La sicurezza del personale all'interno ed esterno (col ntp) è sempre al di sotto della soglia minima di sicurezza.
Una soglia di sicurezza che si basa su un numero di uomini da affidare ai vari incarichi che il corpo non ha a disposizione, numeri fra l'altro vecchi cioè concordati e stipulati su vecchi sistemi che prevedevano meno attività ricreative e rieducative, meno movimenti interni ed esterni dei detenuti.
Ci si trova quindi al punto che per ogni sezione si opera in situazione di emergenza , in più sono aumentate le procedure ed operazioni pratiche che il collega di turno deve effettuare in servizio. Non solo si lavora in stato di emergenza non essendoci i numeri adeguati per controllare sul nascere eventuali situazioni esplosive, in più si sono sommate altre attività che rendono più difficile il controllo di prevenzione e repressione di atti illeciti.
Per parlare terra terra : se un tempo si operava con x unità di personale in sezione e le attività, movimenti dei detenuti erano y, ora si opera con x -1 , x- 2 unità e le attività sono y + 10, y +20.
E' chiaro che ad un certo punto in situazioni critiche di questo tipo, controllare con efficacia ed efficenza la sezione diventa utopia , a prescindere dai buoni intenti e dalla professionalità dell'operatore sul piano.
Le attività rieducative e risocializzanti dei detenuti sono di per sé valide ed auspicabili, in quanto in un certo numero di detenuti inducono un comportamento tenue, meno rancoroso etc Non si sa se per l'effetto effettivamente rieducativo (da non confondere con redentorio), o per la mera convenienza a svolgere un'attività che comporta il fatto di stare al di fuori della cella, però non si può negare che i vari corsi (scolastici, ricreativi o lavorativi) hanno un effetto.
L'effetto positivo viene annullato se si creano falle nella sicurezza, un sistema che non è in grado di prevenire-reprimere atti illeciti all'interno del luogo detentivo, perchè collassato da un'insieme di attività che portano per mancanza di uomini a diminuire i controlli o le operazioni di indagine, e livello di sezione e a livello di sorveglianza generale e a livello di ufficio comando e coordinamento con le altre f.f.o.o., un sistema tale dicevo crea dei buchi nei quali operano e proliferano i detenuti che hanno tutt'altri intenti, con il semplice effetto che ci saranno detenuti che operano e vivono in stato d'illegalità ed altri che vengono trascinati dal loro esempio , come complici, fiancheggiatori o consumatori del loro modo di agire, annullando quindi i buon effetti del trattamento messo in opera dal sistema penitenziario.
Per quanto riguarda la tipologia delle strutture, tranne qualche sporadico caso, sono vetuste, ancorate a modelli di lavoro di 50 anni fa, il modello da seguire secondo me sarebbe quello statunitense, automatizzato, in cui il personle impiegato è posto nelle condizioni ottimali per garantire controllo e sicurezza. Sul Nucleo Traduzioni e Piantonamenti c'è poco da dire, i mezzi sono fatiscenti, ho personalmente visto un collega guidare un furgoncino in posizione da miracolato per evitare l'acqua che filtrava all'interno, sul Nucleo su un sito di un sindacato fra l'altro c'è una bella discussione...
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Si è costretti ad operare in situazioni di costante sottorganico, ormai cronico, tutto questo con durante le opportune e previste riunioni fra organizzazioni sindacali E Dap è stato messo più volte in evidenza, anche con delle note e delle lettere rivolte alle varie cariche, la situazione non è cambiata.
Se il detenuto dovesse scappare durante una traduzione, chi ne risponde? Sempre il povere agente che deve farsi carico di una situazione di crisi e deve risponderne in prima persona.
Tra l'altro da parecchio tempo le missioni del nucleo non sono pagate, col risultato che alcune volte è il personale che deve anticipare i soldi con la speranza che prima o poi venga recepito il dovuto, è giusto giungere al punto in cui bisogna farsi carico di questi poblemi, non si è dato abbastanza fondo al senso di responsabilità istituzionale da parte del personale? Si arriva al punto in cui alcune collettive saltano per mancanza di fondi...