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Discussione: Operazioni del CFS e dei Corpi Forestali Regionali

  1. #41
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    BRACCONAGGIO: LA FORESTALE RINVIENE LA CARCASSA DI UN LUPO, UCCISO CON ARMA DA FUOCO NEL RAVENNATE

    Il corpo dell'animale era stato occultato nella vegetazione per impedirne il ritrovamento. È il quarto ritrovamento in pochi mesi nella zona


    È solo l'ultimo di una triste serie, il ritrovamento di un giovane lupo morto nel territorio di Brisighella (Ravenna), dove negli ultimi mesi sono state rinvenute altre tre carcasse della specie. Autori della triste scoperta, gli agenti forestali del locale Comando stazione durante un servizio di controllo del territorio: la carcassa era stata occultata in mezzo alla vegetazione, in una zona collinare distante dal centro abitato. I forestali, insospettiti da alcuni arbusti di ginestra con i rami spezzati, si sono messi a perlustrare la zona circostante per poi scoprire, poco distante, il corpo dell'animale che era stato coperto proprio con i rami di ginestra per renderne difficoltoso il ritrovamento. Quasi certamente un atto di bracconaggio all'origine dell'abbattimento dell'animale che presentava infatti, ben visibile, un foro da arma da fuoco. Per ulteriori accertamenti, il corpo del lupo è stato posto sotto sequestro penale e consegnato all'Istituto zooprofilattico sperimentale della Lombardia e dell'Emilia Romagna - Sezione di Lugo (Ravenna). Qui i veterinari, ad una prima ispezione esterna, hanno constatato che si tratta di un giovane esemplare di lupo maschio con poco meno di 2 anni, le cui condizioni di salute dovevano essere buone prima di essere trafitto da un proiettile al torace. Dato il colore rosso vivo del sangue fuoriuscito, la morte dovrebbe risalire a pochi giorni fa. Il personale del Corpo forestale dello Stato ha inoltrato la denuncia all'Autorità Giudiziaria per il reato di uccisione di specie protetta ed ha avviato le indagini di polizia giudiziaria, a cui contribuiranno gli esami medico veterinari per acquisire ulteriori elementi, così da poter risalire ai responsabili.

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    Anche il CFS utilizza metodi all'avanguardia nella lotta ai reati.... in questo caso per trovare i colpevoli di un incendio
    INCENDI: DENUNCIATI TRE IMPRENDITORI AGRICOLI NEL MATERANO

    Giro di vite della Forestale nelle indagini condotte nel capoluogo lucano: salgono a sette i responsabili degli incendi. I roghi della scorsa estate, fra l'altro, sono considerati fra le cause delle frane che si stanno verificando nel materano a seguito delle piogge insistenti degli ultimi giorni


    Il Corpo forestale dello Stato ha portato a conclusione l'attività investigativa antincendio iniziata la scorsa estate nel comune di Montescaglioso. Sono scattate in questi giorni le denunce a piede libero per tre imprenditori agricoli ritenuti responsabili di roghi colposi divampati in estate nelle località Radicata e Imperatore, facendo salire a sette le persone denunciate per analoghi incendi sul territorio del comune lucano. Denunce che si aggiungono ai due arresti, per incendio doloso, effettuati sempre in estate nel materano dal personale dei Comandi stazione forestali di Irsina e Pisticci , in collaborazione con il Comando provinciale di Matera.
    Gli incendi di Montescaglioso erano stati originati da irregolari operazioni di bruciatura di residui vegetali, motivo ricorrente in questa zona, e avevano distrutto complessivamente circa 20 ettari di terreno, bruciando un oliveto e intaccando anche la vegetazione palustre del fiume Bradano. Le indagini, ora giunte al termine, erano state avviate dagli agenti del Comando Stazione Forestale di Montescaglioso, utilizzando il Metodo delle Evidenze Fisiche. Questa strategia investigativa, di origine americana, è stata adottata con successo dal Corpo forestale nell'anno 2000, e mira a ricostruire l'evoluzione dell'incendio individuandone il punto d'inizio, accertandone le cause e quindi identificandone i responsabili anche con l'ausilio di specifiche strumentazioni tecnico-scientifiche.
    I tre imprenditori denunciati in questi giorni dovranno rispondere del reato d'incendio boschivo colposo con l'aggravante di non aver rispettato le normative regionali che disciplinano le operazioni di bruciatura delle stoppie. Ai responsabili sono state comminate anche sanzioni amministrative di circa 600 euro ciascuno perché, come si è verificato anche negli altri casi, non avevano eseguito sui propri fondi, dopo le operazioni di mietitrebbiatura, le cosiddette precese o fasce antincendio.


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  2. #42
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    SICUREZZA AGROALIMENTARE: "ORO NERO", MAXI OPERAZIONE DELLA FORESTALE A TUTELA DELL'ACETO BALSAMICO DI MODENA

    Sequestrate in varie zone d'Italia più di 91mila confezioni, pari a 35mila litri di aceto. Sanzioni amministrative per un valore di oltre 300mila euro. Sei persone denunciate per imitazione, evocazione ed usurpazione di prodotti tutelati da marchio a denominazione protetta


