Lunedì 25 ottobre 2010
Un agente della penitenziaria in servizio a Ferrara ha ucciso la donna con la quale aveva avuto una relazione appena finita e si è suicidato.
L'uomo, sui 40 anni, originario del foggiano, si è recato nell'abitazione di San Giorgio di Piano, nel Bolognese, dove viveva la vittima, bolognese, anche lei sui 40 anni, e le ha esploso contro alcuni colpi della pistola d'ordinanza, poi ha rivolto l'arma verso di sé uccidendosi. I motivi del gesto sono ancora da chiarire.
ANSA.
Sabato 23 ottobre 2010
Si è sfiorata la tragedia davanti al carcere le Vallette a Torino, dove un agente di polizia penitenziaria si è barricato all’interno della sua auto minacciando il suicidio. L'agente, tornato in servizio da circa un mese dopo un anno di malattia per ragioni psichiche, probabilmente a causa di un diverbio di lavoro, è uscito dall'edificio e si è chiuso dentro la sua Fiat Punto davanti all'ingresso, restando immobile per oltre cinque ore. Fortunatamente non aveva con sé la pistola di servizio, lasciata in portineria. I vigili del fuoco intervenuti sul posto insieme ai carabinieri e all'ambulanza, sono riusciti a forzare il nottolino dell'autovettura per permettere l'intervento del personale sanitario, che l’ha sedato. L'uomo è stato poi stato trasportato in ospedale e sottoposto a trattamento sanitario obbligatorio.
Fonte:
http://www.videopiemonte.it/cronaca/13518_si-barrica-in-auto-e-minaccia-il-suicidio.html?pag=0
Record al Ferrante Aporti "ha lavorato 23 ore di fila”.
Ventitré ore di lavoro in un giorno, con una sola ora per tornare a casa, farsi una doccia, e poi tornare a sorvegliare i detenuti.
Lo Stakanov della polizia penitenziaria è un agente in servizio al carcere minorile di Torino «Ferrante Aporti». “È così nella polizia penitenziaria, come in qualunque altro Corpo”.
«Sono stati violati i più elementari diritti dei lavoratori e anche gli accordi sindacali tra le parti, è uno scandalo».
Cosa ancora più paradossale, il super turno di 23 ore è stato svolto sotto gli occhi delle più alte cariche cittadine. È successo, infatti, quando al «Ferrante Aporti», queste erano invitate a partecipare alla «Cena della Legalità» organizzata dal carcere minorile e dall’associazione Libera.
«Il collega era in servizio dalle 7 alle 15 su ordine del vicecomandante del Ferrante Aporti, perché il comandante da febbraio è distaccato all’istituto minorile di Bologna». Già così, nei turni, l’agente parte quindi con due ore di straordinario in tabella. L’orario della polizia penitenziaria è, infatti, di 36 ore settimanali, in altre parole sei ore il giorno.
"Il vicecomandante ha chiesto a chi era di turno di fare uno sforzo e di arrivare fino alle 16.30 poiché per la giornata della legalità era stato organizzato nel pomeriggio un torneo di calcio tra squadre dei detenuti e una squadra di avvocati e magistrati provenienti dall’esterno". "A seguire ci sarebbe stata la cena".
Problema: il vicecomandante, finito il suo turno, stacca. Gli subentra il comandante in arrivo da Bologna per partecipare alla giornata. "A quel punto gli ordini sono cambiati vista la folta presenza di persone provenienti dall’esterno, c’era bisogno di vigilanza".
"Così il comandante ha chiesto a tre agenti di restare per un secondo turno". Tra questi anche l’Agente Stakanov. Il quale, dopo aver già svolto il turno 7-15, si carica anche di quello 15-22.
Non basta. Perché quando i due colleghi, dopo il doppio turno, se ne vanno giustamente a casa, lui è costretto a restare. Nei servizi ordinari predisposti dal vicecomandante, infatti, è di nuovo di turno: dalle 23 alle 7 del mattino successivo. Risultato: 23 ore lavorate.
"Sembra che all’interno del Ferrante Aporti ci sia un forte stato di conflitto tra le figure apicali del Corpo”. “Ci chiediamo cosa sta accadendo in quell’istituto e come si possa andare avanti così”. Fonte:
http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/cronaca/articolo/lstp/22631/)
Rispondi Citando
Segnalibri