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Discussione: Operazioni compiute dalla Polizia di Stato.

  1. #31
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    Numerosi gli anziani raggirati tra la Lombardia e il Veneto da un'organizzazione criminale. La Polizia di Rovigo ha arrestato questa mattina quattro persone, tutte di Messina, che riuscivano a convincere le persone a farsi consegnare i soldi dietro la promessa di sostanziosi guadagni.

    L'indagine è iniziata dopo il raggiro ad una donna di Rovigo che lo scorso 9 ottobre è stata indotta con un'abile messinscena, a prelevare in banca la somma di 6 mila euro. Il gruppo di malviventi, tutti con precedenti penali per truffa, aveva messo in atto il raggiro conosciuto come "lascito ereditario".

    L'anziana era stata avvicinata da un uomo vestito elegantemente che le chiedeva informazioni per rintracciare l'ufficio di un medico, al quale aveva intenzione di donare la somma di 200 mila euro, essendo stato ex compagno d'armi del padre defunto. In quel momento interveniva un complice che si rendeva disponibile a rintracciare il medico.

    Iniziava così la truffa dei due uomini: in un'ora, riuscivano a convincere la vittima a prelevare i soldi in banca e a farsi consegnare la somma che avrebbe dovuto essere versata a garanzia da un notaio di Rovigo. Poco dopo l'anziana veniva convinta a recarsi in tabaccheria per acquistare alcune marche da bollo. Neanche il tempo di entrare in negozio che i due malfattori si erano già dati alla fuga.

    Gli agenti della Squadra mobile di Rovigo, visionando le immagini del sistema di sicurezza della banca, riuscivano ad identificare uno dei truffatori e a rintracciare tutti i componenti della banda criminale.


    L'analisi del traffico telefonico ha poi permesso di ricostruire gli spostamenti dei malviventi ed accertare che avevano messo a segno numerose truffe in varie città della Lombardia e del Veneto tutte con lo stesso sistema.

    Dal sito della PdS

    Resto stupito che questi siano ancora attivi.
    Ho avuto a che fare con loro ben venti anni fa.

  2. #32
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    MESSINA - La Squadra mobile ha eseguito nove ordinanze di custodia cautelare in carcere con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di droga, su disposizione del Gip di Messina e su richiesta della Dda.

    Tra gli arrestati figura anche Giuseppe Pollino, consigliere comunale di Saponara, un paese del Messinese.

    La polizia ha avviato le indagini dopo il ferimento, il 21 agosto del 2008, di Giuseppe Coppolino. Gli agenti hanno scoperto che l'agguato, avvenuto sul viale Giostra a Messina, era collegato alla gestione dello spaccio in città e hanno individuato due clan che si spartivano il mercato.

    Gli arrestati, con l'accusa di associazione per delinquere finalizzata allo spaccio di droga, sono: Antonino Sanò 53 anni; Antonio Papale, 28; Giuseppe Pollino, 33; Gianluca De Marco, 25; Luciano Lotta, 42; Carmelo Caruso, 35; Fabrizio Bombaci, 27; Giuseppe Coppolino, 27; Gianluca Siavash, 20.

    Durante le indagini sono stati anche sequestrati 532 grammi di eroina, 103 di cocaina e 104 di marijuana. Inoltre stamani gli agenti hanno trovato nell'abitazione di Carmelo Caruso, 40 grammi di marijuana.

    IL RUOLO NEVRALGICO DI POLLINO. Il consigliere comunale di Saponara, Giuseppe Pollino, aveva un ruolo importante all'interno di una delle due organizzazioni criminali dedite allo spaccio di stupefacenti. Secondo gli agenti, l'uomo teneva i contatti conesponenti del clan di Africo, dove avveniva parte del rifornimento della droga. Altri esponenti di un'altra organizzazione criminale del viale Giostra si rifornivano di sostanze stupefacenti, invece, dal clan di Mangialupi.

    L'operazione è stata definita 'Malu tempù, perché è l'espressione utilizzata da uno degli indagati, una guardia giurata di Messina, per segnalare agli arrestati che le forze dell'ordine li spiavano con delle microspie.