    Sequestrate più di 91mila confezioni, pari a circa 35mila litri di aceto balsamico, elevate sanzioni amministrative per un valore complessivo di oltre 300mila euro e denunciate sei persone per imitazione, evocazione ed usurpazione di prodotti tutelati da marchio a denominazione protetta. Sono, questi, i principali risultati della maxi operazione anticontraffazione condotta dal Corpo forestale dello Stato in diverse regioni italiane a tutela dell'aceto balsamico di Modena IGP e aceto balsamico tradizionale DOP. Frutto di complesse indagini iniziate nel novembre 2010 e di numerosi controlli agroalimentari sui produttori di aceti da tavola, l'Operazione "Oro Nero" nasce con l'intento di accertare la presenza di derivati imitativi o evocativi delle denominazioni protette, le tradizionali DOP di Modena e Reggio Emilia e il più recente IGP, che può essere prodotto solo nel comprensorio costituito da entrambe. I controlli partiti dai Nuclei Investigativi di Modena si sono poi estesi contemporaneamente in Piemonte, nel resto dell'Emilia Romagna, Toscana, Veneto, Lazio, Molise e Puglia e hanno coinvolto circa 20 ditte produttrici. Il reato consiste nell'aver richiamato il termine "balsamico" in modo evocativo o imitativo, sfruttando indebitamente la reputazione dei due marchi DOP e IGP. All'operazione hanno preso parte gli uomini del Nucleo Agroalimentare Forestale di Roma e gli agenti dei Comandi Regionali forestali di Piemonte, Emilia Romagna, Toscana, Veneto, Lazio, Molise e Puglia, in collaborazione con il personale dei Comandi Provinciali di Torino, Verona, Parma, Ferrara, Reggio Emilia, Modena, Bologna, Arezzo, Campobasso e Bari.

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    RIFIUTI: RINVENUTO ETERNIT SULLE SPONDE DEL LAGO SALTO

    Ritrovati trenta involucri opportunamente occultati per evitarne il ritrovamento. La Forestale ha sequestrato l'area e indaga per individuare i responsabili


    È durante un controllo del territorio che i forestali del Comando stazione di Fiamignano, in provincia di Rieti, hanno rinvenuto sulle sponde del lago Salto trenta involucri contenenti eternit. Il pericoloso materiale, imballato con una pellicola di nylon nero in modo da non essere visibile, era composto principalmente da lastre tipo "ondulina" e canne fumarie. Circa tre, dunque, i metri cubi di materiale che con ogni probabilità proviene da opere di demolizione alle quali non ha fatto seguito il corretto smaltimento degli scarti. Trattandosi di rifiuti pericolosi, gli uomini della Forestale hanno proceduto al sequestro, oltre che del materiale, anche dell'area in cui esso era depositato. Le indagini stanno seguendo alcuni indizi e testimonianze per risalire ai responsabili che, per commettere l'illecito, sembra abbiano approfittato del periodo in cui le acque del lago sono più alte.
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  3. #43
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    RIFIUTI: CONTROLLI DELLA FORESTALE SULLO SMALTIMENTO DELLE AZIENDE AGRICOLE NELLA MARSICA

    A Luco dei Marsi denunciato e sanzionato un imprenditore che accumulava materiali sul terreno per poi bruciarli. Sanzioni anche per un'altra azienda di Avezzano. Le ispezioni disposte dal Coordinamento Distrettuale di Avezzano del Corpo forestale dello Stato proseguiranno anche nella Valle Roveto e in tutto il territorio del Fucino, a difesa di uno dei paesaggi montani più belli dell'Appennino


    Si sono intensificati, in questo periodo, i controlli del Corpo forestale dello Stato mirati alla prevenzione e alla repressione di episodi di smaltimento illecito di rifiuti nel territorio della Marsica. Gli agenti del Comando stazione forestale di Avezzano hanno eseguito ispezioni in 12 aziende agricole, tra Avezzano e Luco dei Marsi (L'Aquila).
    In una di queste ditte, a Luco dei Marsi, il titolare era solito depositare i rifiuti, perlopiù imballaggi derivanti dai processi produttivi, su un terreno attiguo di sua proprietà, per poi successivamente bruciarli.
    I Forestali hanno apposto i sigilli all'area di circa 2.000 metri quadrati, cosparsa di plastica, carta e altri rifiuti speciali, che se bruciati liberano in atmosfera gas tossici e potenzialmente pericolosi per la salute umana. Per questo il titolare dell'azienda è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Avezzano e dovrà rispondere di gravi violazioni alle normative che regolano lo smaltimento dei rifiuti. Contestualmente è scattata una sanzione amministrativa di oltre 5.000 euro poiché i registri di carico e scarico dei rifiuti erano totalmente assenti.
    Un'altra azienda, operante ad Avezzano nel settore meccanico, è stata sanzionata per oltre 500 euro dai Forestali per il mancato aggiornamento dei registri di carico e scarico dei rifiuti.

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    ANIMALI: SOCCORSO DALLA FORESTALE UN LUPO FERITO NEL SALERNITANO

    Finisce bene la brutta vicenda che ha visto coinvolto un lupo nel salernitano. Ferito ad una zampa, l'animale è stato soccorso e trasferito nel centro veterinario di Battipaglia

    Ferito ad una zampa, l'animale è stato ritrovato alcuni giorni fa dalla Forestale del Comando stazione di Acerno tra i boschi di Olevano sul Tusciano (Salerno), in località "Stagliata". Sul posto gli agenti sono intervenuti per prestare soccorso all'animale e trasferirlo nel centro veterinario di Battipaglia. L'animale, un esemplare maschio di lupo grigio dell'età di circa 2 -3 anni, presentava una frattura scomposta alla zampa anteriore sinistra oltre alla lussazione della scapola omerale. Gli uomini del Corpo forestale hanno trasportato il lupo presso il Centro Veterinario di Battipaglia, perché fosse sottoposto alle prime cure mediche. Gli esami radiografici hanno confermato le precarie condizioni fisiche dell'animale che, ad ogni modo, non è in pericolo di vita. Da qui, il lupo è stato trasferito al centro Veterinario di Melito (Napoli) per la valutazione di un eventuale intervento chirurgico finalizzato alla ricomposizione della frattura alla zampa.

