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io sono favorevolissima. ed giusto aiutare chi lo richiede espressamente non potendolo fare da solo. anzi.. io a casa ho sempre detto: se mi dovesse mai succedere una cosa brutta (facciamoci le corna) sapete quello che dovete fare.. se non riuscissi a farlo da sola ovviamente. Non vorrei mai trovarmi incastrata dentro il mio corpo, voler morire e non riuscire a farlo.. E' cruda come cosa ma io la penso cosi :)
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Citazione:
Originariamente Scritto da
Orange
Al di là del problema morale, nel quale non voglio entrare, vorrei un'informazione.
Sapete che vivo all'estero da molti anni, ma mi sembra di ricordare che "la vita é un bene indisponibile".
Questa frase di Danilo mi dà da pensare.
Infatti credo che la vita non sia in realtà un bene che possediamo veramente,come un oggetto qualunque,ma che CI E' STATA DATA,e noi dovremmo cercare di conservarla nel migliore dei modi.
Non sono affatto sicuro di questo (le implicazioni religiose sono al di là della mia comprensione),ma penso che Danilo intendesse proprio questo,ovvero che noi abbiamo "In Custodia" un bene che ci è stato affidato da qualcun altro,e per questo non abbiamo il diritto di gettarla via,o chiedere che sia qualcun altro a farlo.
Tuttavia l'unica motivazione che mi viene in mente adesso,che mi possa giustificare un'eutanasia è che ciò serva a evitarmi indicibili sofferenze.
Solo in questo caso riterrei "Ragionevole" questa scelta,ma essere in uno stato comatoso non mi sembra una motivazione sufficiente,anche per motivi di ordine pratico.
Infatti se sono in coma,non solo non soffro affatto,ma non me ne importerebbe granchè di cosa stiano facendo del mio corpo.
Questo ragionamento però tira in ballo un altro problema non da poco,ovvero quale sia il limite oltre il quale possiamo considerare MORTO un individuo.
La risposta non è affatto così semplice come potrebbe apparire a prima vista.
Ad esempio,si è portati a credere che anche se il cuore batte e il paziente respira,si debba considerare "Clinicamente Morto" se non vi è traccia di attività celebrale.
Ma siamo davvero sicuri di ciò?
Dico questo,perchè qualche giorno fa ho visto un servizio in TV dove un chirurgo Statunitense (mi pare di ricordare) compie delle delicatissime operazioni su pazienti molto gravi,portandoli in un'ipotermia talmente spinta,da arrestare sia il battito cardiaco che l'attività celebrale.
Per trenta/quaranta minuti compie delle operazioni su pazienti a tutti gli effetti morti!
Senonchè,una volta completate le procedure di rianimazione,queste persone guariscono dall'operazione e riprendono una vita quasi normale,senza nessuna conseguenza nè a livello fisico,nè (cosa ancora più incredibile) a livello celebrale.
A me è sempre stato insegnato a tenere efficente la circolazione sanguigna in un ferito in arresto cardiaco,perchè se la mancanza di irrorazione di sangue al cervello perdurasse per più di due/tre minuti ,i danni sarebbero gravi quando non irrimediabili.
Ma sembrerebbe che di fronte a casi come questi ( il chirurgo in questione dichiara di eseguire centinaia di operazioni come quelle all'anno) mi faccio ben più di qualche semplice domanda...
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Citazione:
Originariamente Scritto da
Ippogrifo
Questa frase di Danilo mi dà da pensare.
Infatti credo che la vita non sia in realtà un bene che possediamo veramente,come un oggetto qualunque,ma che CI E' STATA DATA,e noi dovremmo cercare di conservarla nel migliore dei modi.
Non sono affatto sicuro di questo (le implicazioni religiose sono al di là della mia comprensione),ma penso che Danilo intendesse proprio questo,ovvero che noi abbiamo "In Custodia" un bene che ci è stato affidato da qualcun altro,e per questo non abbiamo il diritto di gettarla via,o chiedere che sia qualcun altro a farlo.