    Il giorno dopo la guardia giurata come atto di sfida ha anche portato alla polizia le microspie, dicendo che si era accorto di essere spiato. Tra gli episodi di spaccio la polizia segnala una circostanza particolare: un infermiere, mentre era in servizio all'ospedale Papardo, usciva dal reparto per rifornirsi di droga per uso personale e poi tornava al lavoro.

    Fonte La Sicilia.it

  3. #33
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    (ANSA) - NAPOLI, 3 MAR - Carmine Cerrato, 34 anni, personaggio di spicco del clan Amato-Pagano, tra i cento latitanti piu' pericolosi d'Italia, e'stato arrestato. E'avvenuto la scorsa notte a Quarto, nel Napoletano. Era ricercato dal maggio dello scorso anno. L'arresto e' avvenuto nel corso di un'operazione della squadra mobile durante la quale e' riuscito a sfuggire alla cattura il capo del clan, Cesare Pagano. Nel corso di una perquisizione sono stati trovati anche 50 mila euro in contanti e vari generi di lusso.

  4. #34
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    Truffe agli anziani: in manette 15 finte poliziotte

    autovettura della polizia durante un'operazioneSi spacciavano per rappresentanti delle forze dell'ordine e, con la scusa di dover eseguire delle indagini su denaro e gioielli, si conquistavano la fiducia delle vittime sottraendo loro gioielli, oro e denaro.

    Stamattina la Squadra mobile di Milano ha arrestato 15 donne, tutte di etnia sinti da anni in Italia accampate in campi nomadi alla periferia di Milano.

    Le donne truffavano anziane di età non inferiore a 70 anni e, secondo gli investigatori, negli ultimi 2 anni hanno rubato e rapinato donne per un valore di 1 milione e mezzo di euro.

    Fingendo di essere finte poliziotte si avvicinavano alle vittime in strada a bordo di autovetture con lampeggiante: dopo aver ottenuto la loro fiducia si facevano aprire la loro abitazione con la scusa di dover verificare del denaro contante e, una volta entrate, si facevano consegnare tutti gli oggetti di valore. Alcune delle vittime sono state anche minacciate con oggetti appuntiti.

    04-03-2010

    ---------------------Aggiornamento----------------------------

    Agente incastra bandito grazie a Facebook

    Aveva svaligiato una gioielleria di Parma con quattro complici per un bottino di un milione di euro.

    Tre membri della banda erano stati arrestati, nelle ore successive al colpo, dagli uomini della questura di Parma nei pressi del casello autostradale di Modena. Ma di Vincenzo Sorio, 25 anni, individuato dagli investigatori come il quinto uomo, non c'erano tracce.

    Dalle indagini svolte dalla Squadra mobile di Parma era emerso che Sorio era iscritto al social network Facebook. A quel punto, è scattata la trappola: uno degli agenti ha creato un profilo su Facebook spacciandosi per un'avvenente ragazza ed è riuscito a contattarlo.

    Per gli agenti è stato facile individuare il luogo della latitanza del malvivente e arrestarlo. Il quarto complice, Ciro Oliva, 32 anni, anch'egli latitante, si era già consegnato spontaneamente alla Polizia.

    04-03-2010

    Ricordati di citare la fonte della notizia.
    Grazie.
    Ultima modifica di FRANCODUE; 04-03-10 alle 16: 07
    Even tho I walk through the Valley of the Shadow of Death I will fear no evil for You are with me.

  5. #35
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    CATANIA - Sebastiano Lo Giudice, il capo dei "Caratteddi", l'ala militare della cosca Cappello, è indagato "per una decina di omicidi", alcuni per "averli commessi personalmente, altri come mandanti". Lo ha reso noto il procuratore capo, Vincenzo D'Agata, commentando l'arresto del boss latitante effettuato dalla polizia.

    Lo Giudice è stato trovato all'interno di una stalla dello storico rione San Cristoforo mentre impartiva ordini ai suoi su come gestire il mercato della droga che al gruppo, che ne gestisce la distribuzione in tre piazze di Catania, secondo stime della Squadra mobile, permette di fatturare tra i 30 i 40mila euro al giorno.

    Nel covo, la polizia ha sequestrato 15 chilogrammi di marijuana, una pistola calibro 9x21, una moto Tenerè della Yamaha risultata rubata, uno scanner e due radio ricetrasmittenti. Nella stalla gli agenti hanno trovato cinque fiancheggiatori del boss che sono stati arrestati per favoreggiamento personale aggravato: Domenico Privitera, 38 anni; Giovanni Spinale, 45 anni; Natale Cavallaro, 28 anni; Giuseppe Platania, 28 anni ed Alfio Sanfilippo, di 44 anni.

