Nota che io parlo sempre genericamente di “intercettore”, non ho mai detto che fosse un MiG-23 pilotato da un libico o da un israeliano. Per quanto ne sappiamo, poteva essere un italiano, americano, francese, libico o israeliano che pilotava il suo aereo, tutti con la stessa probabilità.
Comunque ragioniamo sulla sua versione che prevede un pilota libico e un MiG-23.
Il ritardo del DC-9 non è stato accumulato tutto in una volta prima dell’ultimo volo, me è stato accumulato durante tutta la giornata sia per il meteo che per “motivi tecnici”.
Ciò significa che tutti gli interessati erano perfettamente a conoscenza del ritardo, inclusi i “guida caccia” che dovevano dirigere l’intercettazione.
L’Air Malta non è esattamente dove lo sta cercando, perché è in ritardo pure lui.
Dai vecchi messaggi, mi pare di aver capito che anche tu condividi la perizia di Di Stefano, dalla quale risulta che l’Air Malta ha un ritardo di 13 minuti (non 2 o 3) e si trova ben 150 km più a nord:
https://www.seeninside.net/ust47.html (ultimo riquadro che comincia con “Per cui possiamo concludere:”).
Poi non vedo nessuna particolare fretta. Se l’intercettore impiega 10 secondi in più, non è che succede qualcosa di particolare e in 10 secondi l’intercettore ha fatto 3 o 4 km. Aveva tutto il tempo di avvicinarsi a sufficienza al bersaglio senza che nessuno gli facesse niente (non stava intercettando un aereo militare).
Considerando anche il fatto che nessuno avrebbe attuato azioni contro l’intercettore, mi sembra ancora più evidente che non c’era nessuna particolare fretta di completare l’operazione. Era, invece, di somma importanza abbattere l’aereo giusto (considerato cose c’era in ballo).
No, dai; non abbiamo ancora capito com’è andata la storia del DC-9 (e non lo sapremo mai con certezza), non ne apriamo un’altra. Il KAL 007 è stato abbattuto “semplicemente” perché ha violato lo spazio aereo sovietico, fino alla
certezza del contrario.
Io, forse, tendo a sopravvalutare le capacità del pilota libico, ma non riesco veramente ad immaginarlo come un pilota ottuso, mezzo orbo e che non capisce nemmeno due parole d’italiano, perché è più che verosimile che i piloti libici si trovavano in basi italiane e venivano addestrati da piloti italiani. Capire almeno “centoquindici (o uno uno cinque) miglia per papa romeo sierra” mi pare il minimo.
Cioè, mi pare che stai dipingendo quel povero assassino come un decerebrato semi-analfabeta che è sceso dal dromedario e s’è messo a pilotare un caccia. Lasciami tentare di rivalutarlo un po’, ma soprattutto di rivalutare la perizia con la quale è stata pianificata e condotta l'operazione.
Osservando l’immagine alla pagina
https://www.seeninside.net/ust47.html appena sopra alla scritta “Ora possiamo tentare un raccordo fra AJ453 e AJ450.” (non so se posso postare qui l’immagine), è ben evidente che la rotta seguita dall’intercettore è molto particolare, nel senso che è evidente che non si è trattata di una partenza estemporanea decisa dal pilota come se fosse solo in tutta questa faccenda. E’ chiaro che qualcuno lo sta vettorando.
Quel “qualcuno” sarà stato composto da varie persone in grado di gestire l’operazione comunicando tutto ciò che era necessario comunicare a tutti i soggetti coinvolti, piloti in primis. A me sembra, inoltre, ovvio che quelli sapevano la posizione e il nome di tutto ciò che era presente in zona, dal livello del mare in su (e probabilmente pure sotto al livello del mare).