Tangenti, presi due finanzieri
arrestati dai loro stessi colleghi
I due uomini della Guardia di finanza obbligavano i titolari di società della zona di Pozzuoli a versare tangenti di diverse migliaia di euro con la garanzia di omettere, se avessero pagato, la contabilità in nero. Chi provava a fare resistenza veniva minacciato di ritorsioni, proprio sul fronte delle verifiche fiscali
Concussione continuata e falso in atto pubblico: sono i reati di cui rispondono un maresciallo e un brigadiere della Guardia di finanza, in servizio nella compagnia di , che riscuotevano tangenti dagli imprenditori sottoposti a verifica fiscale.
xxxxx, e xxxxx, sono stati arrestati oggi dai dai "colleghi" di Giugliano, su richiesta della Dda. Attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali - anche a bordo dell'auto di servizio - è emerso che i due invidiavano i colleghi cui venivano affidati incarichi più importanti, e si lamentavano di dover effettuare soltanto controlli modesti, a imprenditori "che non avevano gli occhi per piangere". Una condizione che non permetteva di pretendere tangenti consistenti.
Inoltre, ci sarebbe stato, proprio fra i loro colleghi, qualcuno che avanzava pretese sui proventi dell'attività illecita. Nel corso delle verifiche fiscali a carico di diverse società della zona, i finanzieri inducevano dunque i titolari a versare tangenti di diverse migliaia di euro. Chi provava a fare resistenza veniva minacciato di ritorsioni, proprio sul fronte delle verifiche fiscali. I finanzieri si prestavano però a favorire i titolari concussi, omettendo di rilevare la contabilità in nero. Nel caso di alcune verifiche ad un distributore di benzina, il titolare era stato addirittura costretto a consegnare a due finanzieri alcuni blocchetti di buoni benzina.
I due indagati rispondono anche di falso ideologico, avendo questi sistematicamente falsificato i fogli di servizio, per non far risultare i contatti e gli appuntamenti con gli imprenditori concussi, per concordare le modalità di pagamento delle tangenti
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