ANIMALI: MORIA DI TORTORE DAL COLLARE NEL FAENTINO. INDAGA IL NUCLEO INVESTIGATIVO DI POLIZIA AMBIENTALE DELLA FORESTALE
Sono in corso esami sulle cause dei decessi. Ulteriori risultati delle analisi sono attesi per la prossima settimana
Sono più di 800, finora, le carcasse di tortore raccolte intorno alla zona industriale di Faenza ma il dato, purtroppo, è destinato a salire. La segnalazione dei primi ritrovamenti è arrivata domenica 2 gennaio al Comando Provinciale di Ravenna del Corpo forestale dello Stato che è subito intervenuto con la presenza dei servizi di Polizia Giudiziaria. Da subito, presso i laboratori dell'IZSLER, l'Istituto Zooprofilattico sperimentale di Lugo di Romagna (Ravenna), si è dato il via agli accertamenti diagnostici su alcuni campioni di tortore. Nel frattempo si stanno organizzando con le Asl locali le misure necessarie di intervento, che saranno attuate non appena si definiranno le cause del decesso dei volatili.
Le prime analisi hanno dato comunque esito negativo per quanto riguarda la presenza di batteri, mentre il quadro virologico evidenzia la presenza di un virus paramyxovirus aviare, virus che non comporta rischi e pericoli per l'uomo, o per altre tipologie di animali domestici e selvatici, in quanto tipico dei colombiformi. Per capire se questa presenza di virus potrebbe essere causa, concausa o quanto può avere inciso sul decesso delle tortore, deve essere atteso l'indice di patogenicità di cui si sta interessando l'Istituto Zooprofilattico di Padova.
L'ipotesi più accreditata al momento è quella di uno squilibrio digestivo per eccesso di cibo legato a un momento sfavorevole delle condizione atmosferiche. Il Nucleo Investigativo ha eseguito anche prelievi di acque nei dintorni dello stabilimento industriale in cui sono state rinvenute numerose carcasse e del cibo ingerito dai volatili.
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ANTIBRACCONAGGIO: LA FORESTALE DENUNCIA CINQUE PERSONE PER INTRODUZIONE ILLEGALE DI ARMI NEL PARCO NAZIONALE DEL POLLINO
Sequestrati vari fucili, carabine e cartucce
A seguito di controlli volti a prevenire e reprimere reati contro il patrimonio e l'ambiente naturale all'interno di aree protette, lo scorso 8 gennaio gli agenti forestali del Comando Stazione di Noepoli (Potenza) hanno denunciato all'Autorità Giudiziaria competente cinque persone per introduzione di armi nel Parco nazionale del Pollino. Il territorio in cui agivano i bracconieri, conosciuta come località San Brancato, in agro del comune di San Giorgio Lucano, ricade inoltre anche in Zona a Protezione Speciale (ZPS), ciò vuol dire che qui vige, a tutela della fauna selvatica, non solo il divieto di caccia ma anche quello della detenzione di armi. Gli uomini del Corpo forestale dello Stato hanno proceduto dunque a porre sotto sequestro penale tre fucili, due carabine e otto cartucce.
Fonte: Newsletter CFS
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