Originariamente Scritto da
39°corsoAS
Le tue osservazioni sono assolutamente pertinenti.
Questo nuovo servizio corre il rischio di essere assorbito da una nuova struttura nel giro di poco tempo.
Infatti, il progetto di una centrale operativa unica posta alle dipendenze della Prefettura è qualcosa di più di una dichiarazione di intenti.
Secondo i programmi del dipartimento della PS sarà a composizione interforze con personale delle cinque forze di polizia, vigili del fuoco, polizia locale e operatori del 118.
Insomma, una vasta platea di operatori per tutte le esigenze di pronto intervento.
L'impiego di personale civile è da escludersi, credimi.
Per farti un esempio, nelle centrali operative della P. di S. e dei CC lavorano perlopiù ex operatori delle volanti e del nucleo radiomobile, quindi, persone che conoscono le strade, le situazioni e possono fungere da concreta regia per certe esigenze di particolare sensibilità.
Per farti un'altro esempio, se a questa centrale operativa unica dovesse pervenire una richiesta da parte di un detenuto agli arresti domiciliari, la chiamata sarebbe smistata all'operatore appartenente alla Polizia Penitenziaria che sa quello che si deve fare.
Insomma, non si può agire come certe imprese di servizi pubblici che subappaltano ad improbabili call center ove, se chiedi un consiglio su come far funzionare il router per internet, oppure, come mai non riesci a leggere il contatore del gas, ti risponde in italiano stentato il precario del Bangladesh da un luogo lontano 100 chilometri da dove sei tu.
Per il resto, da collega di lunga appartenenza, mi sento di dire che il disagio avvertito da alcuni colleghi della Polizia Penitenziaria che scrivono su questo forum (soprattutto i più giovani) non ha motivo di esistere perchè gli addetti ai lavori conoscono molto bene la realtà di questa Istituzione.
In una città come Roma, poi, è assolutamente abituale per i cittadini vedere le auto con la livrea della Pol.Pen. sul percorso che porta dal DAP al Ministero di Giustizia e che si snoda su una delle arterie principali della città.
Ovviamente, in un centro piccolo non è così.
Ma fin dei conti, la problematica riguarda anche altre realtà professionali, se è per questo. La gente può non conoscere uniformi e distintivi di grado delle forze di polizia, però, anche quando entra in un ospedale non sa distinguere dal colore del camice un medico da un infermiere professionale piuttosto che da un portantino.
La Polizia Penitenziaria ha una sua specificità che deve essere vissuta con piena consapevolezza da chi vi appartiene.
Inseguire e propugnare competenze a carattere generale è deleterio (facendo un altro esempio "ospedaliero", è come se un cardiochirurgo, anzichè dedicarsi ai trapianti di cuore, ambisse a fare il medico di base per curare i raffreddori a centinaia di pazienti, così lo conoscono e lo apprezzano tutti).
La Pol. Pen. ed il C.F.S. a suo tempo non sono entrati a far parte del "Piano coordinato di controllo del territorio" stipulato presso il Ministero dell'interno perchè l'impegno correlato alla propria specificità era estremamente pressante e non potevano essere distolte risorse per compiti di polizia a carattere generale. La stessa Guardia di Finanza per poter far parte di questo piano ha dovuto spendere la moneta dei baschi verdi con il risultato di far uscire una sola autoradio di pattuglia, se tutto va bene, solo nelle grandi città.
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