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    BRACCONAGGIO: DUE UOMINI DENUNCIATI IN CALABRIA PER IL REATO DI UCCELLAGIONE

    La Forestale sequestra reti per la caccia e decine di esemplari di uccelli protetti dalla Convenzione internazionale di Berna. Utilizzata la tecnica delle reti disposte tra le fronde degli alberi


    Il personale dei Comandi stazione Forestali di Cittanova e Sant'Eufemia d'Aspromonte (Reggio Calabria), nell'ambito dell'attività di tutela dell'ambiente e di controllo del territorio disposti dal Comando provinciale forestale del capoluogo reggino, hanno deferito all'Autorità Giudiziaria due persone, entrambi di Cittanova, e sottoposto a sequestro delle reti per l'uccellagione e decine di esemplari morti di fauna protetta. In particolare, sono stati sequestrati alcuni tordi merli e fringuelli, questi ultimi protetti dalla Convenzione internazionale di Berna. Al tramonto i bracconieri posizionavano le reti tra le fronde degli alberi, in località "Campicciolo", per effettuare la cattura dei volatili durante l'orario di passaggio. Ad aggravare la posizione dei due, a seguito di un'ispezione sanitaria da parte di un veterinario di Palmi, è stata la morte di tutti gli uccelli, causata dalla rottura volontaria delle vertebre cervicali, segno inequivocabile che la cattura è stata effettuata con le classiche reti da uccellagione.

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    INQUINAMENTO: SEQUESTRATO IMPIANTO DI SCARICO DI UNA DITTA ZOOTECNICA. OLTRE 500 LE TONNELLATE DI RIFIUTI ORGANICI SMALTITI ILLECITAMENTE

    Una nuova e importante operazione di polizia ambientale è stata messa a segno dal Corpo Forestale dello Stato, nell'ambito del contrasto all'inquinamento del suolo e delle acque superficiali e sotterranee


    Dopo oltre tre mesi di indagini, sopralluoghi e appostamenti, gli agenti in forza al Comando Stazione di Spilinga (Vibo Valentia), hanno portato a termine l'operazione "Black Water", che ha permesso di accertare la causa del forte inquinamento di un canale di scolo delle acque a seguito dell'abbandono incontrollato di ingenti quantitativi di reflui zootecnici.
    Le indagini sono state avviate nel mese di gennaio scorso, sulla scorta di numerose segnalazioni di proprietari di fondi agricoli che lamentavano la presenza di acqua scura mista a liquido melmoso sui propri terreni, tracimata da un fosso demaniale che li attraversava. gli agenti si sono imbattuti in una tubazione dalla quale fuoriuscivano liquami fetidi, che li ha portati dritti all'interno di un'azienda zootecnica situata in località Marrana nel comune di Spilinga.
    Proprio all'interno dell'insediamento aziendale, esteso su una vasta superficie e con una presenza di oltre trecento bovini, i forestali hanno constatato che le deiezioni animali venivano convogliate in una grossa vasca di stoccaggio a cielo aperto, realizzata in cemento armato, delle dimensioni di circa 300 metri quadrati per una profondità media di circa 3.50 metri, capace di contenere quasi mille metri cubi di materiale (fecale).
    Da alcune feritoie presenti nella parte sottostante della cisterna e da un lato della stessa, completamente aperto, i liquami defluivano in una condotta a cielo aperto per poi immettersi in un pozzetto poco distante.

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    SOCCORSO ALPINO: SALVATO SPELEOLOGO INTRAPPOLATO IN UNA GROTTA

    L'incidente è avvenuto all'interno della grotta dei Guardiani nel Comune di Carpineto Romano (Roma). Un ruolo importante è stato svolto dalla Centrale operativa del Lazio del Corpo forestale, che ha coordinato e gestito le operazioni di soccorso in continuo contatto con i soccorritori


    La particolare morfologia della grotta, in cui sono presenti molte strettoie, ha reso necessario l'intervento immediato di più squadre e così sul posto sono intervenute le pattuglie dei Comandi Stazione Forestale di Velletri, Rignano Flaminio e Carpineto Romano assieme ai tecnici del Soccorso Alpino e Speleologico del Lazio. Altri due tecnici e una squadra speciale, tutti appartenenti al Soccorso Alpino e Speleologico dell'Umbria e dell'Abruzzo, sono stati condotti sul luogo d'intervento da due elicotteri AB412 del Corpo forestale dello Stato, decollati da Pescara e da Rieti. A una prima ricostruzione, lo speleologo triestino, 60 anni, sarebbe stato colpito da un masso ad entrambe le gambe, fratturandone una e bloccandone l'altra. Un intervento difficile e molto delicato, dunque, che ha richiesto tempi molto lunghi. È infatti solo il giorno successivo all'incidente che l'uomo è stato tratto in salvo e condotto in ospedale.

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  5. #45
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    “Operazione Black Water”

    Sequestro di oltre 500 tonnellate di rifiuti zootecnici, una vasca di stoccaggio ed una condotta abusiva