    Alla cattura del boss, che per la Procura "è il reggente indiscusso del gruppo militare più forte presente a Catania", si è giunti seguendo uno dei cinque arrestati, che era seguito dalla polizia. Al momento della cattura Lo Giudice, hanno riferito gli investigatori, si è congratulato con gli agenti che lo ammanettavano per la loro professionalità.

    Da La Sicilia.it

    ---------------------Aggiornamento----------------------------

    Cinque rapinatori sono stati arrestati a Salerno dopo un inseguimento per le strade della città: avevano fatto irruzione in una gioielleria del "lungomare Trieste" e, armi in pugno, avevano costretto il personale a farsi consegnare i preziosi.

    Le fasi dell'azione sono state riprese dalla telecamera interna: due rapinatori, dopo essere entrati in gioielleria, hanno minacciato con una pistola le commesse per rinchiuderle nel retro bottega. Sono entrati poi gli altri tre complici, con borsoni, per fare razzia di tutti gli oggetti preziosi custoditi nelle teche.

    L'allarme alla polizia è stato dato dal proprietario della gioielleria che, arrivando mentre i malviventi erano ancora dentro il negozio, azionava il sistema di blocco delle porte. A questo punto si scatenava la reazione dei malviventi. Quello armato ha esploso 5 colpi in direzione del titolare della gioielleria, non riuscendo però a colpirlo per la presenza del vetro corazzato della porta d'ingresso.

    Altri 4 colpi di pistola sono stati esplosi contro una vetrata laterale che è andata in frantumi: i malviventi sono così riusciti a uscire dal negozio, colpendo anche con un pugno al viso il proprietario del negozio che tentava di fermarli.

    La loro fuga a bordo di due auto non è durata molto. L'intervento degli agenti della questura ha consentito dopo l'inseguimento, di bloccarli lungo il "viadotto Gatto" prima che riuscissero a raggiungere lo svincolo autostradale.

    Anche durante la cattura, così come avevano fatto nei confronti delle commesse e del gioielliere, i rapinatori hanno reagito con violenza contro i poliziotti, nel tentativo di evitare l'arresto. Gli agenti sono riusciti a recuperare l'intera refurtiva, perlopiù gioielli ed orologi, e a sequestrare la pistola.

    Dal sito della PdS

  6. #36
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    MILANO - Un'operazione antimafia condotta dagli uomini del Servizio operativo centrale (Sco) della Polizia, della squadra mobile di Palermo e dell'Fbi è in corso in Italia e negli Stati Uniti. Diversi gli arresti effettuati sia in Sicilia sia negli Usa. Associazione mafiosa, riciclaggio, estorsioni, tentato omicidio, traffico di droga e altro: sono questi i reati contestati.

    L'INCHIESTA - Le indagini, che concludono una serie di inchieste che hanno duramente colpito «Cosa nostra» (arresto di Bernardo Provenzano, di Salvatore e Sandro Lo Piccolo, di Domenico Raccuglia, di Giovanni Nicchi, nonchè l'operazione «Gotha»), hanno consentito di destrutturare una famiglia mafiosa di Palermo, colpendone anche le rispettive proiezioni internazionali neli Usa. Sono impegnati nell'operazione decine di investigatori. Con l'operazione odierna, è stata duramente colpita la famiglia di «Santa Maria di Gesù», proiettata a sviluppare interessi oltreoceano, e segnatamente a New York e Miami, ove sono stati effettuati 6 importanti arresti per gravi reati, attraverso personaggi ad essa collegati.
    Da sito del Corsera.

  7. #37
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    Cosa Nostra: si stringe il cerchio intorno a Messina Denaro

    operazione di poliziaSono 19 gli arrestati questa mattina dallo Sco e dalle Squadre mobili di Palermo e di Trapani nell'operazione "Golem 2".
    Le persone fermate dalla Polizia sono ritenute essere tutte molto vicine al ricercato Matteo Messina Denaro e sono accusate di associazione mafiosa, estorsione, danneggiamenti e trasferimento fraudolento di società e valori.