Tuttavia l'unica motivazione che mi viene in mente adesso,che mi possa giustificare un'eutanasia è che ciò serva a evitarmi indicibili sofferenze.
Solo in questo caso riterrei "Ragionevole" questa scelta,ma essere in uno stato comatoso non mi sembra una motivazione sufficiente,anche per motivi di ordine pratico.
Infatti se sono in coma,non solo non soffro affatto,ma non me ne importerebbe granchè di cosa stiano facendo del mio corpo.
Questo ragionamento però tira in ballo un altro problema non da poco,ovvero quale sia il limite oltre il quale possiamo considerare MORTO un individuo.
La risposta non è affatto così semplice come potrebbe apparire a prima vista.
Ad esempio,si è portati a credere che anche se il cuore batte e il paziente respira,si debba considerare "Clinicamente Morto" se non vi è traccia di attività celebrale.
Ma siamo davvero sicuri di ciò?
Come non essere d'accordo?
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Citazione:
Originariamente Scritto da
Ippogrifo
Dico questo,perchè qualche giorno fa ho visto un servizio in TV dove un chirurgo Statunitense (mi pare di ricordare) compie delle delicatissime operazioni su pazienti molto gravi,portandoli in un'ipotermia talmente spinta,da arrestare sia il battito cardiaco che l'attività celebrale.
Per trenta/quaranta minuti compie delle operazioni su pazienti a tutti gli effetti morti!
Senonchè,una volta completate le procedure di rianimazione,queste persone guariscono dall'operazione e riprendono una vita quasi normale,senza nessuna conseguenza nè a livello fisico,nè (cosa ancora più incredibile) a livello celebrale.
A me è sempre stato insegnato a tenere efficente la circolazione sanguigna in un ferito in arresto cardiaco,perchè se la mancanza di irrorazione di sangue al cervello perdurasse per più di due/tre minuti ,i danni sarebbero gravi quando non irrimediabili.
Ma sembrerebbe che di fronte a casi come questi ( il chirurgo in questione dichiara di eseguire centinaia di operazioni come quelle all'anno) mi faccio ben più di qualche semplice domanda...
I "miracoli" dell'ibernazione sono studiati ormai da anni...
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Codice penale.
Citazione:
Art. 580 Istigazione o aiuto al suicidio
Chiunque determina altri al suicidio o rafforza l’altrui proposito di suicidio, ovvero ne agevola in qualsiasi modo l’esecuzione, e’ punito, se il suicidio avviene, con la reclusione da cinque a dodici anni. Se il suicidio non avviene, e’ punito con la reclusione da uno a cinque anni, sempre che dal tentativo di suicidio derivi una lesione personale grave o gravissima. Le pene sono aumentate se la persona istigata o eccitata si trova in una delle condizioni indicate nei numeri 1 e 2 dell’articolo precedente. Nondimeno, se la persona suddetta e’ minore degli anni quattordici o comunque e’ priva della capacita’ d’intendere o di volere, si applicano le disposizioni relative all’omicidio.
Questa è una di quelle regole che limitano la liberta individuale sancita dalla Costituzione.
A proposito di "non vedo la sanzione, non è reato, arrestrare il cadevere"........... Non comment!
Abicts si il fatto di provare è diretto sia ai favorevoli che ai contrari.
Comunque attendo la risposta a questi quesiti:
- con quale diritto procurare la morte ? (togliere vita)
- con quale diritto procurare la vita ? (dare la vita, far nascere).
Forse a qualcuno continua a sfuggere la differenza che c'è fra suicidio e eutanasia.
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Citazione:
Originariamente Scritto da
basilischio
Comunque attendo la risposta a questi quesiti:
- con quale diritto procurare la morte ? (togliere vita)
- con quale diritto procurare la vita ? (dare la vita, far nascere).
