Prima bisogna puntualizzare una cosa: l'aspetto "artistico" o chiamiamolo estetico, in realtà non dovrebbe proprio esistere nelle arti marziali. Dico estetico perché in realtà si evince che ti riferisci a quello. Non ci sarebbe nulla di male nel termine "arte", perchè indica qualcosa di fatto bene, frutto dell'esperienza e del duro lavoro. Si pensi alla dicitura "arti & mestieri" o al fatto che un bravo sellaio lo chiami Mastro sellaio, poiché ha maestria in ciò che fa. E si parla anche di "arte della guerra", quella che i legionari svolgono come professione e che comprende molti ambiti.
Nelle arti marziali, le cosiddette "forme" (es. nelle arti nipponiche si chiamano kata) non sono nate per le esibizioni, né sono fatte per essere belle. In teoria sono l'archivio di ogni stile o scuola di arti marziali, una sorta di libro in cui sono raccolte le tecniche e le principali concatenazioni per utilizzarle al meglio. Sono un metodo di conservazione e di studio e costituiscono solo una parte della pratica.
I calci volanti, le piroette, le spaccate in aria, ecc. sono solo aspetti moderni e totalmente inutili.
Molte forze speciali praticano uno più stili di arti marziali perché hanno più tempo da dedicarvi e hanno elevatissime probabilità di farne uso, quindi necessitano lo stesso livello di preparazione che devono avere col tiro.
I vari sistemi militari, invece, hanno altri obiettivi, tra cui quello di far raggiungere un livello decente agli allievi in tempi relativamente brevi. Questo può non contemplare l'esecuzione incredibilmente perfetta di un colpo o la massima resa di una certa posizione nella lotta, bensì si punta ad un compromesso - il più valido possibile - per mettere in condizione il militare di far fronte anche all'aspetto corpo a corpo, in proporzione all'esigenze operative che può avere in missione. Ovviamente un militare userà nel 99% dei casi la propria arma principale. Nel caso in cui essa dovesse avere problemi, potrebbe ripiegare sull'arma corta (nel caso l'avesse in dotazione). E ancor prima di venire alle mani o a coltellate, ci sarebbe l'arma lunga (seppur scarica o inservibile), da usare per sferrare colpi di punta, di calcio o come mazza. Senza contare l'uso che se ne può fare con la baionetta inastata. Insomma, è ovvio che un militare debba prima di tutto sapere usare efficacemente le armi a lui assegnate, il resto viene dopo.
Per quanto riguarda la forma fisica, i legionari hanno una condizione che moltissimi marzialisti si sognano di notte. In più hanno fortemente radicato l'aspetto "combat" già a livello mentale e non solo pratico. Sanno come affrontare un nemico a tutti i livelli, hanno la consapevolezza di ciò che stanno facendo e prima o poi lo fanno davvero nel corso della carriera. Senza contare (ma questo è solo un "in più") che molti legionari hanno alle spalle un bagaglio di arti marziali e sport da combattimento, spesso di alto livello.
Un legionario medio non sa fare a botte come il campione del mondo di MMA? E' probabile. Non sa fare una leva articolare come un maestro di shuai jiao con 40 anni di pratica? E' probabile, ma è altresì vero che all'atto pratico, quanti marzialisti avrebbero lo spirito per uccidere un uomo? In quanti riuscirebbero anche solo a gestire lo stress di una situazione in cui è in gioco la vita? Un legionario convive con questi aspetti in tutta la sua vita addestrativa e operativa, quindi se dà una parte può essere tecnicamente inferiore rispetto a un puro professionista marziale, ha dalla sua parte tutti questi elementi, che difficilmente una persona che non ha mai avuto una certa esperienza operativa, può maturare.
Credo che anche nel TIOR, un legionario con 10 anni di muay thai alle spalle, abbia per forza di cose dei vantaggi e abbia delle basi tecniche importanti. Intendo quelle che comunemente uno identifica come la parte noiosa delle discipline da combattimento (posizioni, lavoro sulle gambe, sacco, colpitori, shadow boxe, ecc.) e che fanno la differenza. Differenza ad esempio che passa tra un pugno buono e uno che provoca la rottura del polso nel miracoloso caso in cui vada a bersaglio (cosa che succede regolarmente in quei corsi di krav maga che ti fanno diventare istruttore in un mese e pretendono di metterti in grado di disarticolare la spalla di un uomo di 100 kg come se fosse un bambino).
In ogni caso, è un discorso che si può trasporre in molti altri ambiti: quanti legionari nuotano veloci come un nuotatore olimpico? Credo pochi e non c'è nulla di male perché hanno altre esigenze e quello che allenano è determinato dal tipo di mansioni che devono svolgere. Poi, se un legionario nel suo tempo libero o nell'ambito dell'equipe sportiva, riesce a raggiungere livelli elevatissimi come quelli di un nuotatore olimpico, tanto meglio, no?
Per gli aspetti dettagliatamente tecnici del TIOR, si domandi a chi il TIOR lo pratica, quindi i miei pareri si fermano qua per ovvie ragioni.
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