    Una nuova e importante operazione di polizia ambientale è stata messa a segno dal Corpo Forestale dello Stato, nell’ambito del contrasto all’inquinamento del suolo e delle acque superficiali e sotterranee.
    Dopo oltre tre mesi di indagini, sopralluoghi ed appostamenti, gli Agenti in forza al Comando Stazione di Spilinga, hanno concluso l’operazione denominata “ Black Water” che ha permesso di accertare la causa di un consistente inquinamento di un canale di scolo delle acque, a seguito dell’abbandono incontrollato di ingenti quantitativi di reflui zootecnici.
    Le indagini sono state avviate nel mese di gennaio scorso, sulla scorta di numerose segnalazioni di proprietari di fondi agricoli che lamentavano la presenza di acqua scura mista a liquido melmoso sui propri terreni, tracimata da un fosso demaniale che li attraversava.
    Traendo spunto da ciò, i militari della Stazione spilingese del CFS, pazientemente e con non poche difficoltà, hanno percorso a ritroso tutto il tratto del canale in questione, notando l’effettiva presenza, per tutto il suo corso, di acqua nera (da qui il nome dell’operazione) melmosa mista a schiuma che, in alcuni punti, assumeva una colorazione giallastra, emanando esalazioni alquanto maleodoranti.
    Risalendo più a monte si sono imbattuti in una tubazione dalla quale fuoriuscivano liquami fetidi, che li ha portati dritti dritti all’interno di un’azienda zootecnica, ubicata in loc. Marrana del comune di Spilinga.
    Proprio all’interno dell’insediamento aziendale, esteso su una vasta superficie e con una consistenza di oltre trecento capi della specie bovina, gli Agenti operanti hanno notato che le deiezioni animali (parti palabili e non palabili) venivano convogliate in una grossa vasca di stoccaggio a cielo aperto, realizzata in cemento armato, delle dimensioni di circa 300 metri quadrati per una profondita media di circa 3.50 metri, capace di contenere quasi mille metri cubi di materiale fecale.
    Da alcune feritoie (circa 10) presenti nella parte sottostante della predetta cisterna e da un lato della stessa completamente aperto, i liquami melmosi defluivano in una condotta a cielo aperto della lunghezza di circa 12 metri per poi immettersi in un pozzetto poco distante; da quest’ultimo punto, tramite una tubazione sotterranea in PVC del diametro di 25 centimetri, avente una lunghezza di circa 8 metri, all’uopo realizzata, le sostanze venivano sversate proprio in corrispondenza del canale di scolo demaniale denominato “ Fosso dello Schiavo”.
    Il consistente aumento di portata del canale anzidetto, avvenuto in seguito alle abbondanti precipitazioni meteoriche, faceva si che l’acqua mescolata alla sostanze inquinanti si riversasse a valle, finendo con l’invadere i terreni sottostanti, contigui all’azienda agricola incriminata.
    In seguito a tali accertamenti ed al fine di evitare ulteriori conseguenze pregiudizievoli per l’ambiente, gli Agenti hanno prontamente posto sotto sequestro penale l’enorme quantitativo di rifiuti zootecnici (stimati in circa 500 tonnellate), la vasca ove gli stessi venivano stoccati, (300 metri quadrati per una profondtà media di 3,50 metri) e la condotta abusivamente realizzata, della lunghezza di venti metri, per metà a cielo aperto e per metà interrata, utilizzata per far disperdere le deiezioni animali.
    La titolare dell’azienda, identificata in tale P.C., residente nel comune di Spilinga, a carico della quale è stato operato il provvedimento di sequestro, è stata deferita in stato di liberta presso la Procura della Repubblica di Vibo Valentia.
    Dovrà ora rispondere del reato di “ abbandono incontrollato di rifiuti speciali sul suolo e nel sottosuolo”, in violazione al Decreto Legislativo n.172 del 2008, norma che ha inasprito le sanzioni in materia, nei territori in cui vige lo stato di emergenza nel settore rifiuti.
    In tutto il territorio della Regione Calabria, per l’appunto, con un recente Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del dicembre 2010, è stato dichiarato lo stato di emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti per tutto l’anno 2011.
    L’Autorità Giudiziaria, nel frattempo, ha riconosciuto la validità dell’operato del CFS, convalidando il sequestro ed iscrivendo la responsabile nel registro degli indagati.
    I reflui d’allevamento, infatti, anche alla luce delle recenti sentenze della Suprema Corte di Cassazione, esulano dal novero dei rifiuti solo se utilizzati nella pratica agronomica della fertirrigazione.
    Venendo meno tale presupposto si configura una vera e propria attività di smaltimento illegale di rifiuti.
    Sono ancora in corso specifiche indagini, mirate all’individuazione di altre fonti d’inquinamento su tutto il comprensorio del Monte Poro, in riferimento alla stessa tipologia di illecito. Non si escludono provvedimenti analoghi.
    L’operazione “ Black Water”, condotta con spiccata professionalità dagli uomini in forza al Comando Stazione del CFS di Spilinga, ha di fatto arginato una situazione molto diffusa nel territorio della provincia di Vibo Valentia che, oltre a causare danni a proprietà private, rappresenta uno dei maggiori fattori di contaminazione delle falde acquifere, superficiali e sotterranee.
    Spesso è proprio l’inquinamento di tali canali di scolo, creatisi dal naturale deflusso delle acque piovane, la principale causa d’inquinamento sia dei corsi d’acqua che del mare.
    Sempre nel contesto dei controlli del settore zootecnico, gli Agenti dello stesso Comando, pochi giorni addietro, hanno concluso un’operazione che ha portato alla chiusura di un allevamento suinicolo, risultato non in regola dal punto di vista igienico sanitario.
    Nel corso del controllo effettuato all’interno di un’azienda ubicata nel comune di Spilinga, ricadente sul comprensorio del Monte Poro, dove peraltro venivano allevati suini della pregiata razza denominata “ suino nero di calabria”, gli uomini del CFS hanno riscontrato gravi carenze igieniche, sanitarie e strutturali, in seguito alle quali si è reso necessario l’intervento di personale medico dell’Unità Operativa Veterinaria dell’Azienda Ospedaliera provinciale di Vibo Valentia.
    Il personale veterinario dell’ASP ha di fatto confermato le varie irregolarità accertate dai militari della Forestale di Spilinga, evidenziando ulteriori “ criticità” all’interno della stessa azienda zootecnica.
    Infatti, gli esemplari della rinomata razza calabrese, usata per la produzione di salumi di alta qualità, riconosciuti in ambito nazionale, stabulavano in ricoveri fatiscenti, privi delle più basilari condizioni per garantire il benessere animale.

