Originariamente Scritto da
nessuno_
L' Italia e gli italiani hanno hanno nel proprio DNA due aspetti unici e contrastanti : le potenzialità e le anti-potenzialità. In altre parole l' italiano, versione media, potrebbe tutto ma si impegna a distruggere ciò che sà fare.
Le potenzialità italiane sono sotto gli occhi di tutti, il patrimonio artistico e culturale italiano non ha precedenti nè rivali, bisognerebbe ripartire dall' anno 0 per rifar nascere le culture del mondo e ricrearne una ricca come quella italica. L' Italia ha una conformazione geografica ed ambientale unica : mare, monti, laghi, paesaggi di ogni genere e per ogni gusto.
Gli italiani hanno fatto la storia anche scientifico, in quello culturale in genere, anche se non sono mai stati profeti in patria visto che molti di italiano avevano solo le origini ma hanno sfruttato le loro potenzialità all' estero, spesso in negativo (cito ad esempio Enrico Fermi).
Oggi gli italiani dettano legge nei gusti, nello stile, nel modo di vivere, nella ricerca della dimensione mediterranea, intesa non tanto come specialità della tavola ma come dimensione di vita.
Accanto però alle potenzialità italiane e degli italiani invece si alternano anti-potenzialità. C'è un paese poco attento al turismo, o meglio che non sfrutta come dovrebbe questo asso che si ritrova nella manica. C'è un paese che non crea le premesse per i talenti italici, oggi un grande ricercatore và ad arricchire l' estero perchè in Italia c'è poca attenzione verso questo aspetto. E' un paese troppo attaccato alla voglia di fottersi uno con l' altro : io frego te, tu freghi me, ci freghiamo alla peggio maniera e tiriamo avanti. Motto nazionale.
C'è un disinteressamento verso il paese, inteso come elemento di unità sociale e culturale. Siamo forse l' unico paese democratico al mondo che ancora non ha capito che lo Stato non è una terza persona che ci governa, ma siamo noi.
L' affezione verso le istituzioni è minima, crediamo che essere italiani sia unirsi per i mondiali di calcio o metterci la mano sul petto durante l' inno. Amare uno stato, o meglio una patria, significa rispettarlo. Quanti lo rispettano?
Pochi. Valanghe di falsi malati, impostori, e ladri di fondi pubblici, assenteisti statali e tanti altri che più che lavorare demotivano gli altri. Fior di evasori poi investono la penisola...quanti non vi fanno lo scontrino? Quanti "uomini delle professioni" non vi rilasciano la fattura? Troppi.
Poi sono gli stessi a piangere spalla e testa con l' amico evasore, se lo Stato non offre i servizi che vorrebbero o se ingigantisce la pressione fiscale perchè deve far quadrare i conti perchè tanti non pagano.
A volte sono convinto che siamo ciò che ci meritiamo, perchè da noi tutto è un impresa : dal trovare un lavoro...a comprare una casa, passando addirittura per fare una fila alla posta senza che almeno 3-4 persone che vogliano superarci.
La difficoltà in questo momento è che pochi hanno voglia di cambiare, molto spesso nella nostra cultura vale " basta che stò bene io", ragion per cui la maggior parte della classe dirigente di questo paese vede la politica come un punto d'arrivo, e la carriera in grande imprese come un normale impiego.
Quanti manager italiani di grandi imprese hanno badato ai loro interessi, assorbendo le aspettative e bruciando la fiducia dei loro dipendenti? Tanti troppi. L' Alitalia è il sintomo della cattiva gestione, la Fiat anni fà ha rischiato il tracollo (salvata dallo stato in una strana forma di libero mercato!), la Parmalat è stato il crack più importante degli ultimi anni ...e al di là del clamore, i primi a pagare le conseguenze sono stati i lavoratori e sopratutto i piccoli risparmiatori che prima di comprare ogni titolo dicevano "soldi sicuri".
Insomma ...il mondo non è esente da problemi, gli USA per me non sono un esempio (dove giustamente..per loro, se non hai i soldi non sei assistito in un ospedale), cosi' come altri paese, ma la percezione che mi dà il mio paese è che molti problemi ce li creiamo noi.
Detto questo, spero vivamente...con tutto il cuore, che in Italia si registra un cambio generazionale importante...tutto ai vertici delle istituzioni perchè dalle istituzioni sia locali che centrali devono partire gli input per una cultura della legalità, del rinnovamento e della crescità.
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