Secondo me è giusto, se uno è già certo di intraprendere quella carriera è giusto che possa cominciare sin da giovine
"Non chiede ciò che il vostro Paese può fare per voi, bensì ciò che voi potete fare per lo stato.
Peccato che si possa combattere e morire per il proprio Paese soltanto una volta.
Possa il nostro Paese, nei rapporti internazionali, avere sempre ragione, ma sarà sempre, abbia torto o ragione, il nostro Paese.
Difesa, La Russa: "Nell'estate 2010 decollerà la mini-naja volontaria"
http://www.adnkronos.com/IGN/Politic...3.0.3350180064
Notizia del 23 maggio, non freschissima ma abbastanza precisa.
La cosa più buffa di tutte è che, stando al virgolettato, il nostro giovanile ministro della difesa (nonché avvocato cassazionista) avrebbe intenzione di adottare il termine "mini-naja volontaria" in forma ufficiale.
Mi auguro che sia un brutto adattamento della stampa... ammesso (e non concesso) che poi abbia senso il progetto in sé.
Onore e Fedeltà
è una grande stron....
una perdità di tempo per chi prende parte a questa pagliacciata e uno spreco di inutili soldi per lo stato, in pratica un investimento perso.
SiC TrAnSiT GlOrIa MeA
FFAA!
Il problema prima di essere economico è politico, poi in terza analisi culturale.
C'è una enorme, grandissima, differenza culturale tra esercito "popolare" (coscrizione obbligatoria) e un eserciro "professionale" (non uso il termine "volontario" perchè il soldato volontario si arruola per difendere un ideale o una ideologia, mentre chi si arruola per svolgere un lavoro in una forza armata, ha una definizione storica: Mercenario) questa decisiva differenza sta tutta in una corretta individuazione tra chi deve avere il reale "comando" di un esercito e in quale operazioni possa essere impiegato.
Le FFAA formate su base popolare rispondono prima di tutto al Sentimento di una Nazione quelle professionali (mercenarie) solo al Mercato.
Il sentimento di una Nazione si fonda su tre distinte basi: La Cultura, la Politica, L'Economia, dove la Cultura (intesa come il sapere di un popolo, le sue tradizioni, la scelta dei suoi valori) è quella cosa che media tra i poteri e permette di comprendere ciò che è negoziabile e ciò che non lo è.
Il Mercato si fonda invece su di un unica base l' Opportunismo.
Quindi solo le regole della Cultura possono legittimare un orientamento giuridico corretto e limitare l’arbitrarietà delle regole del sistema decisionale fondato solo sul potere del Mercato.
Analizzare quindi una circostanza, un'idea, un programma dal solo punto di vista economico o politico è fortemente riduttivo e anche molto pericoloso perchè sia la politica che l'economia, sono poteri che credono di poter condurre una società da soli seguendo come il mercato la sola regola dell'opportunismo.
Penso che il ritorno alla coscrizione obbligatoria, inteso come servizio da rendere allo Stato, vada in questo momento, sia contro gli interessi politici che contro quelli economici, sarebbe invece culturalmente una gran bella cosa, perchè andrebbe a rafforzare lo Stato proprio contro tutte quelle tentazioni opportunistiche della politica e dell'economia italiana che spesso contrastano e impediscono le riforme capaci di rilanciare la nostra società.
http://www.difesa.it/Ministro/Compit...m?DetailID=758
D - Ministro La Russa, è vero che lei proporrà agli italiani di tornare a fare la naja?
R - «Una mini-naja. Solo un mese. E poi devo dire che qualche iniziativa in tal senso esiste già. Per esempio, in Lombardia, il ministro dell'Istruzione ha varato un "four training days", ma la mia idea è un po' più completa».
D - Può spiegarci la sua idea?
R - «Io parto dal fatto che dopo la fine del servizio di leva, che ho salutato con favore, perché l'Italia ha bisogno di un esercito professionale, c'è stato un effetto collaterale negativo: non c'è più contatto tra le giovani generazioni e i valori che vengono dalle Forze Armate. Il secondo effetto negativo è che le Associazioni d'arma non ricevono più la linfa che veniva da chi faceva il militare. Messe insieme queste due cose e avendo come obiettivo quello di avvicinare le giovani generazioni ai valori che le Forze Armate interpretano, ho pensato a un provvedimento che istituisca degli stages, dei corsi atletico militari di un mese al cui interno ci siano anche momenti di educazione civica, al fine di far conoscere meglio i doveri che promanano dall'essere italiani. Finito il mese, i ragazzi potrebbero essere avviati ad azioni di volontariato all'interno delle Associazioni d'arma. Questo è l'obiettivo: di consentire a dei ragazzi, su base volontaria, di avvicinarsi alle Forze Armate senza dover diventare soldati di professione».
D - Questa mini-naja non è un costo aggiuntivo sul già malridotto bilancio della Difesa?
R - «No, il costo è molto ridotto. Abbiamo già un alto numero di sottufficiali che potrebbero fare da istruttori. L'unico costo è l'equipaggiamento. Roba modesta. Cominceremo con gli alpini, i paracadutisti e i marò del San Marco».
D - Un debutto hard.
R - «Bè, questi tre Corpi danno il senso di una presenza militare importante: sono tre fiori all'occhiello. Poi ci sarà spazio per tutti gli altri, nessuno rimarrà escluso. Il progetto è pronto e non lo farò da solo: coinvolgerò il ministro Gelmini per la componente educativa e il ministro della Gioventù, Giorgia Meloni».
Onore e Fedeltà
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