    Ulteriori inadempienze, definite tecnicamente “ punti critici ”, sono emersi dal controllo sullo smaltimento delle deiezioni animali; per l’appunto, il recinto dove venivano rinchiusi i capi di bestiame è risultato privo di qualsiasi canale atto a convogliare e smaltire idoneamente i liquami.
    In seguito a quanto accertato, Forestale e ASP hanno prontamente disposto la revoca del codice aziendale di stalla attribuito all’allevatore ordinando l’immediato allontanamento dei suini dall’azienda per ragioni di tutela igienico sanitaria.
    Conseguentemente, per il trasgressore è scattato anche il provvedimento di cancellazione della propria azienda dalla Banca Dati Nazionale istituita presso il Ministero della Salute, una sorta di archivio informatico nel quale vengono registrate tutte le aziende zootecniche nazionali.
    La vicenda è ora al vaglio della competente Autorità Giudiziaria che dovrà valutare la sussistenza di eventuali responsabilità a carattere penale.
    Proficua, dunque, è risultata la sinergia professionale tra Corpo Forestale dello Stato e Dipartimento Veterinario per arginare tutte quelle situazioni pregiudizievoli per il benessere animale e che, di conseguenza, possono arrecare nocumento alla salute del consumatore.
    Spesso proprio le carenze igieniche e la mancanza di disinfezione all’interno degli allevamenti sono causa dell’insorgenza e della diffusione di malattie epidemiologiche, pericolose sia per gli stessi animali che per l’uomo.
    Ultima modifica di ICG; 03-04-11 alle 19: 53

  6. #46
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    AMBIENTE: SAVONA, LA FORESTALE SEQUESTRA UN CANTIERE NON A NORMA

    L'area in questione doveva essere rimodellata con della terra proveniente da altro sito. I materiali impiegati, però, erano accompagnati da documentazione incompleta e poco chiara


    Sequestrato a Pontinvrea - località Menacciano (Savona) un cantiere di 3200 metri quadrati destinato alla risagomatura dell'area esistente con l'utilizzo di circa 5 mila metri cubi di terra proveniente da altro sito. A condurre l'operazione, gli agenti Forestali del Comando Stazione di Sassello (Savona) che hanno scoperto come il materiale provenisse da un cantiere di Varazze messo in piedi all'interno di una zona caratterizzata dalla presenza di pietre verdi (ofioliti). Dalle indagini è emerso l'irregolarità delle procedure per il riutilizzo delle terre e rocce da scavo: la documentazione è risultata essere incompleta e poco chiara.
    In base al Testo Unico Ambientale, il riutilizzo delle terra e rocce da scavo in altro sito è possibile infatti solo quando il loro impiego sia preventivamente individuato e, soprattutto, deve essere garantito un elevato livello di tutela ambientale.

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    ANTIBRACCONAGGIO: FORESTALE, DUE ARRESTI IN PROVINCIA DELL'AQUILA

    Rinvenuti diversi trofei di cervo e capriolo, molti chili di carne delle due specie protette, lacci per la cattura di animali e armi da fuoco detenute illegalmente


    Dopo cinque mesi di indagini, condotte dai Comandi stazione di Avezzano e Tagliacozzo (L'Aquila) con appostamenti, pedinamenti e rilievi di campo, nei giorni scorsi è partita l'ultima fase dell'operazione "Marsica orientale", che ha visto impegnati 30 Forestali provenienti da diversi reparti del Comando provinciale dell'Aquila, coordinati dal responsabile del Coordinamento Territoriale per l'Ambiente (CTA) di Civitella Alfedena. L'attività d'indagine ha dato seguito a 13 mandati di perquisizione emessi dalla Procura di Avezzano, a carico di cinque persone tutte residenti nel comune aquilano di Aielli. Per due di questi, sono scattati anche gli arresti.
    Gravi le ipotesi di reato a carico degli indiziati, denunciati all'Autorità Giudiziaria per detenzione illegale di armi da fuoco, alcune delle quali con matricola abrasa, un fucile a canne mozze e addirittura una carabina trovata carica nell'abitazione di uno degli uomini. Rinvenuti diversi trofei di cervo e capriolo e molti chili di carne delle due specie protette, che potrebbero essere state uccise all'interno del Parco regionale Sirente-Velino. È stata inoltre trovata una scatola contenente decine di lacci utilizzati per la cattura di animali e altre armi detenute illegalmente.

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    ABUSIVISMO EDILIZIO: LA FORESTALE SEQUESTRA OLTRE 50 APPARTAMENTI ALLE PORTE DELLA CAPITALE

    Gli immobili e i locali accessori in costruzione ad Aranova sono risultati difformi rispetto al progetto di recupero approvato


    Nei giorni scorsi, in località Aranova, nel comune di Fiumicino, il personale del Comando Provinciale di Roma del Corpo forestale dello Stato ha posto sotto sequestro 54 appartamenti ed alcuni locali accessori in costruzione. Gli immobili, tutti all'interno del medesimo cantiere, risultano ancora di proprietà della società immobiliare romana che ha realizzato il progetto anche se, dall'esame della documentazione acquisita nel corso delle indagini, sono emersi alcuni compromessi di vendita.
    Le abitazioni sequestrate sono il frutto di un piano di recupero che ha interessato le preesistenti strutture di un'ex azienda agricola dedita all'attività zootecnica. Il nucleo storico dei fabbricati, oggetto del recupero, risaliva all'epoca della bonifica dell'Agro romano.
    Il personale del Corpo forestale dello Stato è giunto al sequestro a seguito di una serrata attività investigativa iniziata con alcune verifiche di routine finalizzate ad accertare il corretto utilizzo in agricoltura degli effluenti di allevamento.
    Le indagini hanno così permesso di scoprire che, dove un tempo veniva praticata l'attività zootecnica, oggi si sta realizzando un complesso residenziale che fin dalle prime verifiche ha mostrato evidenti difformità rispetto al progetto approvato e puntualmente confermate dagli accertamenti tecnici disposti dalla Forestale.