Forse a qualcuno continua a sfuggere la differenza che c'è fra suicidio e eutanasia.
non c'è un diritto di procurare la vita...la vita viene creata a prescindere dalla volontà o meno del nascituro.
Il diritto di poter procurare la morte viene dall'eventuale testamento biologico dell'individuo...non può esserci a caso io penso..
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Citazione:
Originariamente Scritto da
basilischio
Comunque attendo la risposta a questi quesiti:
- con quale diritto procurare la morte ? (togliere vita)
- con quale diritto procurare la vita ? (dare la vita, far nascere).
In tutta sincerità,non sono in grado di rispondere a nessuno dei due.
Perchè anche nel caso che ho detto prima (per evitare atroci sofferenze) è comunque una forzatura.
Necessaria in quel caso (a mio parere,ovviamente),ma pur sempre una forzatura.
Per la seconda domanda invece,non so cosa dire.
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Questa discussione andrebbe benissimo nella sezione del Cappellano Militare.
Ma visto che il nostro Buon Padre Antonio, dopo un breve ritorno si è ributtato latitante, pazienza.
Io dico che è una cosa personalissima ed intima.
Che sia lasciato il libero arbitrio.
Io lo farei.
E non me ne vergogno di dirlo.
Ed autorizzerei in caso di mio impedimento un altro a decidere al posto mio.
Tanto si vive solo una volta.
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Citazione:
Originariamente Scritto da
basilischio
Codice penale.
Forse a qualcuno continua a sfuggere la differenza che c'è fra suicidio e eutanasia.
Una differenza sta, sicuramente, nell' igiene mentale del desiderante morte.
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Citazione:
Originariamente Scritto da
Ippogrifo
In tutta sincerità,non sono in grado di rispondere a nessuno dei due.
Perchè anche nel caso che ho detto prima (per evitare atroci sofferenze) è comunque una forzatura.
Necessaria in quel caso (a mio parere,ovviamente),ma pur sempre una forzatura.
Per la seconda domanda invece,non so cosa dire.
Infatti caro Ippogrifo, non è affatto semplice rispondere a queste domande se si mette in ballo la volontà di una persona.
Forse nella prima ipotesi, la precisa volontà di un malato che decide di interrompere un accanimento terapeutico o una semplice cura che lo mantine in vita, andrebbe rispettata, ma da qui a "procurare", o come qualcuno preferisce dire "assistere" alla morte indolore, ma la sostanza non cambia...... mi da da pensare solo perchè senza questo aiuto il paziente non morirebbe.
Non so quanto sia lecito dire disporre della propria vita in quanto, in linea generale, ci è stata donata da un atto d'amore fra due individui credenti e non. Per i Credenti, generare la vita è la cosa che ci avvicina più all'atto creatore di Dio.
Per la seconda, se tutto il ragimamento deve basarsi sulla volontà della persona, io come persona, potrei dire ai miei genitori: "Con quale diritto mi avete fatto nascere; dovevate chiedermi il permesso."
Capisco che ciò è impossibile e questo mi porta a pensare che non sia un mio diritto togliermi la vita.
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Citazione:
Originariamente Scritto da
basilischio
Non so quanto sia lecito dire disporre della propria vita in quanto, in linea generale, ci è stata donata da un atto d'amore fra due individui credenti e non. Per i Credenti, generare la vita è la cosa che ci avvicina più all'atto creatore di Dio.
su questo punto ti chiedo:
1) l'amore dei due genitori nei confronti del figlio, lascerebbe vivere la propria progenie in queste condizioni?se si, è un modo per dire egoisticamente "mio figlio non è morto", mentendo sostanzialmente a se stessi?
2) nel caso invece, Dio ci avesse creato, che piacere avrebbe a vederci in quelle condizioni?
va bene l'amore per la vita, e sono il primo che pensa ci debba essere e debba essere fortissimo...ma l'amore per la dignità della vita?
la vita è una lampadina accesa, o è una lampadina accesa, che illumina?