartenenti ad una industria del settore lattiero-caseario.
    Durante l'operazione, coordinata dalla Procura della Repubblica di Forlì-Cesena, è stata sequestrata, inoltre, una significativa quantità di documentazione commerciale con materiale informatico e computers dei responsabili del settore commerciale, del settore produttivo e dei responsabili legali delle aziende interessate.
    L'indagine ha avuto inizio da un'ordinaria attività di controllo per la prevenzione delle frodi agroalimentari di latticini a marchio italiano svolta nel Comune di Savignano sul Rubicone in provincia di Forlì-Cesena, durante la quale erano state rinvenute confezioni di mozzarelle che sull'etichetta riportavano numerosi "claim" che richiamavano un prodotto Italiano: uno scudetto con i colori della bandiera italiana, i colori della bandiera italiana richiamati su pomodoro (rosso), mozzarella (bianca), basilico (verde), la scritta in etichetta "Dall'Italia", la scritta "origine Italia" e inoltre il prodotto veniva denominato "ITALIAMO" per richiamare l'origine nazionale.
    E' stato allora che il personale Forestale ha deciso di effettuare una verifica della tracciabilità delle mozzarelle per un controllo della qualità e della provenienza del latte impiegato, "dal campo alla tavola".
    Da questa complessa verifica, che ha coinvolto numerosi Comandi Stazione Forestali delle province già citate, è emerso che il latte impiegato per il confezionamento proveniva dalla Francia, dal Belgio, dal Lussemburgo per 266.300 chilogrammi, mentre dall'Italia proveniva meno del 50% del latte pari a 199.500 chilogrammi.
    E' stato accertato, inoltre, che oltre il lotto individuato la ditta ha continuato a procedere alla produzione dei prodotti recanti indicazioni e segni ingannevoli per il consumatore sull'origine e sulla provenienza. Anche per questi ultimi lotti si è provveduto al sequestro di 1.880 confezioni in un caso e nell'altro al sequestro di 31.082 confezioni di mozzarella e ad inviare comunicazione all'Autorità Giudiziaria competente.
    I possibili responsabili della presunta contraffazione delle indicazioni e dei segni distintivi dei prodotti lattiero-caseari, con richiami sull'origine nazionale del prodotto, sono attualmente indagati per diversi reati previsti dal codice penale come la frode in commercio, la contraffazione e la vendita di prodotti industriali con segni mendaci.
    Questa operazione si inserisce nella costante attività che il Corpo forestale dello Stato conduce nella lotta alla contraffazione dei prodotti agroalimentari a tutela dei consumatori per la difesa della qualità dei prodotti e dei produttori per la trasparenza del mercato.
    La frode in commercio si realizza sia attraverso la contraffazione di prodotto sia, come in questo caso, attraverso l'utilizzo di marchio ingannevole che, utilizzando parole, sigle, motivi, disegni, colori e slogan che richiamano il nostro paese e la qualità dei prodotti realizzati, evocano e ingannano i consumatori circa la reale provenienza dei cibi.
    Di recente il legislatore nazionale ha approvato la legge 3 febbraio 2011, n. 4 relativa all'etichettatura e alla qualità dei prodotti agroalimentari con l'obiettivo di preservare la qualità del cibo attraverso la garanzia e la conoscenza effettiva dell'origine dei prodotti e delle materie prime utilizzate, dichiarate e inserite in etichetta. In tal modo i consumatori sono tutelati attraverso una reale conoscenza dei Paesi di origine e di provenienza degli alimenti e sono difese le eccellenze imprenditoriali attraverso l'aumento della concorrenza realizzata in ragione della conoscenza dei precursori degli alimenti.
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    Sequestrate oltre 10.000 bottiglie di acqua minerale denunciato il proprietario di un deposito alimentare
    Gli agenti del Nucleo Operativo di Controllo Tutela Regolamenti Comunitari del Corpo forestale di Bari a seguito di controlli sulle norme in materia di etichettatura e delle produzioni agro-alimentari nazionali di qualità, hanno sequestrato a Conversano circa 10500 bottiglie di acqua minerale. I fardelli di acqua sono stati rinvenuti dai forestali sul piazzale antistante il capannone adibito a deposito di generi alimentari di varia natura di una ditta di distribuzione di settore.
    Tali generi erano destinati a due supermercati di proprietà della stessa ditta. I fardelli erano depositati da diversi giorni all’esterno della ditta, sul piazzale destinato al carico merce, esposti alla luce solare ed agli agenti atmosferici e coperti da un telo in plastica verde strappato, con pericolo di contaminazione con le sostanze tossiche rilasciate dalla plastica sottoposta a stress termico.
    Viceversa la merce avrebbe dovuto essere conservata o custodita all’interno del deposito in luogo fresco e asciutto, pulito e senza odori e da fonti di calore, come indicato in tutte le etichette delle bottiglie oggetto del sequestro. Il capannone adibito a deposito, al momento della verifica , non poteva contenere le pedane di acqua minerale oggetto del sequestro in quanto già pieno di altri generi alimentari.
    Il sequestro è avvenuto perché è vietato vendere, detenere per vendere o comunque distribuire per il consumo sostanze alimentari in cattivo stato. Esso, inoltre, è stato ritenuto necessario perché ricorrono motivi di urgenza, essendo il prodotto oggetto di imminente commercializzazione. Denunciato il responsabile legale della ditta, di 50 anni.

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    FORESTALE DENUNCIA UN UOMO PER RICERCA E POSSESSO DI REPERTI ARCHEOLOGICI
    Campobasso, 20 settembre 2011 - Armato di cartografie dettagliate, metal detector ed attrezzi vari per la ricerca di reperti archeologici, un cinquantenne di Ancona è stato notato aggirarsi con fare sospetto, a bordo del suo fuoristrada, nelle campagne di Guardialfiera. Fermato e controllato da una pattuglia del Corpo forestale dello Stato del Comando Stazione di San Giuliano del Sannio, l'uomo ha mostrato segni di agitazione insospettendo gli agenti che da una prima ispezione hanno rinvenuto un metal detector di tipo professionale all'interno dell'auto.
    Immediata la perquisizione del veicolo nel corso della quale sono state trovate numerose cartine ed appunti con dettagli su vari siti archeologici del Basso Molise ed alcuni frammenti di oggetti metallici tra cui una porzione di un piatto verosimilmente in bronzo. Il tutto è stato sottoposto a sequestro penale mentre l'uomo è stato deferito a piede libero per ricerca e detenzione illegale di beni culturali. I reperti sequestrati saranno messi a disposizione della Soprintendenza archeologica per le valutazioni di propria competenza.

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