    _________
    ORDINE PUBBLICO: LA FORESTALE IMPEGNATA A SAN PIETRO PER LA BEATIFICAZIONE DI GIOVANNI PAOLO II

    Circa 80 uomini del Corpo forestale dello Stato sono mobilitati in concorso con le altre Forze di Polizia per garantire l'ordine pubblico nella Capitale in questi giorni particolari


    Il Corpo forestale dello Stato è impegnato, in concorso con le altre Forze di Polizia, nel servizio d'ordine e di sicurezza pubblica predisposto dal Dipartimento della Pubblica sicurezza per garantire il regolare svolgimento delle cerimonie religiose a Roma in occasione della beatificazione di Giovanni Paolo II.
    Sono circa 80 i Forestali mobilitati nelle vie della città da domani fino al 2 maggio per garantire l'ordine e la sicurezza pubblica e sarà anche rafforzato il personale, già presente 24 ore su 24, presso la Centrale Operativa Nazionale del Corpo forestale dello Stato. L'obiettivo è quello di assicurare la massima assistenza ai pellegrini e ai fedeli provenienti da tutta Italia e alleviare i possibili disagi della cittadinanza.

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    CITES: SICILIA, BLOCCATO TRAFFICO DI RAPACI IN VIA D'ESTINZIONE

    Sequestrata una giovane coppia di rarissima "Aquila del Bonelli" depredata da un nido. La specie, superprotetta dalle leggi venatorie, è presente in Sicilia con non più di dieci siti di nidificazione e molto ambita da falconieri e collezionisti disposti a pagare fino a ventimila euro per entrarne in possesso

    In seguito ad una complessa attività svolta dalla Sezione Investigativa CITES del Corpo forestale dello Stato di Roma e dal Corpo forestale dello Stato operante in Sicilia è stata rinvenuta, nel corso di perquisizioni svolte nel Ragusano, nel Catanese e nel Nisseno a carico di tre falconieri, una coppia di un anno della maestosa "Aquila del Bonelli" (Hieraaetus fasciatus), specie presente con non più di dieci siti di nidificazione in Sicilia e minacciata dal prelievo illegale per la falconeria e per il collezionismo oltre che dalla distruzione degli habitat naturali.
    Una coppia di questa specie può essere pagata fino a 20mila euro sul mercato internazionale, soprattutto in Medio Oriente. La specie inoltre è considerata super protetta dalla normativa sul prelievo venatorio. Le imputazioni per i criminali coinvolti sono diverse, perché i reati riguardano sia la normativa CITES sulla fauna in via d'estinzione sia le più generiche norme sulla caccia e sul maltrattamento animali, in quanto i bracconieri sono accusati di aver prelevato e detenuto specie protette e non cacciabili e per di più di aver arrecato disturbo ai siti di nidificazione e alle coppie di rapaci intente nella fase riproduttiva, di difesa e di svezzamento della prole.
    E' la prima volta che l'attività investigativa sul traffico di specie porta a scoprire, nel nostro Paese, il commercio di rapaci ricostruendo l'illecito dal prelievo in natura nei nidi sino al ricettatore finale, permettendo poi di recuperare dei soggetti razziati che potranno essere reintrodotti in natura.
    La coppia di volatili era detenuta in un isolato casale di campagna della provincia di Ragusa, non accatastato e rintracciato grazie all'ausilio del GPS dal personale della CITES di Roma e Palermo che la cercava da mesi.

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  8. #48
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    MALTRATTAMENTO ANIMALI: LA FORESTALE SCOPRE UN ALLEVAMENTO "LAGER" A TERNI

    Asini, cavalli, mucche ma anche alcuni cani, tutti sofferenti e malnutriti, tenuti in ricoveri fatiscenti sprovvisti di acqua e cibo e legati con corde corte o addirittura incatenati. È quanto hanno scoperto gli uomini del Corpo forestale dello Stato di Terni all'interno di quella che può essere considerata una vera e propria discarica abusiva. Il titolare dell'allevamento è stato denunciato all'Autorità Giudiziaria per i reati di maltrattamento di animali e violazione delle norme sulla gestione dei rifiuti

    La scoperta dell'area dove erano rinchiusi gli animali è avvenuta durante le operazioni di controllo di un allevamento in alcuni terreni in prossimità della superstrada Civitavecchia - Rieti in via di realizzazione. Nel corso delle indagini dei giorni scorsi, il personale della Forestale ha ravvisato numerose irregolarità e una situazione igienico-sanitaria pessima. Gli animali, infatti, erano confinati dentro delle baracche realizzate con materiali di recupero come legno, ferro e lamiere che, in molti casi, sono risultate anche pericolanti e prive della tettoia per il riparo dalle intemperie.
    Il degrado dell'area sequestrata è risultato accentuato dalla realizzazione di una discarica abusiva creatasi a seguito dei continui depositi sul suolo di rifiuti pericolosi e no, come elettrodomestici, pneumatici, materiali ferrosi ed edili provenienti da demolizioni, batterie e veicoli fuori uso. Gli animali maltrattati sono stati ora affidati alle cure di un veterinario e destinati a strutture di ricovero idonee al loro benessere.

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    FORESTALE: AREZZO, CONTROLLI PRESSO I VALICHI DI MONTAGNA SULLA CIRCOLAZIONE DEI MOTOCICLISTI

    Diverse le infrazioni riscontrate nella guida o relativamente a modifiche irregolari dei motocicli. Scattano sanzioni, sequestri e il ritiro di patenti o carte di circolazione


