Divisa della Protezione Civile
Divisa del Soccorso Sanitario
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FIRENZE - In Toscana le Misericordie sono un'istituzione. Non solo per la loro storia secolare, quanto per il forte radicamento sociale. Ogni piccolo paese ha una Misericordia con le ambulanze, acquistate grazie alle donazioni dei soci, e con una sede sempre presidiata da volontari. Certo, tutti sanno che l'associazione è nata nel 1244 a Firenze per onorare Dio attraverso la misericordia verso gli altri, e ne vanno orgogliosi. Ma ciò che conta è quello che le Misericordie riescono a fare nel quotidiano: l'aiuto dato agli anziani, i trasporti da e per l'ospedale, gli interventi rapidi in caso di incidente, il soccorso ai profughi. E, naturalmente, la loro capacità di mettere insieme persone di ceti diversi.
Si va alla Misericordia per prestare servizio, per sentirsi utili, ma anche per incontrare persone, per fare due chiacchiere. Un luogo dove socializzare, insomma, al di là delle differenze di ceto, così come accadeva nel 1.200, agli albori, quando i confratelli prestavano sevizio incappucciati, per mantenere l'anonimato. "Ciò che rimane della storia passata, è soprattutto l'ambiente privo di filtri esterni - racconta Andrea, 23 anni, studente di Architettura, da tempo volontario - In piccolo nella Misericordia si trova riprodotta tutta la società. Ci sono ingegneri, impiegati, disoccupati". Anziani e giovani, anche se questi ultimi sono sempre meno, un po' a causa del basso tasso di natalità, un po' a causa dei ritmi della vita moderna.
Alle antiche tradizioni (la veste e la buffa nere, la stretta osservanza della religione cattolica) rimane legata soprattutto la Misericordia di Firenze, la più antica e la più florida, vista dalle altre con una sorta di rivalità. Una rivalità che, in una regione ricca di associazioni di volontariato e figlia delle lotte di campanile, rappresenta una costante. Si narra, per esempio, che negli anni Ottanta, anche grazie ad una legge regionale che favoriva i rimborsi in base al numero di interventi prestati, si fosse scatenata la corsa al soccorritore più veloce.
Le Misericordie (di ispirazione cattolica) e le Pubbliche assistenze (laiche) facevano a gara per arrivare per prime sul luogo dell'incidente e buttare il lenzuolo sul povero paziente, in modo da 'prenderne possesso'. Poi, con l'istituzione del 118, il numero unico di pronto intervento, la situazione si è normalizzata. I servizi delle associazioni tendono adesso ad integrarsi per fornire un'assistenza sempre più professionale. Una cosa, però, non è cambiata: chi è cattolico fa volontariato nella Misericordia, chi non lo è si iscrive ad una Pubblica assistenza (Croce Azzurra, Humanitas o altre). (m.mor.)
(3 aprile 1999)
da La Repubblica volontariato
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