Originariamente Scritto da
bartok
come diceva Francodue, i vietnamiti accolsero la sfida lanciata dalla Francia di un confronto convenzionale, ma fu uno dei rari casi. riaccade nel primo confronto contro gli americani nel 1965, che ottennero una schiacciante vittoria. riaccadde infine solo in alcune battaglie durante l'offensiva del TET in cui, ancora una volta, persero, ma perseguendo una schiacciante vittoria morale. Questi sporadici casi dunque non sono significativi. generalmente veniva praticato il "mordi e fuggi": il nemico venica attaccato a sorpresa da posizioni ravvicinatissime (chilometriche reti di tunnel) e poi si dileguava. gli attacchi ravvicinati impedivano poi l'utilizzo dell'artiglieria e dei bombardamenti, se non al prezzo di colpire anche le proprie postazioni. dunque, in questi confronti, i vietcong avevano sempre una maggioranza numerica.
A parte che Chiang Kai-shek infine si ritirò a Taiwan, ma quel metodo non funziona. Infatti già Ngo Dinh Diem portò agli estremi l’idea di deportare i contadini in zone controllate dall’esercito. Per lo scopo furono costruiti degli appositi villaggi, chiamati “agrovilles”: gente che da generazione viveva nella terra dei propri avi, venne deportata in villaggi presidiati dai quali nessuno poteva uscire. Per evitare che ciò accadesse e per scongiurare attacchi vietcong, le agrovilles vennero fortificate e si trasformarono in “cittadelle strategiche”. Lo scopo di tale iniziativa era di evitare contatti con i vietcong in modo che questi non potesse fare nuove reclute. Ma questa tattica si rivelò controproducente perché Diem si inimicò ulteriormente la popolazione e inoltre non impedì che molti scappassero comunque per unirsi alle fila ribelli e che molti altri lavorassero come spie all’interno delle cittadelle stesse. Inoltre, visto che queste servivano come base per il reclutamento dell’esercito del Vietnam del Sud, si ebbe come risultato che i soldati non fossero per niente motivati. La curiosità, è che i vietcong vedevano assolutamente di buon occhio le cittadelle strategiche! Infatti Pham Ngoc Thao, il colonnello dell’esercito sudvietnamita incaricato di svilupparle, era un agente segreto vietcong! Egli appositamente incentivò la loro costruzione a ritmi forzati perché sapeva quali sarebbero stati gli effetti sulla popolazione. D'altra parte anche i vietcong avevano le loro “cittadelle fortificate” da cui sferravano attacchi. La differenza tra le 2 tipologie però era sostanziale: la prima nasceva dall’esigenza di spiare gli abitanti e quindi le postazioni di guardia si sviluppavano verso l’alto (ben visibili) affinché fosse possibile controllare eventuali disordini all’interno, la seconda invece aveva postazioni più basse per rendere difficile la localizzazione e si sviluppava soprattutto verso il basso, con una fitta rete di tunnel. Ciò era possibile perché i vietcong combattevano spontaneamente e non avevano bisogno di essere controllati. Nella prima c’erano dei prigionieri, nella seconda dei convinti combattenti.
per vincere, serviva una controinsurrezione, non la reclusione. ma non funzionò neanche quella.
infatti. ci provarono e in parte riuscì. per esempio l'insediamento americano a saigon aveva richiamato migliaia di persone dalle campagne, attirate dai dollari americani. questa gente, infine, non voleva che gli americani se ne andassero. ma la società così creata era parassitaria, non in grado di fronteggiare il Nord, motivatissimo. i dollari americani potevano dare qualche frutto se il nord non si fosse mostrato così tenace a sobillare il sud, attraverso il sentiero di Ho Chi Minh.
provarono anche questo. dopo l'offensiva del TET, arrivò Nixon, che cominciò il disimpegno americano. Lento e progressivo. Nixon voleva vincere, dunque, finché le truppe americane erano tante, la guerra si inasprì. Così promosse il cosidetto programma Phoenix, che consisteva in esecuzioni sommarie attuate tramite mercenari vietnamiti pagati dalla CIA. Si calcola che siano stati eliminati almeno 20.000 uomini (di cui gran parte civili) soprattutto per vendette private e per poter aumentare il numero dei “vietcong” uccisi in base all’assurda logica della strategia dell’attrito. Durante il programma Phoenix furono praticate torture di ogni tipo per estorcere informazioni come per esempio infilare un filo metallico nel cervello attraverso l’orecchio fino alla morte, far morire di fame, battere la pancia con filo spinato fino all’espulsione dello stomaco e provocare shock elettrici ai genitali. E non servì a niente.
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