    Tra gli arrestati - che fanno tutti parte della struttura operativa di Cosa Nostra trapanese - oltre al fratello e a due cugini del pericolo pubblico numero uno: Messina Denaro, ci sono reggenti di cosche, parenti e prestanome che hanno consentito al potente capomafia di far crescere i suoi "affari".

    Già lo scorso giugno erano state arrestate, nell'operazione "Golem",13 persone che svolgevano un appoggio fondamentale nella latitanza del supercercato.

    "L'appoggio in termini economici conta moltissimo perchè significa capacità di dare lavoro, di condizionare consigli comunali e operazioni finanziarie". Così il il questore di Trapani Giuseppe Gualtieri ha commentando gli arresti aggiungendo che: "L'operazione ha indebolito il tessuto di fiancheggiatori di Matteo Messina Denaro e dato un colpo significativo al fenomeno mafioso della provincia".

    Gli investigatori hanno trovato pieno riscontro nei "pizzini" attribuiti al boss mafioso Matteo Messina Denaro, sequestrati negli ultimi anni, consentendo così di ricostruire lo scambio di messaggi ed il costante collegamento del latitante con gli altri elementi di vertice di Cosa Nostra, tra cui Bernardo Provenzano e i Lo Piccolo.

    In corso anche 40 perquisizioni, in diverse regioni italiane, nei confronti di persone collegate al clan, che operavano sul territorio nazionale. Complessivamente sono impiegati oltre 200 uomini della Polizia di Stato, con l'aiuto di elicotteri e unità cinofile.

    "Si sta stringendo il cerchio al latitante numero uno, Matteo Messina Denaro. l'operazione dello Sco della Polizia di Trapani è un passo decisivo perchè si è fatta terra bruciata attorno al boss dei boss: sono ottimista che al più presto sapremo catturare anche lui"; questo il commento del ministro dell'Interno, Roberto Maroni parlando dell'operazione di questa mattina e ha aggiunto inoltre che "è stata smantellata la rete postale del latitante più pericoloso".

    Dal sito della PdS

  8. #38
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    SEI ARRESTI A CATANIA,PER PS BLOCCATO GRUPPO DI FUOCO - Sei presunti esponenti del clan dei Carateddi di Catania sono stati arrestati in flagranza di reato di detenzione illegale di arma da fuoco dalla squadra mobile della Questura. Secondo gli investigatori, cinque di loro facevano parte di un gruppo di fuoco che stava per entrare in azione, presumibilmente per uccidere l'esponente di un clan rivale. Il sesto è la persona proprietaria della casa dove hanno tentato di nascondersi per sfuggire alla polizia. Erano in possesso di pistole mentre viaggiavano su degli scooter in via Della Concordia. Tra gli arrestati ci sono uno dei presunti fiancheggiatori del boss Iano Lo Giudice, che fu fermato con il capomafia latitante l'8 marzo scorso in una stalla e scarcerato due giorni fa, e un altro indagato che negli anni scorsi era stato ammesso agli arresti domiciliari per gravi motivi di salute. Le indagini della squadra mobile sono state coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia della Procura di Catania.

    Fonte Ansa.

  9. #39
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    Quattro arresti per armi e droga

    Quattro persone sono state arrestate questa mattina dagli uomini del commissariato di Maddaloni (Caserta) per detenzione di sostanze stupefacenti, armi e munizioni. Nel corso dell'operazione sono stati sequestrati un chilo di cocaina, una bomba a mano, due pistole e oltre 150 cartucce. Gli investigatori ritengono che gli arrestati siano in qualche modo legati ad un clan camorristico della zona di Acerra (Napoli).


    Dal sito della PdS

  10. #40

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    Importante sequestro di droga, da parte della Polizia di Padova, grazie anche alla collaborazione della Polizia Stradale di Imperia e dei colleghi di Frontiera di Ventimiglia.

    In totale sono stati 100 i kg di hashish sequestrati dagli agenti patavini in un blitz antidroga nel quale sono stati arrestati un marocchino, titolare di una ditta di trasporto e un suo dipendente italiano. L'operazione è andata avanti per diversi mesi e la droga è stata trovata in un vano creato nella fiancata destra del mezzo.

    Fonte:Sanremonews.it

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