    In seguito alle segnalazioni di cittadini che lamentavano nei weekend un intenso traffico di motocicli, il Corpo forestale dello Stato ha disposto serrati controlli tra le montagne aretine, in particolare sul Passo di Croce a Mori nel comune di Stia. Obiettivo, garantire la sicurezza stradale presso i valichi di montagna.
    I controlli sono stati effettuati dal personale dei Comandi Stazione Forestali di Stia e Bibbiena (Arezzo), in collaborazione con il Nucleo Operativo Speciale di Arezzo.
    In poche ore sono stati censiti circa trecentocinquanta transiti di motocicli, che dalla provincia di Firenze sono entrati in quella di Arezzo verso il Passo della Calla.
    I controlli, articolati in due fasi, sono stati effettuati tramite una postazione telelaser e un sistema di videorilevamento, attraverso cui si sono rilevate infrazioni al codice della strada per eccessi di velocità, sorpassi in curva e circolazione contromano, con conseguente ritiro di due patenti e decurtazione dei relativi punti, sia attraverso il controllo delle caratteristiche di omologazione dei mezzi per individuare eventuali moto "truccate" non autorizzate dalla Motorizzazione Civile. Diversi motociclisti sono stati infatti sorpresi a circolare con pneumatici non idonei, con tubi di scarico modificati per aumentare il "rombo" del proprio mezzo, altri con luci e frecce non conformi alla circolazione e targhe sistemate in modo da essere difficilmente visibili da parte di chi deve assicurare il controllo e la sicurezza sulle strade. Alla fine della giornata sono stati ritirate diverse carte di circolazione, sequestrate sei motociclette e elevate una decina di multe per un totale di circa mille euro.

    _______
    FORESTALE: SOCCORSO UN MOTOCICLISTA SUL MONTE TERMINILLO

    Un uomo colpito da malore è stato soccorso da un elicottero della Forestale in una zona inaccessibile sulle montagne reatine. Prestate le prime cure, è stato trasportato in ospedale dopo che un infarto lo aveva colpito durante un'escursione fatta assieme ad altri motociclisti


    Un elicottero AB 412 decollato dalla base aerea di Rieti del locale Comando forestale è intervenuto nei giorni scorsi per soccorrere un motociclista colto da un malore sul monte Terminillo. L'uomo, assieme ad altri motociclisti, stava percorrendo un tratto di strada sterrata quando è stato visto dai compagni rallentare la propria moto, per poi cadere a terra in evidente stato di difficoltà. Fortunatamente, fra i compagni era presente un medico del 118 che ha subito prestato il primo soccorso. Nel frattempo, poiché la zona non era coperta dalla rete telefonica, un altro motociclista ha raggiunto una delle cime più vicine del monte per chiamare la Forestale e chiedere aiuto. L'esatta descrizione del malore, un infarto, ha fatto sì che i forestali richiedessero l'intervento di un medico con l'attrezzatura sanitaria adatta ad affrontare questo tipo di emergenza. L'elicottero si è quindi alzato in volo alla volta dell'ospedale più vicino e, una volta preso a bordo un medico, si è diretto verso la zona dell'incidente. Un luogo impervio, in mezzo ad alberi di faggio molto alti che non hanno permesso di calare il verricello e far salire subito a bordo il malato. Una volta prestate le prime cure a terra, dunque, l'uomo è stato trasportato a spalla verso un luogo più accessibile, dove l'elicottero è riuscito ad atterrare per farlo salire e trasportarlo nel più vicino ospedale.

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  9. #49
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    FORESTALE: IL CONTRASTO ALLA CRIMINALITA' AMBIENTALE


    In una conferenza, l'analisi delle metodologie adottate dal Corpo nel contrastare il fenomeno

    Il 23 maggio scorso si è tenuta presso la prestigiosa sede della Scuola Superiore dell'Amministrazione dell'Interno (S.S.A.I.) di Roma una conferenza sul tema "Il contrasto alla criminalità ambientale: principi, analisi e metodologie di azione con particolare riguardo ai fenomeni di criminalità ambientale e agroalimentare". Organizzato nell'anniversario della strage di Capaci, all'interno dell'attività formativa del 3° corso Commissari del Corpo forestale dello Stato, all'evento ha preso parte anche il Capo del Corpo Ing. Cesare Patrone mentre sul tema ha relazionato il dott. Giovanni Conzo, sostituto procuratore presso la Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, introdotto dal Vice Capo del Corpo Ing. Fausto Martinelli.
    Evidenziando il concetto di "reato internazionale", Conzo ha sviluppato diversi aspetti relativi alla cooperazione internazionale dell'attività di polizia giudiziaria, con particolare attenzione all'utilizzo delle banche dati e delle rogatorie internazionali. In merito ai fenomeni di criminalità ambientale e agroalimentare, si è preso quindi spunto dall'importante contributo della Forestale alle numerose indagini condotte dalla D.D.A. di Napoli.
    Punto centrale della lotta alla criminalità organizzata è l'attacco al patrimonio delle organizzazioni mafiose e camorristiche, frutto dei traffici illeciti di rifiuti, dell'alterazione dei prodotti agroalimentari e del saccheggio del territorio da parte di sodalizi criminali sempre più agguerriti e strutturati. Nell'intervento conclusivo del Capo del Corpo sono state sottolineate le specifiche competenze e le professionalità dei Forestali, il cui lavoro rappresenta oggi un punto di riferimento essenziale per tutti quei magistrati impegnati, seguendo gli insegnamenti di Giovanni Falcone, a contrastare l'avanzamento delle associazioni criminali nel tessuto della società civile.


