Originariamente Scritto da
Orange
Flulla, Flulla..........
cosa si puo' rispondere ad un ragazzino di 18 anni che parla di morire fra due anni piuttosto che frasessantadue?
Io sono in Legione, e non saro' certo io a dirvi di non venire qui.
Ma pensateci bene.
Un giorno potrebbero veramente chiedervi di andare li' dove si muore, e quel giorno non serviranno né belle parole né intenzioni lodevoli.
Come si fà ad augurarsi di morire in azione piuttosto che in un ospedale dopo aver vissuto una vita intera?
Fiulla, e voi tutti che siete su questo gruppo e che sognate di Legione e di azione.......attenzione. Siete completamente distaccati dalla realtà.
Analizziamo un po' quello che ci dice l'amico Flulla. Perché preferisci morire a 20 anni in azione piuttosto che a 80 anni in ospedale?
Perché a 80 anni in un ospedale si soffre e non si vuole avere male, mentre invece morire in azione vuol dire morire "rapidamente", senza soffrire. E' questa l'unica giustificazione vera di queste affermazioni.
Il problema é che non é cosi' come si vede nei film e dietro il pc o al cinema.
Io ho visto gente di 20 anni morire in azione. Ho sentito gente solidissima urlare fino a rompersi le corde vocali dalle urla di dolore che lanciava.
Morire in azione : prima di riuscire a morire a volte si resta per ore ed ore nel proprio stesso sangue, sudore, sporcizia, guardando il proprio corpo rotto, o aperto, o dilaniato, o amputato, il tutto nel caldo o nel freddo, in mezzo al casino più totale, e rendendosi conto che si sta morendo e che si vorrebbe vivere e che in ogni caso non si puo' più volere niente perché la vita ci sta scappando via, lentamente, leeennntaaaameeenteeee, ma inesorabilmente, e non si puo' fare niente, e nessuno puo' fare niente, e ci si rende conto benissimo di tutto questo...... Ho visto gente impazzire e suicidarsi dopo aver guardato gli occhi di un camerata che ormai era condannato dalle ferite che aveva. La morte ! La morte in azione !
Io personalmente non ho mai rifiutato niente per paura di morire, ho sempre fatto quello che mi si ordinava, sono sempre stato volontario per tutto, ed in più occasioni ho preso liberamente delle decisioni e dei rischi che più che del coraggio dimostravano probabilmente della temerarietà (o della follia). Ma mai al mondo ho sperato di morire. Ho sempre provato paura, ed ho sempre provato a dominarla ed a condizionarla per trovare in lei e grazie a lei l'adrenalina per andare avanti. Ma mai e poi mai avrei voluto o vorrei morire in azione piuttosto che vivere ancora un bel po' di anni.
Durante i combattimenti di Bangui, nel 1996 ad un certo punto, siccome in 24 ore avevamo già respinto tre assalti diretti e frontali, ed eravamo sotto una forte pressione dei ribelli centroafricani, ci eravamo messi d'accordo con il brigadier xxx (che é ancora in servizio ed é adjudant adesso), che se i ribelli avessero superato una certa linea di difesa, lui che era alla mitragliatrice AANF1, ci avrebbe sparato e poi si sarebbe sparato lui stesso. Meglio cosi' che finire vivi nelle mani dei bravi negretti. Ma nessuno di noi voleva morire né sperava di morire. Ed anche questo gesto che potrebbe passare per un coraggio sovrumano, era solo dettato dalla disperazione e dalla paura di tutto quello che avrebbero potuto farci da vivi prima di regalarci la morte.
Mi sono forse dilungato un bel po'.
Ma la morte é una cosa troppo seria per lasciare un bambino di 20 anni dire che é quello che si augura piuttosto che una vita lunga fino ad 80 anni.
E la vita é un bene che definire prezioso é ancora troppo poco.
Vi dico quello che dico ai miei ragazzi quando siamo a destra o a sinistra : siate contenti perché domani ci sarà ancora il sole, il giorno nascerà, e poi ci sarà la notte e le stelle e la luna e noi potremo vedere e gioire di tutto questo semplicemente perché siamo ancora VIVI.
Orange
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