Museo Storico dell'Arma dei Carabinieri-Roma
L'idea di un Museo dei Carabnieri viene lanciata nel 1908 dall'allora Capitano Vittorio Gorini. Tale idea venne momentaneamente accantonata a causa del terremoto che colpì le zone di Reggio Calabria e Messina, e venne ripresa nel primo dopoguerra dal Generale di Corpo d'Armata Carlo Petitti di Roreto, Comandante Generale dell'epoca.
Come sede del museo fu scelta la Scuola Ufficiali dell'Arma, che si trovava in Piazza Risorgimento a Roma, ed è lo stesso edificio che oggi ospita l'esposizione.
Riuniti i vari cimeli, il Museo venne ufficialmente inaugurato il 6 Giugno 1937, nel 132° anniversario della nascita dell'Arma. Questo evento viene ricordato all'interno dell'edificio con un'epigrafe:
Nella sala principale sono custodite le prime due Bandiere di Guerra dell'Arma.
La prima, appartenuta ai Carabinieri dal 1814 al 1946, e la seconda, che sostituì la prima nel 1946 quando l'Italia cambiò costituzione.
Quest'ultima vene a sua volta sostituita nel 1977 con l'attuale in dotazione.
Sempre nella sala principale vi sono le Regie Patenti firmate da Vittorio Emanuele I, con le quali, il 13 Luglio 1814, vengono istituiti i Carabinieri Reali.
Nelle altre sale numerosi sono i cimeli che ricordano la storia dell'Arma, dalla Battaglia di Pastrengo alle Fosse Ardeatine, passando per il sacrificio dei Carabinieri che hanno dato la vita per la Patria e l'Istituzione, come Salvo D'acquisto, Giovanni Battista Scapaccino (Prima Medaglia d'Oro al Valor Militare) e Giovanni Boccaccio (primo caduto dell'Arma nell'adempimento del proprio dovere).
Giovanni Battista Scapaccino venne ucciso il 3 Febbraio 1834 a Le Pont-de-Beauvoisin, all'epoca facente parte del Regno di Sardegna, quando fuoriusciti italiani parteciparono ad un tentativo di insurrezione in quella regione. Venne fucilato allorchè, catturato, piuttosto di gridare "Viva la repubblica", urlò "Viva il Re!".
Nel Museo è custodita la sua spada, la motivazione dell'onorificenza -sia in forma cartacea sia riportata su un'epigrafe- e un dipinto a ritratto del suo gesto eroico.
Giovanni Boccaccio morì invece a Vernante, in Piemonte, il 24 Aprile 1815. Questi, insieme ad un altro Carabiniere Reale, venne inviato alla ricerca di pericolosi banditi fuggiti dal carcere di Cuneo. Quando raggiunsero i fuggitivi, ne scaturì un conflitto a fuoco, a seguito del quale il Carabiniere Reale Boccaccio perì.
Nell'esposizione che lo riguarda sono presenti un dipinto e un'uniforme, dalla quale venne tratto spunto per l'odierna Grande Uniforme.
Tornando alla sala principale, emblematica per ciò che l'Arma ha sempre rappresentato e rappresenta tutt'oggi, è una frase di Gabriele d'Annunzio, scritta in memoria del sacrificio del Capitano dei Carabinieri Vittorio Bellipanni, ed epigrafata nella parte superiore della stanza:
"...nel folto della battaglia e di qua dalla battaglia, nella trincea e nella strada, nella città distrutta e nel camminamento sconvolto, nel rischio repentino e nel pericolo durevole, tanto più gloriosa quanto più avara le è la gloria".
Sotto la scritta vi è una porta, che conduce ad una stanzina in cui sono custoditi due medaglieri, uno per le Medaglie d'Oro al Valor Militare e l'altro per le Medaglie d'Oro al Valor Civile.
(P.S.: Perdonatemi per la scarsissima qualità delle foto...)