    AMBIENTE: ILLECITI NEL PARCO NAZIONALE DEL GARGANO



    Il personale del Corpo forestale dello Stato ferma nel foggiano un episodio di abusivismo edilizio e uno di captazione illegale di acque pubbliche

    Gli agenti del Comando Stazione forestale di Cagnano Varano (Foggia) hanno posto sotto sequestro preventivo un complesso abitativo di 200 metri quadrati, costituito da un pian terreno e primo piano, ubicato in località "Rivolta" in agro di Cagnano Varano, nel cuore del Parco Nazionale del Gargano.
    I forestali hanno deferito all'autorità Giudiziaria due cittadini di 55 e 57 anni, originari del luogo, quali proprietario e committente dei lavori. Contestato il concorso in reato e l'edificazione in assenza del permesso di costruire e del propedeutico nullaosta paesaggistico ambientale, oltre alla messa in opera di strutture in cemento armato senza la preventiva comunicazione dei calcoli statici, in quanto zona a rischio sismico medio alto, alla struttura tecnica provinciale competente. Per di più, tutte le operazioni di posa in opera sono state dirette da un tecnico non abilitato né iscritto all'albo. Le indagini sono ancora in corso per valutare ulteriori responsabilità.
    Incessante anche l'attività espletata dalla Forestale attraverso il Coordinamento Territoriale di Monte S. Angelo sulla captazione abusiva di acque pubbliche sempre all'interno del Parco nazionale del Gargano, con l'emissione di verbali per un complessivo di 3.000 euro, nonché sul ciclo dei rifiuti, con particolare riferimento al trasporto degli stessi con finalità di recupero o definitivo smaltimento. Anche in questo caso sono stati emessi verbali per un importo di 2.100 euro.


    Fonte: http://www3.corpoforestale.it/flex/c.../IDPagina/1977

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  10. #50
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    FESTA DELLA REPUBBLICA: ALLA PARATA ANCHE IL CORPO FORESTALE DELLO STATO

    La Compagnia mista interforze specializzata nelle attività di soccorso sfilerà comandata da un Forestale, affiancato dal gruppo bandiera del Corpo


    Anche quest'anno il Corpo forestale dello Stato parteciperà alla tradizionale sfilata del 2 giugno lungo i Fori Imperiali a Roma. La manifestazione prenderà il via all'Altare della Patria, con la deposizione della Corona al cospetto del Capo dello Stato Giorgio Napolitano e le più alte cariche dello Stato. Per la Forestale, presente il Capo del Corpo Cesare Patrone e un plotone formato da trenta agenti allievi. A seguire, la tradizionale parata lungo i Fori Imperiali, che quest'anno vedrà il Corpo forestale al comando della Compagnia interforze della specialità soccorso, guidata da un Commissario e dal Gruppo bandiera. Sfileranno inoltre i reparti specialistici del Corpo, seguiti da sei unità cinofile. Servizio, quest'ultimo, istituito nel 1988, che può contare su 40 unità tra labrador, golden retriever, pastore tedesco e lupo italiano, operando in ausilio ai reparti operativi della Forestale. Queste unità sono normalmente destinate ad attività di protezione civile, di ricerca e soccorso di persone scomparse o travolte, mentre dal 2005 è stata avviata la formazione per la ricerca di specie animali e vegetali minacciate di estinzione, tutelate dalla Convenzione Internazionale di Washington (CITES), i cosiddetti "wildlife detector dogs".
    Sfilerà per i Corpo anche il Laboratorio Mobile, mezzo riservato alle indagini tecnico-investigative per fini forensi. Si tratta di un furgone speciale in grado di spostarsi velocemente, all'interno del quale è stato realizzato un laboratorio di analisi, dove chimici, biologi, e tecnici del Corpo forestale dello Stato effettuano gli esami di base e il campionamento in tutti i settori di indagine ambientale: aria, acqua, suolo, rifiuti, incendi boschivi, specie animali e vegetali.
    A chiusura della sfilata, il reparto d'onore a Cavallo, composto da esemplari di razza maremmana e murgese provenienti dai Centri di selezione equestri del Corpo forestale dello Stato, con personale in sella addestrato presso le Scuole di equitazione di Follonica (Grosseto) e Martina Franca (Taranto). I cavalieri indosseranno il Kepi, copricapo ispirato al modello in uso nel 1862.

    ______
    BRACCONAGGIO: OPERAZIONE ADORNO, ARRESTATO DALLA FORESTALE UN BRACCONIERE NEL REGGINO

    L'uomo è stato condannato per porto abusivo di arma clandestina utilizzata in attività venatoria nei confronti di specie particolarmente protette e in periodo non consentito. Sequestrate armi da caccia, munizioni e un esemplare di falco pecchiaiolo abbattuto


    Un pensionato dedito ad attività di bracconaggio sul versante calabrese dello Stretto di Messina è stato colto in flagrante, denunciato e tratto in arresto da una pattuglia del Corpo forestale dello Stato. Aveva ucciso con un fucile, dalla matricola abrasa, un esemplare adulto di femmina di Falco Pecchiaiolo (Pernis apivorus), uccello comunemente chiamato Adorno, che durante la migrazione primaverile attraversa lo Stretto, dove si concentra ed è vittima di una diffusa attività di bracconaggio.
    Per questo è una specie protetta da norme nazionali e comunitarie e il Corpo forestale dello Stato, sulla base di specifiche direttive del Nucleo Operativo Antibracconaggio (NOA) dell'Ispettorato Generale di Roma, nel periodo di transito del rapace organizza servizi mirati.
    Ad intervenire, questa volta, è stata una pattuglia composta da una oltre una trentina di unità dipendenti dal Comando Regionale forestale della Calabria e dal NOA di Roma che coordina l'operazione e in sinergia con i volontari di associazioni ambientaliste che hanno allertato gli agenti dopo aver udito alcuni spari.
    L'operazione si è svolta nell'area del Pilone di Santa Trada, nel comune di Scilla, su un territorio rurale ed impervio dove il 60enne, residente nel reggino, si era inerpicato per mirare al rapace.
    Successivamente i Forestali hanno effettuato perquisizioni presso l'abitazione ed un ricovero agricolo del pensionato, dove hanno sequestrato 5 fucili poiché detenuti senza autorizzazione in luogo diverso da quello comunicato, 5.000 cartucce e 16 chili di polvere da sparo detenuti anch'essi illecitamente.
    Sotto sequestro sono finiti anche il fucile a matricola abrasa, l'esemplare di falco, e altri due fucili occultati trovati nei giorni scorsi nascosti nella vegetazione e probabilmente appartenenti all'uomo.

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